Cos’è il fondo Loss and damage creato a COP27 e quanto costerà all’Italia

La COP27 ha stabilito la costituzione del fondo Loss and damage a sostegno dei Paesi in via di sviluppo colpiti da disastri ambientali. Cosa prevede l’accordo e quanto potrebbe costare all’Italia

Pubblicato: 30 Novembre 2022 08:00

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Redazione

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La COP27, conclusasi a Sharm El Sheikh lo scorso 18 novembre, ha attirato diverse critiche da parte degli osservatori e degli attivisti del clima di tutto il mondo. In particolare, secondo alcuni protagonisti istituzionali, tra cui il commissario europeo per il clima Frans Timmermans, non sono stati fatti i passi avanti necessari per la riduzione delle emissioni inquinanti.

Una lacuna che potrebbe causare nei prossimi anni l’innalzamento delle temperature di oltre l’1,5° C, ovvero oltre la soglia massima stabilita nella precedente COP21 di Parigi.

Durante il summit tenutosi in Egitto si è assistito a una spaccatura tra le nazioni più ricche e i Paesi in via di sviluppo, con questi ultimi che appaiono come i veri vincitori del vertice sul clima. Infatti, è stato istituito il cosiddetto fondo Loss and damage, vale a dire una copertura finanziaria per le perdite e i danni a disposizione degli Stati più poveri e maggiormente vulnerabili a causa dei disastri metereologici.

Non è la prima volta che si prova a sottoscrivere un accordo del genere. Nello scorso decennio, tra il 2010 e il 2020, l’Occidente si era impegnato a mettere a disposizione degli Stati meno sviluppati 100 miliardi di dollari all’anno per mitigare gli impatti dovuti al riscaldamento globale, come la siccità e le inondazioni. Tuttavia, come riportato dall’OCSE, la cifra massima raggiunta nel 2020 è stata di 83 miliardi di dollari, inferiore quindi a quanto concordato.

L’istituzione di questo fondo rappresenta il risultato più tangibile portato a casa al termine delle due settimane in cui i rappresentanti di circa 200 Paesi si sono incontrati per stabilire gli impegni contro il riscaldamento globale. Diventa quindi necessario provare a comprendere cosa prevede il Loss and damage fund e quanto costerà alle nazioni contribuenti attive del fondo, tra cui figura anche l’Italia.

Qui c’è stato deciso nell’accordo sul clima a COP27 e perché non piace a nessuno

COP27: cos’è il fondo Loss and Damage

Nel testo dell’accordo licenziato dalla COP27 manca una serie di dettagli pronti a essere definiti entro la COP28 che si terrà nel novembre 2023 a Dubai. Tra questi, ad esempio, non è stato ancora stabilito l’ammontare totale del fondo e non è stato ancora determinato esattamente chi dovrà pagare e chi invece potrà beneficiare di tali risorse.

I Paesi membri dell’Unione Europea e gli Stati Uniti in passato si erano opposti alla tesi che a pagare fossero gli Stati che hanno causato la più elevata produzione di emissioni nell’ultimo secolo, beneficiando di queste attività in termini di ricchezza. Il timore era di dover fronteggiare un enorme carico di responsabilità, anche in termini legali oltre che finanziari. Questa clausola è stata quindi eliminata per poter siglare l’accordo.

Il caso Cina

Tuttavia, restano sul tavolo ancora diverse criticità. Tra cui, ad esempio, il ruolo della Cina. Il Dragone viene infatti considerato dalle Nazioni Unite ancora un Paese in via di sviluppo, per cui tra i potenziali beneficiari del fondo.

UE e USA hanno affermato la propria contrarietà a un’ipotesi del genere, in quanto non solo Pechino rappresenta la seconda economia mondiale, ma è anche responsabile ad oggi della maggiore quantità di emissioni nocive del pianeta. A

Al termine della conferenza, il Governo cinese non ha però sottoscritto alcun impegno di futuri pagamenti.

Quali sono i Paesi beneficiari

Un altro aspetto che dovrà essere chiarito nel prossimo anno nei lavori del comitato comprendente 24 Paesi, anch’essi da definire, è quello riguardante la definizione di quali nazioni sono considerate a rischio e quali saranno i danni da risarcire.

I rappresentanti del Pakistan sono stati tra i più decisi nel portare avanti il negoziato, guidando un gruppo comprendente un totale di 134 Paesi in via di sviluppo. La Repubblica Islamica ha infatti riportato danni devastanti dalle inondazioni, le quali hanno causato nel 2021 un totale di 1.500 morti e 30 miliardi di dollari di perdite economiche.

Al momento diverse nazioni Europee, tra cui Germania, Belgio, Danimarca e Scozia, hanno promesso di contribuire alla costituzione del fondo Loss and damage con un contributo volontario di poco più di 300 milioni di dollari.

In particolare, queste risorse sarebbero da destinare alla sottoscrizione di programmi assicurativi. Cifre del genere, infatti, non potrebbero che ripagare una minima parte delle conseguenze degli eventi meteorologici estremi causati dal cambiamento climatico.

Quanto costerà all’Italia il fondo Loss and damage

L’Italia è apparsa abbastanza defilata in quest’ultima Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite. Infatti, nonostante l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Sharm El Sheikh, e la successiva presenza del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, nessun membro del Gabinetto ha partecipato direttamente ai negoziati.

Qui cosa ha detto Giorgia Meloni a COP27.

Come è stato riportato da diversi media, il titolare del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è tornato a Roma prima della conclusione del summit. A rappresentare l’esecutivo è stato l’inviato speciale per il cambiamento climatico Alessandro Modiano, nominato in questo ruolo dagli ex ministri Di Maio e Cingolani.

L’Italia quindi non ha ancora deciso quante risorse destinerà per il fondo Loss and damage, nonostante lo stesso Pichetto lo abbia definito in una nota ufficiale come “il risultato più evidente di questa COP”.

Nello stesso comunicato sono stati invece ritenuti “meno soddisfacenti sono stati i risultati ottenuti sul fronte cruciale delle azioni di mitigazione, dove si è probabilmente persa un’occasione importante per incrementare l’ambizione nel campo delle politiche di mitigazione”.

Dichiarazioni che hanno attirato diverse critiche da parte delle opposizioni. In particolare il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha bollato come “inconsistente il contributo del nostro Paese davanti al mondo intero”. Molto duro anche il leader dei Verdi Angelo Bonelli, il quale a sua volta ha definito il Governo come “il grande assente ingiustificato” alla COP27.