Il riciclaggio di denaro vale il 2% del Pil secondo il report di Bankitalia sul sommerso

Come spiega Bankitalia, stimare il valore del riciclaggio di denaro è un'attività complessa, trattandosi di un fenomeno non osservabile

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 8 Gennaio 2025 12:52

Il fenomeno del riciclaggio di fondi illeciti in Italia è stimato tra i 25 e i 35 miliardi di euro all’anno, corrispondenti all’1,5-2% del Pil del Paese. Questa stima è stata fornita dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, con sede presso la Banca d’Italia, e pubblicata in uno studio dal titolo “Il valore del riciclaggio e delle altre condotte finanziarie illecite in Italia”, relativo al periodo 2018-2022. Secondo l’Uif, il riciclaggio è un fenomeno “pro-ciclico”, ovvero tende ad aumentare durante le fasi di espansione economica e a diminuire durante le recessioni.

La nuova metodologia di Bankitalia

L’analisi proposta dall’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) introduce una metodologia robusta e innovativa per stimare il valore del riciclaggio e delle altre attività finanziarie illecite in Italia, come riportato in un comunicato. La metodologia si basa sulle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) ricevute dalla Uif.

Stimare il valore del riciclaggio di denaro è un compito complesso, dato che si tratta di un fenomeno non direttamente osservabile e caratterizzato dall’uso di tecniche avanzate per nascondere l’origine illecita dei fondi. Le stime esistenti a livello nazionale sui capitali riciclati sono spesso difficilmente comparabili tra loro e presentano risultati contrastanti. Inoltre, molte delle evidenze empiriche disponibili si limitano a fenomeni correlati, come il traffico di droga o l’economia sommersa, e non sempre sono replicabili.

Una delle stime più citate, elaborata dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel 1998, ipotizzava che il valore del riciclaggio a livello mondiale fosse compreso tra il 2% e il 5% del Pil globale, sulla base di opinioni di esperti e analisi.

Un valore pari all’1,5-2,0% del Pil

La nuova stima, ottenuta grazie alla metodologia innovativa, indica che il valore del riciclaggio di denaro in Italia per il periodo 2018-2022 è compreso tra l’1,5% e il 2% del Pil, corrispondente a 25-35 miliardi di euro. La metodologia, come spiegato nello studio, integra l’uso dell’intelligenza artificiale, con l’applicazione congiunta di metodi statistici e tecniche di machine learning. Inoltre, è stato adottato un rigoroso processo di selezione per identificare le segnalazioni Sos rilevanti, garantendo una maggiore precisione e affidabilità nelle stime.

“La stima ottenuta fornisce un importante contributo alla conoscenza del fenomeno del riciclaggio – spiega la Banca d’Italia – Il valore aggregato può rappresentare uno strumento di ausilio alla valutazione dell’esposizione complessiva dell’intero sistema paese al rischio di riciclaggio, mentre la sua scomposizione a livello territoriale potrebbe essere utilizzata come potenziale indicatore diretto di rischio locale. Inoltre, se utilizzato in modelli per la valutazione di politiche economiche con riferimento a un periodo sufficientemente lungo, potrebbe in linea di principio consentire la misurazione dell’impatto che modifiche normative o innovazioni nelle attività di prevenzione e contrasto possono produrre sul valore dei flussi finanziari coinvolti nel riciclaggio”.

Criptovalute nel mirino

Particolare attenzione è rivolta al mondo delle criptovalute, un settore sempre più allettante per coloro che cercano di occultare denaro derivante da attività illecite. La mancanza di regolamentazione uniforme e l’anonimità garantita da alcune piattaforme rendono le criptovalute un terreno fertile per il riciclaggio.

A tal proposito, Bankitalia ha annunciato l’intenzione di sviluppare nuovi controlli ad hoc per monitorare le transazioni in criptovalute e identificare operazioni sospette. Secondo un recente rapporto dell’Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime), circa il 2-3% delle transazioni globali in criptovalute potrebbe essere legato ad attività illecite.