Marina Brogi è un’economista italiana di fama internazionale. Diplomatasi nel Regno Unito, a Brighton, si è poi laureata in Italia, in Economia Politica presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi. È in seguito tornata nel Regno Unito per perfezionare gli studi economici, stavolta presso la celebre London Business School.
Una carriera ricca di incarichi, la sua. Attualmente è consigliere indipendente di Media for Europe NV. Presiede inoltre il collegio sindacale di Fratelli Branca Distillerie. A livello istituzionale, invece, è stata coinvolta in Banca d’Italia, European Securities and Markets Authority e Consob. Sul fronte politico, infine, è stata consulente del Ministero dell’Interno. A ciò si aggiunge la sua cattedra su International Banking and Capital Markets presso La Sapienza Università di Roma.
Crisi dei mutui
Sono tante le questioni di economia privata molto delicate. Uno dei più discussi è quello dei mutui, che Marina Brogi ha fronteggiato più volte nel corso di varie interviste.
La Bce ha operato non poco sul finire del 2023 in termini di tassi, poi lasciati inalterati a dicembre scorso. Una mossa che per l’economista non indica necessariamente l’inizio di una fase nuova e differente di politica monetaria. Nient’altro che un’evidenza della cautela della Banca Centrale europea, tenendo conto di un ambiente economico sempre più incerto e, al tempo stesso, in costante evoluzione.
Uno stop fa però di certo notizia, considerando come sia stato appena il secondo da luglio 2022, quando la fase di rialzi è partita. In questo scenario, si chiede agli economisti di provare a prevedere il prossimo futuro. Una missione tutt’altro che semplice, comprensibilmente.
Brogi ha spiegato a Quotidiano nazionale come un calo dei tassi da parte della Bce sia cosa molto complessa, perché dipendente da numerosi fattori. “In particolare l’andamento dell’inflazione. Questa dovrebbe ridursi gradualmente, stando alle proiezioni, restando però elevata per un periodo prolungato”.
In termini statistici, si parla del 2,7 nel 2024 e del 2,1 nel 2025. Ciò suggerisce che non dovrebbe esserci un taglio dei tassi nel breve periodo. La Bce potrebbe dunque agire nella direzione sperata, ovvero riducendo, soltanto dopo una stabilizzazione dell’inflazione. Si ritorna dunque a parlare di una progettualità basata sulla cautela d’azione e, in quest’ottica, occorrerà avvicinarsi al 2% a medio termine prima di vedere qualche serio cambiamento: “Al contempo la situazione è talmente incerta che è la stessa Bce ad affermare che deciderà riunione per riunione”.
Marina Brogi, consigli utili
Il clima economico in Europa è pesante e incerto. Dubbi sorgono sulla gestione della Bce, con tanti che si interrogano sui precedenti aumenti dei tassi, ipotizzando come siano stati fin troppo rapidi.
Il vecchio continente ha necessità assoluta di stimolare la propria crescita. In tal senso un’economia più accomodante potrebbe risultare necessaria. Ad oggi, però, la Banca Centrale europea sembra concentrata sul mantenimento dell’inflazione vicina al suo obiettivo a medio termine.
Parlando della situazione italiana, invece, lei vede il nostro Paese nella morsa di una combinazione. Da una parte l’inflazione sostenuta e dall’altra le pressioni sul costo del lavoro. Le imprese hanno visto ridotte le disponibilità di credito, con annesso impatto negativo sugli investimenti. Il tutto figlio di alti tassi di interesse.
Non aiutano di certo i prezzi delle materie prime e le tensioni geopolitiche. Ridurre i tassi, finalmente, potrebbe avere un impatto positivo. Consumi e investimenti ne risulterebbero stimolati.
Sarebbe una boccata d’aria anche sul fronte mutui, ovviamente. Si vive infatti una crisi profonda, tenendo conto di come i tassi di interesse, per quanto riguarda ovviamente i contratti variabili, abbiano raggiunto il massimo dal 2009.
L’economista Marina Brogi consiglia dunque alle famiglie di rinegoziare il proprio mutuo con la banca di riferimento. Sarebbe il caso di valutare l’allungamento della durata, così da ridurre l’importo in termini assoluti di quella che è diventata una rata mensile ben maggiorata.
“Può anche aver senso esplorare la possibilità di surrogare il mutuo, cercando se ci sono altri intermediari che applicherebbero condizioni meno onerose rispetto alla propria banca”.