Ponte sullo Stretto, via il tetto agli stipendi: è bufera

L'Esecutivo ha inserito la deroga al limite di 240mila euro sui compensi della Stretto di Messina spa nella bozza del decreto "Asset e investimenti" atteso in Cdm

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il Governo vuole cancellare il tetto di 240mila euro agli stipendi della Stretto di Messina spa. La deroga riguarda soltanto la società incaricata di realizzare il Ponte sullo Stretto fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini ed è contenuta nell’ultima bozza del decreto “Asset e investimenti”, il provvedimento omnibus atteso lunedì in Cdm che affronterà tra le altre misure le licenze per taxi e la stretta sul caro voli. La decisione di fare saltare il limite ai compensi dei manager fa però sollevare il coro di proteste da parte delle opposizioni.

La deroga

Secondo quanto filtrato sulla bozza del decreto, recante ‘Disposizioni urgenti per garantire l’operatività della società concessionaria di cui all’articolo 1 della legge 17 dicembre 1971, n.1158’, si dispone, infatti, che alla Stretto di Messina spa “non si applicano” alcuni commi del decreto legislativo introdotto nel 2016 dal Governo Renzi con il quale si stabiliva un limite di 240 mila euro delle retribuzioni per gli amministratori pubblici, i titolari e componenti degli organi di controllo, i dirigenti e i dipendenti (qui abbiamo spiegato quanto peserà l’opera sulle tasche dei cittadini).

La deroga è stata confermata all”Adnkronos’ anche da fonti vicine alla Stretto di Messina spa, le quali riterrebbero necessaria la norma per dare la possibilità alla società di dotarsi di personale con professionalità ingegneristiche, legali ed economiche adeguate a realizzare l’opera (qui avevamo parlato dei rischi sottolineati dall’Anac sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto).

Le reazioni delle opposizioni

Un’iniziativa che ha scatenato le proteste dei partiti di opposizione. “Indecenti” è il commento della segretaria Dem, Elly Schlein. “Dicono che i salari non si fanno per legge. Eppure fanno leggi per togliere il tetto massimo ai salari sopra i 240mila euro mentre affossano il tetto minimo che chiediamo per non scendere sotto i 9 euro all’ora” ha sottolineato la numero uno del Pd.

“Conferma che per Salvini la priorità non sono le infrastrutture o lo sviluppo della Sicilia, ma distribuire regalie ai suoi amici – ha dichiarato Riccardo Magi, segretario di +Europa  – È sempre la solita barzelletta italiana: opere su cui servirebbe una seria riflessione, nelle mani di questa destra si trasformano in una mangiatoia per Patrioti a spese gli italiani”.

“Un insulto agli italiani e di questo il governo e Giorgia Meloni in persona se ne devono vergognare” ha affermato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs.

“Non più tardi di un mese e mezzo fa su mia specifica richiesta, il presidente della società Ponte sullo Stretto di Messina, Pietro Ciucci – al quale avevo chiesto a quanto corrispondesse l’indennità sua e dei consiglieri di amministrazione – mi rispondeva che il totale degli emolumenti per tutti i 5 consiglieri di amministrazione era pari a 125.000 euro, quindi 25.000 euro a persona: mi ero commosso per tanta sobrietà” ha rivelato Bonelli.

“Questa lobby – ha concluso – capeggiata dal ministro Salvini, che ha voluto trasformare il Ponte sullo Stretto di Messina in una mangiatoia di Stato, sta tentando attraverso il governo di introdurre una norma che fa saltare i tetti della retribuzione dei membri del cda”.

Uno “scandalo”, per il vicecapogruppo M5s alla Camera Agostino Santillo, coordinatore del comitato Infrastrutture del M5S. “Lo scenario è il seguente – ha commentato – reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. Oltretutto questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo ‘l’affare’ ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi”.

Su Twitter il deputato Pd Emiliano Fossi commenta sarcastico: “La destra fa i ponti ma… non i tetti. In particolare quelli agli stipendi. Dicono no al salario minimo e poi tolgono il tetto ai compensi dei manager della società per il Ponte Sullo Stretto. Vergogna”.