Ponte sullo Stretto, dall’Ue doccia fredda: cofinanziamento solo per la parte ferroviaria

La Commissione europea ha chiarito che sul Ponte sullo Stretto l'Ue non ha ancora ricevuto una "decisione definitiva" e che cofinanzierà soltanto la parte ferroviaria

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il Ponte sullo Stretto di Messina può essere realizzato soltanto in parte con il cofinanziamento dell’Unione europea. A precisarlo è stata la Commissaria europea ai trasporti, Adina Valean, che ha chiarito inoltre come Bruxelles non sia “ancora a conoscenza di una decisione definitiva” da parte dell’Italia riguardo l’opera, che per l’esecutivo Ue rappresenta semplicemente un’idea.

Le precisazioni della Commissione europea

Fissando i paletti all’investimento sull’infrastruttura, la delegata ai trasporti ha comunicato, infatti, come la Commissione europea ritenga che solo la parte del transito ferroviario del Ponte sullo Stretto di Messina sarebbe co-finanziabile dalla Ue come progetto strategico, secondo quanto previsto dal regolamento TEN-T dell’Unione Europea.

Adina Valean ha comunque chiarito che “la Commissione non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva per il ponte, pertanto le mappe del regolamento TEN-T rivisto mostrano attualmente il progetto allo stadio di studio/idea“.

“Gli Stati membri devono garantire che i progetti per i quali si prevede un significativo impatto ambientale siano sottoposti, prima dell’autorizzazione, a una valutazione dell’impatto ambientale”, ha ricordato la commissaria, aggiungendo che “senza conoscere l’esito degli studi preparatori non è possibile formulare ipotesi su un potenziale contributo dell’Ue alle attività di costruzione del ponte previsto, e quindi sui potenziali impatti sul bilancio complessivo”.

Il cofinanziamento sul Ponte sullo Stretto

Anche se tuttora per Bruxelles la realizzazione del Ponte sullo Stretto rimane un progetto a scatola chiusa, Adina Valean ha spiegato che la Commissione potrà investire risorse per metà delle spese per le grandi reti di trasporto.

“Nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa – ha affermato l’esponente dell’Esecutivo Ue – la Commissione può cofinanziare studi volti a preparare la costruzione di progetti infrastrutturali TEN-T con il 50% dei costi totali ammissibili. Solo la parte ferroviaria del ponte di Messina sarebbe ammissibile al cofinanziamento dell’UE”.

“Nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – ha precisato ancora la Commissaria – i requisiti normativi di concentrazione tematica, incentrati sugli obiettivi strategici 1 ‘Europa più intelligente’ e 2 ‘Europa più verde’, limitano la dotazione per le grandi infrastrutture di mobilità. Queste sono ammissibili solo nell’ambito dell’obiettivo strategico 3 ‘Europa più connessa’. Inoltre, l’accordo di partenariato con l’Italia individua come prioritari gli investimenti per la mobilità sostenibile in infrastrutture ferroviarie e limita gli investimenti in infrastrutture stradali alla riqualificazione selettiva delle strade di tipo secondario che collegano le aree interne”.

L’emendamento contro i “No-Ponte”

Nonostante per la Commissione europea l’opera sia ad oggi un oggetto misterioso, la realizzazione del Ponte sullo Stretto prosegue in Italia nonostante gli ostacoli.

Mentre il Ceo di Webuild, Pietro Salini, ha affermato di essere pronto a iniziare i lavori, l’ad della Stretto di Messina s.p.a., Pietro Ciucci, ha garantito che “non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive del ponte sullo Stretto, né indeterminatezza sui costi. Non c’è un rischio di incompiuta, il progetto è assolutamente fattibile ed è stato aggiornato nelle modalità previste per legge”.

La società ha pubblicato la lista aggiornata delle aree da espropriare per la realizzazione del Ponte, sulla base dei pareri dei soggetti coinvolti, spiegando che diminuirà il numero degli espropri e anche la superficie su entrambe le coste calabrese e siciliana.

La lista delle aree espropriata può essere consultata sui siti internet della regione Calabria, della regione Sicilia e della società Stretto di Messina che fa sapere che le operazioni procederanno gradualmente man mano che la struttura verrà realizzata.

Intanto, le Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera hanno approvato un emendamento della Lega al ddl sicurezza, ribattezzata “anti no-Ponte“, per limitare le proteste contro la realizzazione dell’opera, con un’aggravante “se la violenza o la minaccia” a un pubblico ufficiale “è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica la pena è aumentata”.

La proposta è stata sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza ed è passata con una riformulazione, attenuata in parte rispetto alla prima versione, che prevedeva come la pena fosse aumentata fino a due terzi. Adesso la norma stabilisce un incremento fino a un terzo, che può essere bilanciato da possibili attenuanti.