Moody’s promuove l’Italia, dopo 23 anni upgrade storico del rating

L’upgrade di Moody’s porta l’Italia a Baa2 dopo oltre vent’anni, segnando una ritrovata credibilità sui mercati e conti pubblici più solidi

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Moody’s ha deciso di alzare il rating del debito pubblico italiano da Baa3 a Baa2 con outlook stabile, un upgrade storico che non si verificava dal maggio 2002, quando al governo c’era il secondo esecutivo Berlusconi e il rapporto debito/Pil viaggiava 30 punti percentuali sotto l’attuale.

La decisione, comunicata nella tarda serata dall’agenzia americana, rappresenta molto più di un semplice adeguamento tecnico: è il simbolo di una ritrovata credibilità internazionale. Chiude infatti un’epoca in cui i BTP occupavano, solo nella scala Moody’s, l’ultimo scalino dei titoli considerati sicuri, un passo appena sopra il “non investment grade”.

I motivi della promozione

Questa promozione rompe due tradizioni consolidate. La prima è temporale: bisognava risalire a 23 anni fa per trovare un miglioramento analogo. La seconda è metodologica: Moody’s ha infatti violato la sua abituale rigidità, che imporrebbe almeno 12 mesi tra un rialzo dell’outlook (avvenuto a maggio) e un upgrade vero e proprio. A convincere l’agenzia è stata la traiettoria dei conti pubblici, caratterizzata da un avanzo primario che quest’anno raggiunge lo 0,9% del Pil e punta all’1,9% nel 2028. Una dinamica resa possibile da un deficit che già nel 2024 sfiorerà il 3% del Pil, per scendere al 2,3% entro la fine del prossimo triennio.

La gobba attuale del debito, destinata a salire ancora al 137,4% nel 2025 prima di iniziare una discesa, è figlia dei crediti d’imposta del passato recente, a partire dal Superbonus. Proprio la decisione di chiudere quell’esperienza ha fissato un pilastro della fiducia conquistata sui mercati, che guardano al futuro più che al passato.

L’uscita anticipata dalla procedura Ue per i disavanzi eccessivi, resa possibile dalla nuova disciplina di bilancio, toglie ai conti italiani la gabbia da “sorvegliato speciale” e delinea un orizzonte di maggiore sostenibilità.

Un anno da record

Con questo upgrade, si chiude un anno da record per le valutazioni internazionali sui titoli di Stato italiani, cadenzato da sette miglioramenti. La catena era partita ad aprile con S&P Global Ratings, proseguita a maggio con il miglioramento dell’outlook di Moody’s, per poi continuare a settembre con Fitch e completarsi con la tripletta di ottobre di Dbrs, Kbra e Scope.

Un’eredità di sfiducia ventennale viene così superata, lasciando il posto a una nuova fase in cui l’Italia, pur con il suo pesante fardello di debito, ritrova un credito che sembrava smarrito.

Meloni: “Un risultato importante, confermata la fiducia dei mercati”

L’upgrade di Moody’s sull’Italia è “un risultato importante”, che “non avveniva da 23 anni”. È con queste parole che la premier Giorgia Meloni saluta la decisione dell’agenzia americana di alzare il rating sul debito italiano da Baa3 a Baa2, la prima promozione in oltre due decenni.

Questo riconoscimento premia il lavoro serio e responsabile del nostro governo, frutto di scelte coerenti sui conti e di riforme strutturali, ma anche il lavoro e l’impegno delle nostre imprese e dei nostri lavoratori. Desidero ringraziare in particolare il ministro Giorgetti per lo sforzo costante e scrupoloso nella gestione dei conti. La promozione di Moody’s è una conferma della fiducia dei mercati non solo nel governo, ma nell’Italia tutta.

Nella serata di ieri era stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a esultare per la decisione dell’agenzia di rating americana:

Siamo soddisfatti della promozione di Moody’s. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia.