Quanto costava proteggere l’agricoltura Ue dall’accordo con il Mercosur

L'Ue ha infine firmato l'accordo di libero scambio con il Mercosur: quanto sono costati all'Europa 25 anni di protezionismo

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 7 Dicembre 2024 14:27

Venerdì 6 dicembre i Paesi del Mercosur e quelli dell’Unione europea hanno firmato un importante accordo di libero scambio. La parte più importante di questo nuovo trattato internazionale è la diminuzione progressiva, fino alla quasi totale scomparsa, dei dazi doganali tra Ue e Paesi sudamericani della costa atlantica, che potrebbero cambiare radicalmente le economie di entrambi i blocchi.

Entrambe le parti hanno da guadagnarci. L’Ue vuole aprirsi la strada nei mercati in forte crescita del Sud America, per prodotti come abbigliamento, automobili e vino, che erano pesantemente influenzati da dazi molto alti in entrata. L’Europa è inoltre interessata alle materie prime del Sud America, su tutte il litio, che serve a produrre le batterie per le auto elettriche. Il Mercosur invece punta a esportare i propri prodotti agricoli in Ue più facilmente, una pratica molto scoraggiata prima dell’accordo a causa della politica protezionista dell’Ue nei confronti della sua agricoltura.

Cosa prevede l’accordo tra Ue e Mercosur

Dopo quasi 25 anni di trattative, l’Unione europea e il Mercosur hanno firmato un importante accordo di libero scambio. Il Mercosur è l’organizzazione per il mercato comune dell’America del Sud, e include Argentina, Brasile, Bolivia, Paraguay e Uruguay. Non ne fanno parte quindi gli Stati della costa pacifica, il Suriname e la Guyana, ma molti di loro hanno qualche forma di accordo con il blocco, mentre il Venezuela è stato sospeso nel 2016.

Il Mercosur è diverso dall’Ue. Non ha le caratteristiche di confederazione politica dell’Unione europea. Si concentra infatti quasi esclusivamente sul libero scambio di merci tra i Paesi del continente sudamericano. È stato istituito nel 1991 ma già dal 2000 i suoi rappresentanti cercano un accordo con l’Ue per abbattere i dazi doganali tra i due blocchi.

L’obiettivo del Mercosur è trovare nell’Europa un mercato di sbocco per i prodotti del suo settore primario, su tutti le materie prime energetiche (il Brasile è l’ottavo produttore di petrolio mondiale), quelle agricole derivate soprattutto dall’allevamento e, aggiuntesi più di recente, quelle minerarie. Particolarmente importante in questo senso il litio, di cui Argentina e Brasile sono il quarto e il quinto produttore mondiale. Questo materiale è cruciale per le batterie delle auto elettriche e un accordo per la sua importazione potrebbe contribuire ad abbassarne il prezzo.

Sull’automotive si concentrano invece gli interessi dell’Unione europea. Anche se alcune aziende, come Stellantis, sono riuscite a stabilire una presenza in alcuni Paesi del Sudamerica con impianti e linee dedicate al mercato locale, l’importazione di auto dall’Europa è quasi nulla a causa dei dazi molto alti. Il mercato però ha un enorme potenziale e potrebbe aiutare il settore a uscire dalla grave crisi in cui è entrato nell’ultimo anno. Nella stessa situazione si trova l’abbigliamento, mentre anche i produttori vinicoli guardano con interesse al Mercosur.

La questione dell’agricoltura

La ragione per cui l’accordo tra Mercosur e Unione europea, che sembra avvantaggiare entrambe le parti, ha richiesto una trattativa di quasi 25 anni per essere approvato, sta nelle politiche protezioniste di entrambi i Paesi. Se per l’America del Sud le paure sono legate al rischio che i prodotti industriali europei facciano una concorrenza soverchiante a quelli locali, impedendo un’industrializzazione completa del continente, per l’Europa la questione è opposta.

Da quando è nata, l’Ue ha sempre avuto un atteggiamento molto protezionista nei confronti della propria agricoltura. La libertà di scambio tra i Paesi membri è compensata da dazi altissimi sui prodotti agricoli e da allevamento provenienti da fuori i confini del blocco. Questo, unito a un complesso sistema di sussidi e quote di produzione, mantiene i prezzi di questi prodotti alti e rende difficile per le aziende agricole europee competere all’estero. Le uniche eccezioni riguardano i prodotti di alta qualità, come il vino o i formaggi. Per quelli prodotti in massa, come i cereali o le carni, l’unico sbocco realistico è il mercato interno.

Un afflusso di grano e soprattutto carni dall’America Latina, a basso costo dopo l’abbattimento dei dazi, metterebbe in difficoltà le aziende agricole europee ma al contempo causerebbe un abbassamento dei prezzi per i consumatori. I dubbi non sono però soltanto di natura economica. Le carni sudamericane non rispettano sempre gli standard di produzione dell’Ue sia per quanto riguarda mangimi e ormoni somministrati agli animali, che per quanto concerne la deforestazione necessaria per creare i pascoli e i campi per il foraggio.

La posizione dell’Italia

L’Italia ha un ruolo complesso nell’accordo con il Mercosur. Da tempo gli agricoltori hanno trovato nei Partiti di centrodestra la propria rappresentanza politica. Il Governo Meloni avrebbe quindi avuto ottimi motivi per provare a opporsi, ma analizzando gli ambiti economici che il trattato va a toccare, è evidente che esista un potenziale vantaggio per molti altri settori cruciali per il nostro Paese.

Il primo fa proprio parte dell’agricoltura, ed è quello della produzione di vino. Un segmento dell’agricoltura che si basa quasi esclusivamente sulle esportazioni e che potrebbe trovare nei mercati sudamericani un nuovo sbocco, per crescere ancora. C’è poi l’automotive. Stellantis, in particolare con il marchio Fiat, ha una presenza molto importante in Sud America. Non importa però auto dall’Europa, ma le produce sul posto per evitare i dazi del 35%. L’abbattimento di queste barriere doganali potrebbe ridare slancio agli impianti italiani del gruppo.

Oltre a questi due settori, sperano di riuscire a sfruttare i nuovi potenziali mercati aperti dall’accordo anche le aziende di abbigliamento e quelle di macchinari industriali, due dei settori più produttivi del secondario italiano. Secondo i dati Ue, quasi 100mila posti di lavoro in Italia sono supportati già ora dagli scambi con il Mercosur. Il nostro è uno dei Paesi più legati economicamente al Sud America in tutta l’Unione, insieme a Francia e Germania.

Per questa ragione le preoccupazioni degli agricoltori, pur prese in considerazione, sono state superate e l’accordo è stato firmato. Il sistema industriale europeo è in crisi e necessita di nuovi mercati per riprendersi. Ragionamenti simili hanno prevalso in Francia e soprattutto in Germania, dove la crisi del settore automobilistico ha portato conseguenze disastrose per l’intera economia, che è in recessione, seppur lieve, da due anni, e ha rallentato molti altri Paesi europei.