Fondi sovrani, la top ten mondiale: Fondo saudita in escalation

In base alla consueta classifica annuale, i Fondi sovrani dei Paesi mediorientali produttori di petrolio sono i più attivi a livello mondiale

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Redazione

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Pubblicato: 2 Gennaio 2024 10:12

Il 2023 è stato un anno di grandi sfide, non solo per l’economia, i mercati e le banche centrali, ma anche per i grandi investitori internazionali, in particolare i Fondi sovrani, che in molti casi hanno ridimensionato gli investimenti, ma non tutti. E’ il caso del Fondo sovrano saudita PIF che, anzi, ha accresciuto gli impieghi quest’anno.  E’ quanto emerge dal consueto rapporto annuale di Global Swf, che offre una panoramica dei fondi sovrani più attivi ed anche degli investimenti privilegiati da questa categoria di investitori.

Su cosa hanno puntato i Fondi sovrani? Quale area del globo è stata privilegiata? E come hanno dimensionato i loro investimenti quest’anno?

PIF al primo posto con oltre 30 miliardi

Il Public Investment Fund saudita, in breve PIF, è il veicolo finanziario di Ryad e gestisce uno dei patrimoni più ingenti al mondo. Nato grazie al ricco business del petrolio, il fondo saudita si è imposto sui mercati finanziari globali e negli ultimi anni è cresciuto moltissimo, aspirando a diventare il più grande fondo sovrano al mondo entro il 2030. Lo scorso anno, PIF ha investito circa 31,8 miliardi di dollari, una cifra che risulta in crescita del 33% rispetto al 2022.

Ma non solo il fondo saudita si è imposto sulla scena globale. Esiste nello scenario dei fondi più attivi a livello globale un quintetto di fondi sovrani, appunto battezzati “Oil Five”, formato da tre fondi sovrani emiratini – Adia, Mubadala e Adq – e da un quinto fondo del Qatar denominato Qia.

Scendono la classifica i fondi dell’Estremo Oriente

Fra i più attivi a livello n global, ma non ai livelli di un tempo, si classificano ancora i fondi di Singapore Gic e Temasek, e tre fondi canadesi, cosiddetti “Marple Eight”:Cpp, Bci, Otpp. I primi due però hanno ridotto i loro investimenti quest’anno del 51% mentre i tre fondi canadesi hanno ridimensionato gli impieghi del 36%.

Un altro fondo canadese, il Cdpq, classificato fondo dell’anno 2022, ha frenato quest’anno, uscendo dalla top ten die più attivi a livello globale.

La raccolta resta largamente positiva

Nonostante la frenata degli investimenti, in termini di raccolta l’anno è stato ancora molto favorevole per i fondi sovrani. Grazie alla buona performance dei mercati azionari ed all’ascesa delle quotazioni petrolifere, le masse gestite (AuM) sono lievitate ed hanno raggiunto un  picco di 11,2 trilioni di dollari.

A fronte di questa cifra gli investimenti hanno totalizzato 124,7 miliardi di dollari, registrando un calo del 20% rispetto all’ann precedente, suddiviso per 324 transazioni.

Una performance analoga a quella dei fondi pensione pubblici, i cui investimenti sono scesi del 26% a 80,4 miliardi di dollari suddivisi in 268 operazioni.

Ma dove investono i fondi?

Insieme alle cifre investite sono cambiate anche le preferenze degli investitori internazionali, che ora sembrano prediligere i Mercati Emergenti. La metà dei fondi sovrani ci ha investito, preferendo in particolare Cina, Indonesia, Brasile ed India. Anzi, l’India è diventata la seconda destinazione più popolare dopo gli Stati Uniti, superando Regno Unito e Cina.

Guardando invece ai singoli settori, si nota che oltre un quarto degli investimenti si è diretto sull’immobiliare, a dispetto della crisi emergente in Cina, ma hanno fatto bene anche il settore finanziario (19% degli impieghi) ed infrastrutturale (18%).