Dopo due mesi di tregua, le tariffe Rc Auto riprendono a salire, con effetti diretti per milioni di automobilisti. L’Ivass segnala che a dicembre 2024 il premio medio ha toccato i 419 euro, in rialzo rispetto ai 416 euro di ottobre e novembre. L’andamento conferma una tendenza che preoccupa consumatori e associazioni di settore.
Su base annua, l’incremento nell’ultimo trimestre è stato del 6,6% in termini nominali e del 5,3% in termini reali. Il livello attuale ha superato le cifre pre-pandemia, quando nel 2019 il premio medio si attestava a 404 euro, ma resta ancora inferiore del 12,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. Vediamo dove si paga di più e i motivi di questi aumenti.
Indice
Le province con i rincari Rc Auto più elevati
L’analisi dei dati rivela un quadro variegato a livello territoriale, con differenze marcate tra le province italiane. Quelle che hanno subito i rincari più elevati sono:
- Roma (+10,3%);
- Lecce (+8,7%);
- Catania (+8,6%).
Complessivamente, l’aumento ha riguardato tutto il Paese, con variazioni comprese tra il +3% e il +10,3%. In un terzo delle province l’incremento del premio medio ha superato la media nazionale.
Il divario tra Napoli e Aosta si attesta a 262 euro, registrando un aumento dell’8,6% rispetto al 2023, ma con una flessione del 41,5% rispetto al 2014.
Tra il 2021 e il 2024, il costo delle polizze Rc Auto ha ripreso a crescere, segnando un aumento del 12,6% e toccando i 398 euro a luglio 2024.
Dopo un lungo periodo di calo, il mercato ha invertito rotta, sebbene il rincaro in Italia sia rimasto inferiore a quello registrato a livello europeo, dove si è attestato al 19,6%.
La denuncia delle associazioni dei consumatori
L’Ivass ha ribadito le preoccupazioni avanzate da diverse associazioni dei consumatori. Secondo il Codacons, dal 2022, con il caro delle polizze Rc Auto, i prezzi sono aumentati del 18,7%.
L’aumento medio si è attestato a 66 euro per contratto. Questo incremento ha determinato un impatto significativo sulle famiglie italiane, con un onere complessivo stimato in 2,2 miliardi di euro in due anni.
Anche l’Unione Nazionale Consumatori ha espresso critiche sull’andamento delle tariffe Rc Auto, definendo gli aumenti non giustificati dai dati relativi alla sinistrosità.
Come ha osservato il presidente Massimiliano Donà, evidenziando le differenze di prezzo tra le province:
I 417 euro del premio medio sono un livello che non si vedeva dal quarto trimestre del 2016.
Assoutenti, invece, ha puntato il dito contro l’aumento delle tariffe, sostenendo che non esiste una correlazione diretta con il numero di incidenti stradali o con i costi di riparazione.
Il presidente Gabriele Melluso ha sottolineato che nel 2024 il numero di sinistri è diminuito del 4,3% rispetto al periodo pre-pandemia, con una riduzione del 6,8% delle vittime e dell’8% dei feriti.
I motivi dietro il rincaro delle polizze
L’aumento delle assicurazioni Rc Auto non è frutto del caso, ma il risultato di una serie di fattori che si intrecciano tra mercato, inflazione e pratiche assicurative.
Secondo Ania, il rincaro è strettamente legato alla crescita del costo dei sinistri, influenzato dall’aumento delle spese per riparazioni e risarcimenti.
Tra il 2022 e il 2024, il costo dei pezzi di ricambio è lievitato del 14,2%, mentre i risarcimenti per danni alla persona hanno subito un’impennata del 16%.
Una dinamica spinta dall’inflazione, che ha reso più oneroso ogni intervento, dai materiali alle operazioni di riparazione.
Nonostante questa pressione sui prezzi, nel lungo periodo il premio medio ha subito una contrazione del 25% tra il 2012 e il 2024.