Stellantis nel giorno dello sciopero generale, corteo dei lavoratori a Torino e Roma

Alla crisi, Stellantis risponde con la cassa integrazione. Lavoratori e sindacati non ci stanno e scendono in piazza per lo sciopero generale del 18 ottobre

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 18 Ottobre 2024 10:59Aggiornato: 18 Ottobre 2024 12:13

Sindacati e lavoratori Stellantis in corteo a Torino e Roma in occasione dello sciopero generale di venerdì 18 ottobre. Sotto accusa il calo della produzione, il ricorso alla cassa integrazione e la stretta sugli investimenti. Per i sindacati di categoria si tratta della prima manifestazione unitaria dopo 30 anni. Oltre a Torino e Roma, indette manifestazioni in molte piazze d’Italia fra cui Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli. Lo slogan: “L’automotive merita di più”.

Sciopero metalmeccanici a Roma

Metalmeccanici in sciopero a Roma oggi venerdì 18 ottobre in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati. La manifestazione nazionale di Roma è stata indetta da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil sotto lo slogan “Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto”. Hanno aderito anche i leader dei partiti dell’opposizione: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Carlo Calenda.

Disagi in diverse zone della città per modifiche alla circolazione. A Roma però non c’è lo sciopero dei mezzi oggi.

La manifestazione a Torino

A Torino la manifestazione è partita da piazza Castello alla volta di piazza Palazzo di Città, dove è stato programmato un presidio dei lavoratori sostenuti dai sindacati Ugl, Fismic e Aqcfr.

Le criticità

Metalmeccanici e sindacalisti assistono con ansia al calo della produzione dei brand che fanno capo al Gruppo Stellantis. Calo che ha portato al ricorso alla cassa integrazione e a una crisi della filiera. Le ultime dichiarazioni del Ceo Carlos Tavares hanno confermato che la situazione in Stellantis è seria. Tavares è da principio tornato a invocare gli ecoincentivi per sostenere il settore dell’automotive, in particolare per i veicoli elettrici; poi ha lasciato aperta la porta ai licenziamenti.

I lavoratori si rivolgono al presidente John Elkann e alla premier Giorgia Meloni per chiedere garanzie sul rilancio degli impianti italiani. In Italia la produzione Stellantis è calata ancora: -31,7% nel terzo trimestre del 2024.

“Mirafiori sarà chiusa fino al 4 novembre, la produzione è più che dimezzata rispetto alle previsioni, i posti di lavoro che rischiano di sparire anche nell’indotto in Piemonte sono decine di migliaia” attaccano Marco Grimaldi, vicepresidente di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, e Alice Ravinale e Valentina Cera, consigliere regionali AVS in Piemonte, che stanno partecipando allo sciopero di FIOM, UILM e FIM a Roma.

“Per questo oggi sciopero unitario, e noi siamo a Roma con operai e operaie metalmeccanici. Da Torino, che più di ogni altra città in Italia subisce i devastanti effetti sociali della deindustralizziazione, sono partiti 9 bus di lavoratori e lavoratrici che oggi manifestano per la loro dignità e per la nostra. La lenta fuga di Stellantis è in atto da più di un decennio, e non ha niente a che vedere con la transizione ecologica: sono precise scelte industriali di Tavares e degli Elkann, tutte volte al profitto e senza un briciolo della responsabilità sociale che le imprese in Italia dovrebbero avere, soprattutto quelle che hanno già beneficiato di miliardi di sostegni pubblici. Dentro le istituzioni e in piazza, per noi questa è ora la battaglia fondamentale”.

Il caso dei volantini

In Stellantis lo sciopero generale di venerdì 18 ottobre è stato preceduto da una serie di volantini affissi dall’azienda nelle bacheche di Mirafiori e Pomigliano. “Stellantis siamo tutti e tutte noi. Con le polemiche non si risolve nulla. Capaci di competere con i migliori. #coraggio #intraprendenza #responsabilità”. Questo il messaggio alle operaie e agli operai, che ricalca un discorso pronunciato nei giorni precedenti dal presidente del Gruppo, John Elkann. Fiom parla di una “provocazione” e di una “intimidazione”.

“Oggi, come è accaduto in ognuno dei momenti difficili della nostra storia, intendiamo affrontare i problemi lavorando seriamente, insieme alle nostre persone e contando sugli elementi fondamentali dello ‘spirito Fiat’, coraggio per superare le difficoltà; intraprendenza per costruire il futuro; e senso di responsabilità verso le comunità a cui siamo legati. Con le polemiche strumentali, i rancori, i protagonismi non si risolve niente. Non si costruisce nulla”. Così aveva detto Elkann.

“Una provocazione e un’intimidazione. La nostra non è una polemica ma una lotta seria, responsabile e intraprendente per provare a salvare i posti di lavoro”, attacca Giacomo Zulianello, delegato rsu Fiom delle carrozzerie di Mirafiori sentito dal Fatto.it. Per il delegato, i posti di lavoro vanno salvati “da chi in questi quindici anni, da Marchionne a Tavares, non ne ha azzeccata una. Ci dicano come stanno le cose: hanno sbagliato tutto oppure stanno portando avanti un progetto di dismissione dell’auto in Italia?”.

A Mirafiori nel giorno precedente allo sciopero generale le tute blu hanno manifestato davanti alla palazzina di corso Agnelli. Gli operai non lavorano da settimane e nel loro futuro c’è ancora la cassa integrazione.