Rapporto Coop 2024, gli italiani prediligono il risparmio: c’è timore per le guerre e il clima

Crescono i consumi in Italia, ma a farla da padrone nelle famiglie italiane è ancora il risparmio: è il driver per il 75% del campione. La scarsa fiducia è data dalle guerre e dal cambiamento climatico.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

In Italia si registra una modesta ripresa dell’economia, anche se il fenomeno sembra non rendere sereni gli italiani che, infatti, mantengono una scarsa fiducia nei confronti del futuro e una marcata predisposizione al risparmio. È questo il quadro tracciato dal Rapporto Coop 2024 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani. A rendere inquieti i cittadini è soprattutto il difficile scenario internazionale, contraddistinto da guerre e instabilità economica, cui si aggiunge anche l’ansia per quanto riguarda l’emergenza ambientale del pianeta. Questi elementi fanno sì che i consumi in Italia siano tornati ai livelli pre pandemia in termini reali, ma il primo criterio nella scelta degli acquisti è il risparmio.

Rapporto Coop 2024 sul risparmio degli italiani

Secondo quanto indicato nel Rapporto Coop 2024, in Italia si registra un aumento dei consumi superiore dello 0,3% rispetto al 2019, ma è ancora la propensione al risparmio dei cittadini a farla da protagonista. Più nello specifico, i consumi risultano essere ostaggio delle spese obbligate, con le famiglie che possono vantare una spazio discrezionale piuttosto ristretto.

Secondo il 75% del campione intervistato per lo studio, il primo criterio nella scelta degli acquisti è il risparmio, con questo diktat che è riscontrabile in diversi campi di spesa, dall’abbigliamento alle automobili.

“Sul versante dei consumi – ha detto Maura Latini, presidente Coop Italia – è indubitabile come la leva del risparmio si consolidi come primaria e la tutela del potere d’acquisto soprattutto delle famiglie più in difficoltà è la rilevante ragion d’essere delle cooperative di consumatori”.

I consumi 2024 degli italiani

Come in parte già detto in precedenza, la predisposizione al risparmio degli italiani è riscontrabile in diversi ambiti di spesa. Sul fronte delle automobili, ad esempio, ben 15 milioni di acquirenti hanno rinunciato all’acquisto di una macchina nuova nel corso dell’anno, così come della casa. In quest’ultimo caso lo studio sottolinea che la proprietà di un immobile per vivere resti, a oggi, un miraggio per molte persone. I dati lo confermano: meno 2,1% di compravendite totali nel corso del periodo preso a riferimento dallo studio rispetto al precedente. Scende, in maniera importante, anche l’attrattiva esercitata sui consumatori italiani dai prodotti tecnologici. Gli smartphone, ad esempio, hanno subito una contrazione del volume di vendite pari al 6%.

Gli italiani risparmiatori rinunciano, dunque, a ciò che non ritengono strettamente necessario per vivere, con il “superfluo” che viene tagliato. A conferma di quanto detto occorre avere ben chiaro che l’unico comparto in cui il taglio della spesa rappresenta una scelta possibile solo per una ristretta minoranza è quello del cibo.

In ultimo si sottolinea l’emergere di nuove comportamenti dei consumatori orientati al risparmio:

  • nel 26% dei casi gli italiani si dichiarano favorevoli a riparare oggetti piuttosto che sostituirli;
  • nel 24% dei casi c’è il ricorso a prodotti di seconda mano.

Cosa preoccupa gli italiani

La propensione al risparmio degli italiani è data in buona parte dalle difficoltà geopolitiche che si registrano nel mondo. L’aumento dei conflitti bellici, ad esempio, spinge il 21% del campione a ritenere corretta l’incremento della spesa militare, con la maggioranza che vede di buon occhio la reintroduzione della leva militare obbligatoria e il 65% che ritiene necessario l’intervento in un conflitto nel caso l’adesione alla Nato lo richiedesse.

Un italiano su tre si dice inoltre preoccupato per le tensioni internazionali, con le democrazie che vengono considerate più deboli rispetto al passato, così come cresce il timore dell’impatto del cambiamento climatico. L’Italia potrebbe essere il Paese che più soffrirebbe il nuovo scenario in Europa, con il 37% degli intervistati che teme i rischi del surriscaldamento globale e la difficoltà di approvvigionamento di materie prime. Tali fenomeni interesserebbero soprattutto il Sud del mondo, con il Bel Paese che potrebbe dover gestire il possibile aumento dei flussi migratori.