Con pagelle che sfiorano appena la sufficienza e famiglie chiamate a far fronte a rincari sempre più pesanti per libri e materiale scolastico, il ritratto della scuola italiana non è incoraggiante.
Il report FragilItalia Il sistema scolastico italiano, curato da Area Studi Legacoop e Ipsos su un campione di 800 cittadini, assegna al sistema un voto medio di 6,4: un piccolo miglioramento rispetto al 2024, ma ancora troppo vicino al limite.
Un giudizio che si intreccia con il peso economico del ritorno tra i banchi (oltre 650 euro di spesa media per studente), e con la sensazione diffusa che la scuola non riesca a tenere il passo con le competenze richieste dal lavoro e dalla società di oggi.
Indice
Scuole: le università in testa, le medie in coda
Guardando ai diversi ordini di scuola, la palma d’oro va all’università con un 6,8, seguita dall’infanzia (6,6) e da nidi e primaria (6,5). I licei e gli istituti superiori restano indietro con un 6,1, mentre le medie arrancano sul fondo con un 6 scarso. Qui le critiche sono più aspre tra le famiglie meno abbienti: quasi la metà dà l’insufficienza alle scuole medie e oltre quattro su dieci bocciano le superiori.
I problemi segnalati dai cittadini non cambiano molto rispetto allo scorso anno, anzi in diversi casi peggiorano. Le principali criticità riguardano:
- programmi giudicati vecchi e troppo teorici (49%, +5 punti);
- poca motivazione degli insegnanti (45%);
- edifici scolastici spesso in cattive condizioni (44%);
- carenza di personale (36%);
- dotazioni tecnologiche inadeguate (36%);
- preparazione dei docenti ritenuta insufficiente (34%, in calo).
Un elenco che fotografa bene la distanza tra le esigenze delle famiglie e ciò che la scuola riesce oggi a garantire.
Competenze poco in linea con il lavoro
Sempre meno italiani hanno la sensazione che la scuola riesca davvero a preparare i ragazzi al lavoro. Le lingue convincono solo il 45% degli intervistati (in calo di tre punti), anche se tra gli under 30 la fiducia sale al 59%. Gli ostacoli più citati sono:
- programmi troppo vecchi;
- contenuti dispersivi;
- formazione degli insegnanti giudicata fragile.
Ancora più severe le opinioni sulle competenze digitali:
- 42% denuncia l’assenza di laboratori ben attrezzati;
- 33% segnala programmi rimasti indietro.
Sul fronte green il giudizio è durissimo, solo il 26% pensa che la scuola offra strumenti adeguati.
Quanto costa tornare sui banchi
Alla valutazione complessiva del sistema si aggiunge un aspetto purtroppo molto concreto: i rincari che ogni settembre pesano sulle famiglie. Secondo l’ultimo osservatorio di Federconsumatori la spesa media è di 658,20 euro a studente, +1,7% rispetto al 2024.
Nel conto entrano zaini, astucci e cancelleria, con differenze importanti tra articoli di marca e alternative più economiche. Chi acquista online può risparmiare fino al 21% rispetto alle cartolibrerie tradizionali e circa il 3% in confronto alla grande distribuzione.
Libri di testo e cambi di ciclo
Tra le spese scolastiche del rientro a scuola, i manuali continuano a pesare di più. In media tra testi e dizionari servono circa 537 euro, un -9,2% rispetto al 2024. L’andamento però non è uniforme: alle superiori si spende un po’ meno, mentre alle medie i costi crescono. I momenti più difficili sono i cambi di ciclo:
- per chi entra alle medie, libri e corredo superano i 1.200 euro;
- per chi inizia le superiori il conto sale oltre 1.460 euro.
Una spesa che segna in modo particolare le famiglie proprio nei passaggi chiave del percorso scolastico.
Oltre ai libri e alla cancelleria, le famiglie devono mettere in conto anche la spesa per la tecnologia. In media servono circa 420 euro per dotarsi di strumenti indispensabili come pc, webcam e microfoni. Una spesa che ormai viene considerata obbligata. I prezzi non sono cresciuti, ma chi sceglie prodotti ricondizionati può arrivare a risparmiare oltre il 38%.