Tredicesima più ricca nel 2025, ma anche i prezzi del cibo sono aumentati

Le stime indicano una spesa media di 1.964 euro a famiglia e un aumento dei consumi grazie a tredicesime più ricche e inflazione stabile

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Confcommercio ha pubblicato l’analisi del suo Ufficio studi in merito alle spese di dicembre 2025. Si tratta di stime al momento considerate in aumento di 2,4 miliardi rispetto al 2024. La spesa media per famiglia sarà di 1.964 euro, di cui una media di 200 euro per i regali. Una spesa anche in questo caso in aumento. A risvegliare i consumi sarebbero stati non soltanto la tredicesima, ma anche il detassato degli aumenti contrattuali.

A questo si aggiunge, sempre secondo l’analisi di Confcommercio, un’inflazione ormai sotto controllo, l’occupazione ai massimi e un potere d’acquisto in crescita.

Tredicesima più ricca

La tredicesima mensilità è attesa da 36 milioni di italiani che ricevono 42 miliardi netti. Nel mese di dicembre, anche grazie all’arrivo del bonus mamme per le lavoratrici, si prevede un aumento della tredicesima per una platea molto ampia.

La tredicesima mensilità per i pensionati, per esempio, sarà più ricca grazie all’assenza delle addizionali comunali e regionali, che sono trattenute solo da gennaio a novembre. Si prevede così un netto più elevato rispetto agli altri mesi, che permette di spendere di più in un periodo festivo che richiede un certo budget. C’è poi un bonus tredicesima 2025 che permetterà, a chi rientra nei requisiti, l’integrazione di circa 150 euro netti destinati ai redditi più bassi.

In generale quindi il monte delle tredicesime destinate ai consumi sarà più alto rispetto allo scorso anno, con una spesa media di 1.964 euro per famiglia (+53 euro rispetto al 2024) per un totale di 49,9 miliardi di euro (+2,4 miliardi rispetto al 2024).

Aumentano i consumi

Le aspettative di Confcommercio sono quindi positive per quanto riguarda il lato consumi. Il contesto economico, secondo quanto riportato dalle analisi, è favorevole per un aumento del potere d’acquisto nell’ultimo mese dell’anno. Grazie a un’inflazione definita “sotto controllo” e un’occupazione dichiarata come “ai massimi”, il maggior reddito disponibile sarà utilizzato nelle festività.

Molte persone hanno inoltre anticipato le spese natalizie, facendo la spesa alimentare e dei regali già a novembre sfruttando occasioni come il Black Friday o la Black Week. In totale il giro d’affari è stato intorno ai 5 miliardi di euro, +20% rispetto allo scorso anno.

L’orientamento degli italiani a spendere di più emergerebbe dal centro studi. Nonostante la prudenza, la spesa complessiva resta nella media, ma aumenta la quota di italiani che decide di fare i regali, passando dal 79,9% del 2024 all’81,5%. Diminuiscono coloro che vogliono festività dimesse e cresce quindi chi affronta con più piacere le spese natalizie.

L’inflazione alimentare frena i consumi

I risparmi dello scorso mese saranno in ogni caso utilizzati a dicembre. Non si va al risparmio, in generale, perché le abitudini di acquisto degli italiani durante le festività restano puntate in alto. Basti pensare che circa 800.000 persone hanno fatto affidamento a prestiti personali per poter affrontare le festività, tra viaggi e regali costosi, una buona parte ha acquistato a rate e solo in pochissimi hanno utilizzato sistemi di acquisto tradizionali o contanti.

In ogni caso la spesa per i regali pro capite resta stabile, da 210 a 211 euro. Perché, anche se da una parte si è stabilizzata l’inflazione, è vero anche che l’inflazione alimentare è invece in crescita (+24,9% in 4 anni). Si risparmia quindi da un lato, per spendere molto di più da un altro.

In altre parole, se volessimo tradurre tutti questi numeri in un’unica formula:

Le famiglie spendono di più per acquistare meno.

L’Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori denuncia che simili numeri confermano che le famiglie sono costrette a spendere di più per acquistare meno e che l’impennata sul cibo dimostra come il carovita stia erodendo il potere d’acquisto, costringendo circa un terzo delle famiglie a tagliare sulla spesa alimentare. “Non parliamo di rinunce superflue, ma di limitazioni sui beni di prima necessità che aggravano le disuguaglianze sociali e mettono in luce un profondo disagio”, ha dichiarato Anna Rea, presidente nazionale Adoc.

Non è un caso se si torna a parlare di trend del Natale in famiglia, dove i giovani sono costretti a tornare a casa (quando riescono, se sono lavoratori o studenti fuori sede, a sopravvivere al caro-voli) per risparmiare sulle spese alimentari.

Natale tra rinunce e rincari

Centri studi diversi raccontano altro, come il rapporto di Facile.it insieme a Consumerismo No Profit, che scatta una fotografia sulle spese degli italiani nelle festività 2025.

Questa analisi tiene conto dell’inflazione alimentare, delle bollette più leggere ma anche dei rincari record sui trasporti. Per poter avere un buon budget, le famiglie italiane devono quindi districarsi tra situazioni complesse. Secondo Facile.it il budget per i regali è calato del 20% rispetto allo scorso anno, con una spesa media pro capite di 204 euro.

L’istituto che ha condotto l’indagine ha calcolato che saranno 3 milioni gli italiani che spenderanno meno a causa dell’aumento delle spese familiari. Per questo molti hanno fatto ricorso ai pagamenti rateali. Anche le tavole per le feste saranno più austere, con cenoni più sobri che passano da una spesa di 3,5 miliardi a 2,7 miliardi di euro.

Persino le case saranno meno addobbate, perché addobbi e festoni avevano già subito un rincaro nel 2024 rispetto all’anno precedente del 16%. Per il 2025 non ci sono ancora dati definitivi, ma considerando l’aumento della spesa per i prodotti importati e provenienti dall’Asia, è facile iniziare a stimare un ulteriore aumento dei prezzi.

L’unica buona notizia sembra essere la bolletta del gas, che cala del 15%. Da un lato si risparmia, ma dall’altro il motivo è strettamente collegato all’aumento medio delle temperature e alla crisi climatica, che oggi ci fa risparmiare sulla bolletta e domani ci ripagherà con eventi estremi che hanno un impatto economico, ambientale e sociale molto più elevato.