Stop auto a benzina e diesel, Italia anticipa piano di sostegno in Ue

Il Ministro Urso ha presentato un ambizioso piano volto a garantire un transizione sostenibile verso l'abolizione delle auto a benzina e diesel a partire dal 2035

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 3 Ottobre 2024 11:26

In un contesto di crescente preoccupazione per il futuro del settore automotive in Europa, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha anticipato a Bruxelles un ambizioso piano promosso dall’Italia volto a garantire una transizione sostenibile e competitiva verso l’abolizione delle auto a benzina e diesel entro il 2035.

Durante il Consiglio Competitività dell’Unione Europea, il 26 settembre 2024, Urso ha delineato le linee guida per una nuova politica industriale, sottolineando la necessità di un intervento coordinato a livello europeo.

Stop auto a benzina e diesel, cosa prevede il piano italiano

Urso ha sottolineato che il raggiungimento del target di stop ai motori endotermici nel 2035 sarà possibile solo se si realizzeranno tre condizioni chiave, previste dal piano italiano presentato in Ue, ovvero è necessario:

  • istituire un fondo di sostegno per l’intera filiera automobilistica e per i consumatori che intendono acquistare vetture elettriche prodotte in Europa. Questo strumento sarà fondamentale per garantire una transizione equa e sostenibile;
  • un approccio che favorisca la neutralità tecnologica, riconoscendo l’importanza dei biocarburanti, degli e-fuels e dell’idrogeno come alternative valide ai tradizionali combustibili fossili. Questa visione consentirebbe di mantenere una diversificazione delle tecnologie, senza pregiudicare l’innovazione nel settore;
  • definire una strategia per garantire l’autonomia europea nella produzione di batterie, puntando su materie prime critiche estratte e lavorate in Europa. Questa strategia è essenziale per ridurre la dipendenza da fornitori esterni e per assicurare una filiera sostenibile e competitiva.

Cosa potrebbe cambiare già dal 2025

Nel suo intervento, Urso ha messo in guardia sui rischi che il settore automotive europeo corre se non si adottano misure tempestive: “Il rischio concreto è la scomparsa di interi segmenti industriali e la distruzione di numerosi posti di lavoro. Se non interveniamo subito, tra qualche mese troveremo in piazza gli operai dell’industria europea”, ha affermato il ministro.

La proposta italiana ha già ottenuto un ampio consenso tra diversi Stati membri, tra cui Spagna, Austria e Romania, che condividono l’urgenza di rivedere le normative esistenti e di anticipare la prima revisione dei report sul settore automotive prevista per il 2026, portandola ai primi mesi del 2025. Questo passaggio sarà cruciale per rafforzare il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Regolamento sulle emissioni di CO2, ovvero la riduzione delle emissioni per i nuovi veicoli leggeri (auto e furgoni) da raggiungere da qui al 2030, oltre al target finale di riduzione del 100% delle emissioni di CO2 entro il 2035.

Per questo motivo, con l’intenzione di integrare i feedback provenienti da altre nazioni e di raccogliere ulteriori alleanze, l’Italia sta preparando un ‘non-paper’ da condividere con gli altri Paesi dell’Ue. Questo documento avrà l’obiettivo di sintetizzare le proposte italiane e di spingere per l’adozione di misure concrete che possano sostenere la transizione del settore automotive, garantendo al contempo la competitività dell’industria europea in un contesto globale sempre più sfidante.

Cosa succederà alle auto a benzina dopo il 2035

A meno che gli Stati membri non decidano di cambiare le carte in tavola e l’Ue non accolga proposte diverse da qui ai prossimi anni, anche con l’approvazione del piano presentato da Urso, a partire dal 2035 sarà vietata la vendita di nuovi veicoli con motori a combustione interna, inclusi quelli a benzina e diesel. Questo significa che solo i veicoli elettrici o con motorizzazioni alternative (come l’idrogeno o i biocarburanti) potranno essere immessi sul mercato.

Quello che l’Italia ha proposto a Bruxelles, infatti, è un programma per rendere questo passaggio meno rischioso per cittadini e aziende.

Anche se il divieto riguarderà solo i veicoli nuovi, il mercato delle auto usate a benzina e diesel potrebbe subire una contrazione, con una potenziale diminuzione del loro valore. Tuttavia, le auto già in circolazione potranno continuare a essere utilizzate fino alla loro rottamazione.

Quali auto non potranno più circolare nel 2035?

A partire dal 2035, nel contesto delle normative europee attuali, non potranno più circolare le seguenti tipologie di veicoli immessi come nuovi sul mercato:

  • auto a benzina e diesel;
  • veicoli ibridi, anche se ci sono discussioni su quali veicoli ibridi possano rimanere sul mercato, in generale, i veicoli ibridi tradizionali (che combinano motore a combustione interna e motore elettrico) potrebbero essere inclusi nel divieto, a meno che non soddisfino specifici standard di emissione o si considerino come veicoli elettrici in determinate circostanze;
  • veicoli con motore a combustione interna, quindi tutti quelli alimentati da carburanti fossili, saranno esclusi dal mercato;
  • veicoli commerciali leggeri (furgoni, veicoli da lavoro) alimentati a benzina o diesel saranno inclusi nel divieto.

C’è da dire, però, che le normative potrebbero evolversi e ci potrebbero essere ulteriori specifiche o eccezioni, ma l’obiettivo rimane incentivare il passaggio a forme di mobilità più sostenibili, come i veicoli elettrici, quelli alimentati a idrogeno o a biocarburanti.