Tassa super-ricchi, i Paesi del G20 si dividono: i favorevoli e i contrari

Il G20 discute la proposta di una tassa sui super ricchi: gli Stati Uniti non ne vede l'importanza, mentre per il Brasile è una necessità

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 26 Luglio 2024 09:58

La proposta di tassare i super-ricchi divide il G20. Il tema è una delle principali priorità del presidente brasiliano di sinistra radicale Luiz Inácio Lula da Silva, ma la segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen ha dichiarato che gli Stati Uniti non vedono la necessità di negoziare un accordo internazionale per tassare i proprietari dei patrimoni più grandi.

Stati Uniti: “Su tassa a super-ricchi ogni Paese faccia da solo”

Nel decennio 2013/2022, la ricchezza complessiva dell’1% più ricco del mondo è aumentata di 42mila miliardi di dollari, in termini reali, un incremento che è 34 volte quello registrato nello stesso periodo dalla metà più povera della popolazione globale.

L’analisi è stata pubblicata dall’associazione Oxfam proprio nel giorno in cui a Rio de Janeiro si apre la riunione del G20 dei ministri delle Finanze, con la proposta del Brasile di introdurre una tassa sui super-ricchi. Proposta che però ha diviso i partecipanti.

“Non riteniamo necessario né auspicabile negoziare un accordo globale su questo tema. Crediamo che ogni Paese debba garantire che i propri sistemi fiscali siano equi e progressivi”, ha dichiarato Janet Yellen. Ha aggiunto tuttavia che Washington è “fortemente favorevole alla tassazione progressiva e a garantire che i cittadini molto ricchi e ad alto reddito contribuiscano equamente”.

Yellen ha anche lodato le politiche del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden come la tassa sui miliardari, definendola “un’iniziativa molto valida”. “Per la maggior parte dei Paesi, adottare un approccio di tassazione progressiva è sensato”, ha affermato.

Anche la Germania è d’accordo con gli Stati Uniti: alla vigilia della riunione del G20, il ministero delle Finanze tedesco ha dichiarato di considerare “irrilevante” l’idea di una tassa minima sul patrimonio.

Chi vuole tassare i paperoni

“Sulla proposta brasiliana per una tassa ai super miliardari siamo tutti consapevoli che si tratta di una competenza dei singoli Paesi, difficile da superare con schemi globali, ma penso che le difficoltà non pregiudichino l’impegno comune, infatti nel documento delle conclusioni di questo G20 ci sarà una disponibilità comune a considerare primi passi in questa direzione” ha spiegato il commissario europeo, Paolo Gentiloni.

La proposta del Brasile di raggiungere un accordo globale sulla tassazione dei super-ricchi è sostenuta da Francia, Spagna, Sudafrica, Colombia e Unione Africana. “Alcuni individui controllano risorse superiori a quelle di interi Paesi”, ha dichiarato Lula durante il lancio di un’iniziativa contro la fame nel mondo, un’altra priorità dell’agenda del G20.

Il rapporto Oxfam sulla ricchezza mondiale

Oxfam sottolinea che l’incremento della ricchezza per l’1% più ricco è stato 34 volte superiore a quello registrato dalla metà più povera della popolazione mondiale. Inoltre, “negli ultimi 40 anni, i miliardari globali hanno, in media, contribuito annualmente agli erari solo lo 0,5% del valore dei propri patrimoni”.

Secondo i dati forniti dalla no-profit, il patrimonio medio di un membro dell’1% più facoltoso è aumentato di quasi 400mila dollari, mentre quello di un appartenente al 50% più povero è cresciuto di soli 335 dollari, equivalente a meno di 9 centesimi al giorno.

Questo divario giustifica, per l’Oxfam, la necessità di un summit come quello in corso, che rappresenta una prova cruciale per valutare quanto le principali economie mondiali siano disposte a convergere sulla proposta brasiliana, sostenuta anche da Sudafrica, Francia e Spagna, per introdurre un nuovo standard globale di tassazione dei super-ricchi.