Italia indebitata, lo Stato ha passività per 3.943 miliardi e patrimonio netto negativo

Il Rendiconto approvato a ottobre 2025 rivela che l'Italia ha passività totali per 3.943 miliardi di euro e un patrimonio netto negativo

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

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Lo Stato italiano ha passività totali per 3.943 miliardi di euro, un patrimonio netto negativo e continua a convivere con un livello di indebitamento pubblico tra i più elevati al mondo. È quanto emerge dal Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2024, approvato con la Legge n. 141 del 26 settembre 2025 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 229 del 2 ottobre 2025).

I dati, pur tenendo conto della dimensione del Paese e del valore degli attivi pubblici, confermano come la sostenibilità del debito resti una delle principali sfide per la finanza pubblica italiana.

Entrate e spese a confronto

Secondo il Rendiconto generale, nel 2024 le entrate complessive accertate dallo Stato ammontano a 1.188,9 miliardi di euro, così suddivise:

  • entrate tributarie (imposte dirette e indirette, Iva, accise, Irpef, Ires), che rappresentano la fetta più ampia, oltre l’80% del totale;
  • entrate extratributarie, derivanti da utili delle partecipate pubbliche, canoni, sanzioni e proventi vari;
  • entrate per alienazione e ammortamento da beni patrimoniali e riscossione di crediti;
  • accensione di prestiti, ovvero nuovo debito per coprire il fabbisogno finanziario.

Sul fronte opposto, le spese complessive impegnate nel 2024 raggiungono 1.176,9 miliardi di euro, comprendendo:

  • spese correnti per stipendi dipendenti pubblici, pensioni, sanità, scuola;
  • interessi sul debito pubblico;
  • spese in conto capitale, destinate a investimenti pubblici, infrastrutture e innovazione;
  • rimborsi di passività finanziarie, ossia restituzione di prestiti e titoli di Stato in scadenza.

Un piccolo avanzo, ma un grande debito

Nonostante la portata delle cifre, il bilancio 2024 chiude con un avanzo di gestione di 11,9 miliardi di euro. Un dato apparentemente positivo, ma che non cambia la sostanza, poiché la montagna del debito pubblico continua a crescere e gli interessi che lo Stato deve pagare restano elevatissimi.

Infatti, alla chiusura dell’esercizio, il disavanzo finanziario del conto del Tesoro risulta pari a 440,6 miliardi di euro. Questo valore rappresenta la differenza tra le disponibilità liquide e gli impegni complessivi, e indica quanto lo Stato deve reperire per coprire le proprie passività a breve termine.

E a proposito di passività, secondo i dati allegati al documento, per l’Italia al 31 dicembre 2024 ammontano a 3.943 miliardi di euro. Per avere un’idea dell’ordine di grandezza, si tratta di una cifra superiore al doppio del Pil nazionale, che nel 2024 si è attestato intorno ai 2.100 miliardi di euro. Il rapporto debito/PIL si colloca quindi oltre il 188%, tra i più alti d’Europa dopo Grecia e Portogallo.

Cosa significa avere un patrimonio netto negativo

Uno degli elementi più significativi del rendiconto riguarda il patrimonio netto dello Stato, che risulta negativo. In termini contabili, cioè, le passività superano di gran lunga il valore degli attivi (beni, partecipazioni, immobili, crediti e riserve). Se lo Stato italiano fosse una società, il suo capitale proprio sarebbe eroso e servirebbe una ricapitalizzazione per coprire le perdite accumulate.

Questo non implica il rischio di fallimento, perché gli Stati sovrani operano in un sistema completamente diverso dalle imprese private, ma evidenzia la fragilità strutturale dei conti pubblici e la difficoltà di ridurre il debito senza penalizzare la crescita o la spesa sociale.

Perché il debito cresce nonostante l’avanzo

L’Italia riesce spesso a chiudere i bilanci con un avanzo primario (cioè entrate superiori alle spese, al netto degli interessi sul debito). Tuttavia, il problema principale è il peso degli interessi. Nel 2024, secondo le stime del Mef, lo Stato ha speso oltre 90 miliardi di euro solo per pagare gli interessi ai creditori.

Anche con una gestione positiva della spesa, il debito continua ad aumentare per effetto degli oneri finanziari accumulati. La risalita dei tassi d’interesse decisa dalla Bce negli ultimi anni ha aggravato ulteriormente la situazione, rendendo più costoso rifinanziare i titoli in scadenza.

Con la Manovra 2026 quindi il Governo dovrà affrontare un equilibrio difficile: mantenere la credibilità sui mercati e rispettare le regole europee di bilancio (in via di revisione con il nuovo Patto di stabilità) ma, al tempo stesso, trovare le risorse per gli aiuti e le misure annunciate.