Istat, aumento “moderato” del Pil nel 2024 dell’1%: sempre più vicini al target Bce

L'Istat ha pubblicato le stime del Pil nel 2024 e nel 2025, sottolineando un leggero aumento, sostenuto da domanda interna ed estera

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Si stima che l’economia italiana crescerà dell’1% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025, mostrando una leggera accelerazione rispetto al 2023, che ha visto un incremento dello 0,9%. Queste stime sono fornite dall’Istat nel documento “Le prospettive per l’economia italiana nel 2024-2025”.

Contributi alla crescita del Pil

Il contesto resta incerto, ma anche le previsioni dell’Istat lo attestano: il Pil italiano è in “moderata accelerazione” e raggiungerà l’1% quest’anno, per salire all’1,1% nel prossimo. Questo è in linea con quanto previsto dal governo Meloni nel Documento di economia e finanza di aprile, dove era stata stimata una crescita dell’1% per il 2024 e dell’1,2% per il 2025.

Nel 2024, l’incremento del Pil sarà sostenuto sia dalla domanda interna, al netto delle scorte, sia dalla domanda estera netta, con entrambe che contribuiscono con +0,7 punti percentuali. Il contributo delle scorte resterà però negativo, con un impatto di -0,4 punti.

L’anno successivo, la crescita sarà trainata principalmente dalla domanda interna, che apporterà un contributo di +0,9 punti percentuali. Secondo il Documento di Economia e Finanza (Def) di aprile, la previsione tendenziale è di un +1% per quest’anno e un +1,2% per il prossimo.

Andamento dell’occupazione

Nel primo trimestre del 2024, il mercato del lavoro italiano ha continuato a espandersi, con un aumento sia delle ore lavorate che delle unità di lavoro. In particolare, le ore lavorate sono cresciute dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, mentre le Ula sono aumentate dello 0,6%. Questo miglioramento è stato osservato in quasi tutti i settori economici, con le costruzioni che hanno registrato l’incremento più significativo nelle ore lavorate (+1,9%).

L’Istat stima che per il periodo 2024-2025, l’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (Ula), crescerà in linea con il Pil, registrando un incremento dello 0,9% nel 2024 e dell’1,0% nel 2025. Questo aumento dell’occupazione sarà accompagnato da un calo del tasso di disoccupazione, previsto al 7,1% quest’anno e al 7,0% nel 2025.

Le retribuzioni lorde per unità di lavoro sono aumentate del 1,4% rispetto al trimestre precedente. Questo incremento è stato trainato principalmente dal settore dei servizi, dove le retribuzioni sono cresciute del 2%. Nel comparto delle costruzioni, l’aumento è stato più contenuto (+0,4%), mentre nell’industria in senso stretto le retribuzioni sono rimaste stabili.

Consumi delle famiglie e Isp

I consumi privati continueranno a beneficiare del rafforzamento del mercato del lavoro e dell’aumento delle retribuzioni in termini reali, anche se saranno frenati dall’incremento della propensione al risparmio. Per il 2024, si prevede una crescita moderata dei consumi delle famiglie e delle Isp (+0,4%), seguita da un’accelerazione nel 2025 (+1%).

Inflazione, graduale ritorno ai target della Bce

Nei prossimi mesi, è previsto un graduale ritorno verso tassi di inflazione vicini ai target della Banca Centrale Europea (Bce). Secondo l’Istat, questa dinamica determinerà una forte decelerazione del deflatore della spesa delle famiglie residenti, che passerà dal +5,2% del 2023 al +1,6% nel 2024, per poi registrare un moderato incremento del +2,0% nel 2025.

L’Istat sottolinea che il contesto internazionale rimane caratterizzato da una notevole incertezza, influenzata soprattutto dalle tensioni geopolitiche. Nonostante ciò, l’economia globale mostra una leggera accelerazione, con previsioni di crescita del Pil mondiale del 3,2% nel 2024 e del 3,3% nel 2025.

Investimenti fissi lordi in decelerazione

Per quanto riguarda gli investimenti fissi lordi, l’Istat prevede una decelerazione nel biennio di previsione. Gli investimenti aumenteranno dell’1,5% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025, in calo rispetto al +4,7% del 2023. Questa decelerazione è attribuita alla riduzione degli incentivi fiscali per l’edilizia, che sarà comunque compensata dall’attuazione delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dalla riduzione dei tassi di interesse.