Bollette in aumento, stangata in arrivo: quanto pagheremo in più

Prezzi di luce e gas alle stelle, ma il peggio deve ancora arrivare: stangata in arrivo per le bollette energetiche. Le previsioni non sono le migliori

Prezzi di luce e gas alle stelle, ma il peggio deve ancora arrivare: le ultime previsioni, infatti, non sono delle migliori. Stangata in arrivo per l’Europa, e quindi anche per le famiglie e contribuenti in Italia.

Si parla di aumenti in bolletta di circa il 200% rispetto al 2021.

Bollette (ancora) in aumento: ecco quanto pagheremo di più

Per le famiglie europee si prospetta un inverno dispendioso. L’aggravarsi della crisi energetica farà salire vertiginosamente le bollette dell’elettricità e del riscaldamento: Goldman Sachs – multinazionale americana di banche di investimento e società di servizi finanziari con sede a New York – ha stimato aumenti record (pari al 200% rispetto all’anno scorso), con l’accessibilità energetica in Europa che raggiungerà il “punto critico” a inizio 2023.

Come si traduce tutto questo in termini di spesa? Secondo il report pubblicato domenica 4 settembre, l’Europa pagherà 2 trilioni di euro (2.000 miliardi di euro) il prossimo anno: “Il mercato continua a sottovalutare la profondità, l’ampiezza e le ripercussioni strutturali della crisi”, hanno scritto gli analisti, secondo i quali, nel 2023, una tipica famiglia europea arriverà a spendere fino a 500 euro al mese in bollette energetiche. Ciò rappresenterebbe un aumento di oltre tre volte rispetto ai costi del 2021, quando la bolletta energetica media si è attestata a 160 euro.

Per evitare il peggio, Goldman Sachs ha ricordato che a tal proposito sono decisive e necessarie azioni del governo, a partire da un possibile “deficit tariffario” che distribuirebbe i costi di bollette energetiche più elevate nei prossimi 10-20 anni. Gli analisti hanno ricordato anche che, per contrastare le peggiori conseguenze della crisi energetica, fondamentali sono diventati ormai gli investimenti nelle fonti di energia rinnovabile.

In particolare, come hanno stimato, maggiori investimenti in fonti energetiche rinnovabili o a basse emissioni di carbonio, tra cui energia idroelettrica, solare, eolica e persino nucleare, potrebbero portare a un calo del 75% dei prezzi delle bollette energetiche rispetto ai livelli attuali, oltre a mantenere i costi energetici futuri più stabili.

Cosa succede se la Russia taglia le forniture di gas

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, le sanzioni inflitte dall’Occidente alla Russia non hanno fatto altro che inasprire i rapporti con il Cremlino. L’Europa, come l’Italia, ha provato così a ridurre la dipendenza dalle forniture di Mosca, ma questo si è tradotto in un inevitabile aumento dei prezzi nel nostro Paese (qui la tabella di tutti gli aumenti).

Di fatto, i flussi di gas russo verso l’Europa sono diminuiti, ma non stati interrotti in modo permanente. Cosa succede, però, se la Russia taglia completamente le sue forniture? Concentrandoci sull’aumento dei prezzi e sugli andamenti inflazionisti – e tralasciando quindi tutto quello che questo comporterebbe a livello geopolitico – se i flussi russi verso l’Europa si azzerassero completamente le bollette energetiche mensili aumenterebbero ancora di più, fino a raggiungere i 600 euro a famiglia.

Intanto, il gasdotto Nord Stream che collega la Russia all’Europa è stato chiuso dalla scorsa settimana. La compagnia statale russa Gazprom ha parlato di problemi tecnici per giustificarsi, anche se diversi funzionari europei hanno apertamente replicato descrivendo queste sospensioni del gas come azioni “motivate ​​​​politicamente”.

Lunedì 5 settembre il Cremlino ha fatto sapere senza troppi giri di parole che l’Europa molto probabilmente dovrà continuare a fare i conti con forniture di gas limitate da parte della Russia, anche nel prossimo futuro. Inoltre, un portavoce del governo di Putin ha affermato che la piena ripresa delle operazioni lungo il gasdotto Nord Stream dipende “senza dubbio” dall’Occidente e dalla revoca le sanzioni alla Russia (qui il comunicato).

Per prepararsi a quello che potrebbe essere un inverno molto freddo e forniture limitate di gas, l’Italia – insieme ad altri paesi Ue – sta agendo su più fronti, rifornendosi ma anche limitando il consumo di energia ove possibile (qui le nuove regole per l’accensione dei riscaldamenti in inverno).