Il reddito medio degli italiani è di 21.751,59 euro, in aumento di 1.007 euro rispetto all’anno precedente (20.745 euro).
Sono gli ultimi dati rilasciati dal Ministero dell’Economia e Finanze sulle dichiarazioni dei redditi degli italiani del 2023, su anno fiscale 2022. I dati, rigorosamente in formato aggregato e anonimo, mostrano una panoramica dello stato di salute delle finanze degli italiani. Si tratta dei soli redditi da lavoro, quindi ne sono esclusi eventuali sussidi come il Reddito di Cittadinanza e il Reddito di inclusione, le pensioni e i redditi da immobili e fabbricati.
L’aumento del reddito, si registra ormai in maniera costante dal post-Covid ma è segnato da alcune costanti negative che dovrebbero portare ad un immediato intervento su salari, costo della vita e cuneo fiscale. La ricchezza in Italia è concentrata nei conti in banca del’1% dei contribuenti; non esiste solo una differenza tra gli scaglioni di reddito, ma anche tra le regioni, confermando l’ormai decennale Italia a due o tre velocità; come se non bastasse, l’aumento dei redditi è fortemente mitigato dal tasso inflazionistico, che nel 2022 (anno di imposta di riferimento) si è attestato all’8,1%, secondo i dati Istat.
Quali sono i comuni più ricchi d’Italia
Secondo i dati del Mef, il Comune più ricco d’Italia è Portofino con un reddito medio pro capite di 90.609,62 euro. Una notizia che potrebbe far pensare che non è una novità, ma nonostante l’eco da turismo milionario della città ligure, solo quest’anno ha raggiunto il primo posto in classifica, visto che nella rilevazione precedente, a Portofino sono stati dichiarati 39.200 euro, terzo posto dietro Lajatico e Basiglio.
La mappa qui di seguito mostra il reddito medio di tutti gli oltre 7900 comuni italiani.
Lajatico e Basiglio sono i due comuni alle spalle di Portofino. Nonostante la perdita di posizione di entrambi i paesi, Lajatico vede aumentare il reddito medio di circa 600 euro, mentre Basiglio di quasi 5.000 euro passando da 44.849 euro a 49.524 euro.
Le disuguaglianze economiche: regionali e reddituali
Dalla Cassa del Mezzogiorno all’autonomia differenziata (70 anni di Repubblica Italiana), i tentativi per unire economicamente l’Italia sono stati molteplici, ma il divario tra le regioni d’Italia continua ad esserci.
La Lombardia, il Trentino-Alto Adige e l’Emilia-Romagna si confermano le tre regioni più ricche; spunta il Lazio al quarto posto ma le prime 10 posizioni sono occupate da regioni del Nord Italia. Anche gli aumenti sono divisi geograficamente. La Basilicata ha visto un aumento del proprio reddito pro capite di circa 800 euro, mentre il Trentino-Alto Adige fa segnare un +1.338 euro e la Valle d’Aosta 1.510 euro.
A queste storiche differenze, se ne aggiunge un’altra che sembra insanabile e che dopo il Covid è peggiorata: l’aumento della disuguaglianza economica che ha inevitabilmente un riflesso sociale.
In Italia, la ricchezza è in mano all’1% della popolazione.
Coloro che dichiarano annualmente oltre 120.000 euro sono solo l’1%, mentre nella fascia di reddito 75.000-120.000 euro sono l’1,92%. Messo ormai da parte il ceto medio, scomparso da diversi anni, lo scaglione con il maggior numero di contribuenti è tra i 15.000 e i 26.000 euro, mentre circa un quarto della popolazione vive con un reddito tra i 0 e i 10.000 euro all’anno, il che vuol dire che nel migliore dei casi c’è chi vive con 833 euro al mese.
Redditi più alti ma l’inflazione aumenta
Dopo l’anno nero del 2020 e nonostante il freno della guerra in Ucraina, diversi indici sono tornati al periodo pre-Covid e in alcuni casi sono stati migliorati. Già dal 2021, il reddito medio degli italiani è aumentato e la tendenza è stata confermata anche per il 2022.
Tuttavia, l’inflazione ha continuato a salire fermandosi all’8,1% nel 2022 con i picchi di ottobre 2022 dei beni a 17,8% e i servizi a 3,8%.