Entro domani, l’Italia invierà alla Commissione europea la richiesta di pagamento della settima rata del Pnrr, pari a 18,25 miliardi di euro. Il Governo, nelle prossime ore, comunicherà di aver raggiunto tutti i 67 obiettivi previsti per il secondo semestre del 2024, ma tale dichiarazione è condizionata alla pubblicazione, attesa per questa sera, dell’ultimo decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 23 dicembre. Il decreto contiene due disposizioni urgenti necessarie per dichiarare il raggiungimento di altrettanti obiettivi.
Diversi obiettivi già raggiunti a ottobre
Questo è il primo traguardo ufficiale tagliato dal ministro Tommaso Foti, subentrato a Raffaele Fitto, ora vicepresidente esecutivo della Commissione europea.
Nell’ultima relazione semestrale sullo stato di avanzamento del Pnrr, la Corte dei conti aveva evidenziato che, a fine ottobre, undici dei 67 obiettivi erano già stati raggiunti. Alcuni di questi riguardano la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, come la migrazione al cloud con almeno un servizio attivo in 206 enti. È stata inoltre raggiunta la milestone relativa alla giustizia, con una riduzione del 95% dell’arretrato pendente al 2019 nei tribunali civili di secondo grado.
Tra gli altri traguardi, l’aggiudicazione dei contratti per la realizzazione degli investimenti Terna Tyrrhenian Link tra Sicilia e Campania e SA.CO.I.3 in Sardegna e Toscana, nonché la ricognizione delle misure di ripristino dei corsi d’acqua e del restauro degli edifici pubblici per la ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna. Per quest’ultima, si attende ancora la nomina del commissario straordinario che succederà al generale Francesco Paolo Figliuolo, ora vicedirettore dell’Aise.
Quanto ha ricevuto l’Italia finora del Pnrr
L’invio della richiesta di pagamento segnerà, comunque, solo l’inizio di un lungo processo di verifica degli obiettivi dichiarati raggiunti, il cosiddetto “assessment”. Considerato il vasto pacchetto di target, questo processo richiederà diversi mesi. A conferma di ciò, l’incasso della sesta rata da 8,7 miliardi, legata a soli 39 obiettivi del primo semestre, è avvenuto il 23 dicembre, lo stesso giorno in cui il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con i correttivi per la settima rata. Fino ad oggi, l’Italia ha ricevuto 122 miliardi di euro, pari al 63% della dotazione complessiva del Pnrr, che ammonta a 194,4 miliardi. Con la nuova tranche, si prevede che nel 2025 l’Italia raggiunga la cifra di 140,25 miliardi.
Nuova revisione del Pnrr in arrivo?
Il percorso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si prepara però a una nuova revisione, annunciata da Foti, che dovrebbe concretizzarsi a febbraio. Questo rappresenterà la vera novità del nuovo anno e, secondo le intenzioni del Governo, dovrebbe permettere di rivedere o cancellare gli obiettivi irraggiungibili per il 2026, così come di rimodulare quelli in difficoltà.
Il lavoro in questa direzione comincerà già con i ministri durante la prossima cabina di regia di gennaio, seguendo il metodo già utilizzato da Fitto per la maxi riscrittura del Pnrr approvata dalla Commissione europea esattamente un anno fa. Tuttavia, il contesto appare più complesso: quella revisione richiese un negoziato faticoso con la Commissione europea, che durò quasi dieci mesi, un periodo che oggi non è più sostenibile. A meno che Bruxelles non decida ufficialmente di mettere sul tavolo l’ipotesi di una proroga dei Piani di ripresa e resilienza oltre la scadenza del 2026, richiesta dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sin dalla scorsa primavera.