La decisione di Opec non convince e ha confuso molti attori del settore. La strategia è quella di tagliare la produzione petrolifera fino al 2025 e questo per sostenere le entrate derivanti dalla vendita di petrolio a fronte di una domanda troppo debole, una maggiore concorrenza con la produzione statunitense e alti tassi di interesse. Il prezzo del petrolio però resta ai minimi.
Mentre gli analisti cercano di trovare un senso alla decisione di Opec+, potrebbero esserci degli effetti positivi sul costo di benzina e diesel. Infatti il prezzo dei carburanti deriva dal prezzo del petrolio, ma le variazioni brevi non hanno effetti immediati e rischiano di non averli affatto. La decisione di Opec però guarda nel medio periodo e gli effetti positivi per le tasche dei consumatori potrebbero presto manifestarsi.
La decisione di Opec+ spiazza: prezzo del petrolio ai minimi
A un giorno di distanza, la decisione presa da Opec+ non sembra convincere i mercati. Se l’obiettivo di Opec, come tentano di ricostruire i diversi esperti, era quello di stabilizzare il mercato petrolifero in crescita chiudendo i rubinetti e mantenere così i prezzi artificialmente alti, il risultato sembra essere un altro. Infatti il ritiro graduale del taglio, come da annuncio, potrebbe portare a un surplus di barili sul mercato e quindi a una diminuzione del costo del petrolio.
A differenza di altre variazioni, più o meno incisive nel breve periodo, la strategia di Opec potrebbe avere un impatto maggiore sul costo della benzina e del diesel al distributore.
Come è composto il prezzo dei carburanti?
Come è ben noto, il prezzo dei carburanti deriva dal costo della materia prima, ma non solo. Tra le voci che compongono il prezzo di benzina e diesel compare sì la materia prima, ma anche la componente fiscale, come Iva e accise e il margine lordo che determina il guadagno di tutti gli intermediari, i distributori e i venditori.
Parte fondamentale è quindi il prezzo della materia, in questo caso del petrolio che si misura sulle quotazioni di West Texas Intermediate (Wti), Fatehe e Brent. Non da meno l’agenzia specializzata che fa convergere domanda e offerta, ovvero Platts. È questo a fissare il valore effettivo dei prodotti raffinati e quindi il prezzo con il quale le raffinerie possono vendere benzina e gasolio in un determinato giorno.
Cosa succederà a benzina e diesel?
L’immagine perfetta per descrive la variazione lenta del costo della materia prima è data da una lunga fila di intermediari petroliferi, acquirenti del prodotto raffinato, operatori di mercati e broker. Sul prezzo della materia prima incidono quindi gli oneri relativi ai passaggi della filiera dalla raffinazione alla distribuzione.
Il calo del costo del petrolio non ha quindi sempre effetto diretto sul costo al distributore di benzina e diesel ed è proprio la lunga fila di intermediari, oltre a estrazione, produzione e raffinazione a dettare il tempo necessario per la variazione del costo. La decisione Opec però non porta a una variazione di prezzo nel breve periodo, ma a una strategia che si compierà per tutto il 2024 e per l’arco del 2025. Non sono ancora chiari quali saranno gli effetti sul costo di benzina e diesel e mentre gli analisti cercano di capire il piano di Opec, non si potrà fare altro che attendere lo sviluppo, in aumento o al ribasso, del costo dei carburanti.