La Manovra torna a crescere: il Governo Meloni prepara una riformulazione del testo al rialzo, con un pacchetto di modifiche da circa 3,5 miliardi di euro.
L’annuncio arriva direttamente dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che si è presentato in Commissione Bilancio al Senato per spiegare le ragioni dell’intervento e anticipare i contenuti del maxi-emendamento governativo.
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Altri 3,5 miliardi in Manovra
La mossa rallenta ulteriormente il calendario dei lavori e riaccende lo scontro politico con le opposizioni, che parlano di una Manovra riscritta e di un Parlamento esautorato. E intanto il tempo per l’approvazione si assottiglia e lo spettro dell’esercizio provvisorio si avvicina.
Il cuore del nuovo intervento in Manovra riguarda le politiche industriali, con il Governo che intende rafforzare le misure per le imprese, rispondendo alle pressioni delle associazioni di categoria.
Il maxi-emendamento prevede:
- un rafforzamento della Zona economica speciale unica del Mezzogiorno (Zes);
- nuove risorse per Transizione 5.0, il piano di incentivi per l’innovazione e la digitalizzazione dei processi produttivi;
- la proroga e la stabilizzazione dell’iperammortamento;
- interventi per l’adeguamento dei prezzi nei cantieri colpiti dal caro materiali.
“Abbiamo avuto domande significative, oltre le previsioni, sulla Zes e su Transizione 5.0, che riteniamo almeno ragionevolmente di dover coprire”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
L’aumento della Manovra impone però nuove coperture. Secondo quanto riferito in Commissione, una parte delle risorse dovrebbe arrivare dal comparto assicurativo, attraverso un contributo aggiuntivo legato alle polizze, in particolare quelle di responsabilità civile. In pratica, dal 2026 l’Rc Auto costerà di più.
Altre coperture potrebbero derivare dalla previdenza complementare, ambito nel quale il Governo prepara una serie di revisioni strutturali. Tra queste, la valorizzazione del silenzio-assenso per i neoassunti, soprattutto nelle grandi imprese, e nuovi stanziamenti per i fondi pensione delle forze dell’ordine, delle Forze armate e dei Vigili del Fuoco, con 20 milioni annui a partire dal 2026.
La ratio è chiara: orientare gli italiani verso le pensioni integrative, dal momento che, come ebbe a dire a suo tempo il sottosegretario Claudio Durigon, il rischio è quello di ritrovarsi un giorno con pensioni “da fame”.

Manovra e Ponte sullo Stretto, fondi riprogrammati
Tra i capitoli più sensibili c’è la riprogrammazione delle risorse per il Ponte sullo Stretto di Messina.
L’opera subisce uno slittamento temporale della spesa, motivato dal mancato avvio dei cantieri e dagli approfondimenti richiesti dalla Corte dei Conti. Il Ministero delle Infrastrutture precisa che non si tratta di un definanziamento, ma di una rimodulazione del calendari.
Oro di Bankitalia
Nel pacchetto entra anche la riformulazione dell’emendamento sulla riserva aurea di Bankitalia, uno dei punti più delicati della Manovra.
Dopo i rilievi della Banca centrale europea, il Governo ha riscritto la norma specificando che le riserve auree “appartengono al Popolo Italiano”, ma sono gestite e detenute dalla Banca d’Italia nel rispetto dei Trattati europei.
Sicurezza, sport e grandi eventi
Il maxi-emendamento include anche una serie di interventi settoriali:
- 114 milioni di euro per il 2026 destinati alla sicurezza in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina;
- la creazione del nuovo gioco numerico Win for Italia Team, con proventi destinati al Coni;
- risorse per il Piano Casa;
- fondi per attività culturali e per la città di Matera che sarà la Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026;
- nuovi stanziamenti per le forze di sicurezza e per la gestione dei flussi migratori nel quadro del Patto europeo.