Petrolio alle stelle, benzina attesa oltre 2 euro: colpa dell’Opec e delle accise

Il rinnovo dei tagli produttivi decisi dal cartello ha già fatto volare le quotazioni petrolifere: si attendono ora le ripercussioni sul prezzo della benzina alla pompa

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Redazione

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Pubblicato: 6 Settembre 2023 15:07

La nuova strategia dell’OPEC+, il cartello dei produttori petroliferi che comprende anche la Russia e l’Arabia Saudita, punta a sostenere le quotazioni del petrolio, che sono volate attorno ai 90 dollari al barile nel giro di un paio di mesi, per rimpinguare le casse dei paesi esportatori e finanziare i loro investimenti. Ma cosa accade però ai Paesi importatori di greggio come l’Italia? Le tariffe della benzina hanno registrato un aumento repentino in occasione degli esodi e controesodi estivi, tanto che si è gridato alla speculazione. A torto o a ragione?

L’OPEC+ proroga il taglio produttivo

Russia ed Arabia Saudita hanno annunciati ieri che intendono prorogare ed estendere fino alla fine dell’anno, i tagli produttivi decisi a inizio estate, con l’intento di sostenere le quotazioni petrolifere e garantire maggiori introiti dall’export, attraverso un razionamento dell’offerta.

L’Arabia Saudita, leader dell’OPEC, manterrà un taglio produttivo di 1 milione di barili al giorno fino alla fine dell’anno, confermando una produzione di circa 9 milioni di barili al giorno, ai  minimi di sempre. Una decisione presa per far risalire il prezzo del petrolio e finanziare l’ambizioso piano Vision 2030, che il principe ereditario saudita ha varato alcuni anni fa e che punta progressivamente a sostituire le entrate da petrolio con fonti rinnovabili.

La Russia, dal canto suo, andrà avanti con una riduzione delle esportazioni di petrolio di ulteriori 300 mila barili fino alla fine del 2023, che si aggiungono ai 500 mila precedenti, con l’intento di far risalire le quotazioni del greggio e sostenere il gettito prodotto dalle esportazioni petrolifere. Una contromisura per compensare i minori introiti dal gas e l’impatto delle sanzioni.

Il balzo delle quotazioni del greggio oltre 90 dollari

La decisione di Riad e Mosca ha avuto un immediato impatto sulle quotazioni petrolifere, che sono volate, con il Brent del mare del Nord che ha sfondato la soglia dei 90 dollari al barile, per poi riassestarsi oggi a 89,76 dollari/barile. Quotazioni che sono aumentate di quasi un terzo rispetto ai circa 70 dollari di metà giugno.

Parallelamente, è salito anche il prezzo della qualità di greggio texano, il WTI, che si è spunto su massimi di 97,3 dollari al barile, per poi consolidare stamattina a 86,69 Usd/b.

E’ allarme per la benzina: attesa oltre 2 euro al litro

L’aumento delle quotazioni petrolifere ha già avuto e continuerà ad avere impatti anche sulle tariffe della benzina, che ha vissuto un’estate di passione. Il prezzo della verde, in Italia, ha sfondato questa estate i 2 euro al litro in autostrada, tanto che si è parlato di speculazione, mentre il prezzo medio emerso dall’ultima rilevazione settimanale del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è pari a 1,954 euro per la verde e 1,855 euro per il gasolio, con un incremento in appena tre mesi del +8,1% per la verde e addirittura del +12,4% per il diesel.

Con questo nuovo rialzo del petrolio, però, la verde potrebbe registrare nuovi aumenti e superare i 2 euro al litro anche sulla rete ordinaria, in modalità self.

Effetti che come sempre si trasferiranno a cascata su tutti i beni, la cui produzione/distribuzione logistica avviene prevalentemente su gomma, facendo impennare nuovamente l’inflazione e rincarare la spesa delle famiglie.

Consumatori denunciano speculazioni

Frattanto, le principali associazioni dei consumatori ribadiscono l’esistenza di speculazioni nel mercato della distribuzione dei carburanti e chiedono al governo una massiccia riduzione delle accise.

“Rispetto a maggio un pieno di benzina costa oggi agli automobilisti 7,4 euro in più (+177,6 euro all’anno a famiglia ipotizzando due pieni al mese) – afferma Assoutenti – mentre per un pieno di gasolio la maggiore spesa raggiunge quota 10,3 euro (+247,2 euro all’anno a famiglia). “La stangata sul rientro degli italiani dalle vacanze estive da noi denunciata trova piena conferma nei dati forniti oggi dal Mase”, afferma il presidente Furio Truzzi, che sollecita un taglio di IVA ed accise, che pesano per il 55,3% su ogni litro di benzina e per il 51,3% sul gasolio.