Argento sopra i 75 dollari l’oncia, conviene investire ora o aspettare?

L’argento supera per la prima volta i 75 dollari l’oncia, aggiornando il record storico. Giusto investire in questo periodo?

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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L’argento ha superato per la prima volta la soglia dei 75 dollari l’oncia, toccando un picco di 75,1515 dollari per 31,1 grammi. Si tratta di un livello che segna un passaggio simbolico per il metallo, protagonista di una crescita molto accentuata nel corso dell’anno. Nel 2025 l’argento ha registrato un progresso vicino al 140%, una performance che riporta indietro nel tempo fino alla fine degli anni Settanta per trovare dinamiche comparabili. Il movimento riflette sia il ruolo dell’argento come metallo prezioso, quindi come possibile bene rifugio, sia la sua componente industriale, legata a settori come l’elettronica, le energie rinnovabili e l’industria manifatturiera. Questa doppia natura rende il metallo particolarmente sensibile alle fasi di transizione economica e alle aspettative sulla crescita futura.

Oro ai massimi storici tra futures e mercato spot

Parallelamente all’argento, anche l’oro ha aggiornato i propri record. Nel giorno di Santo Stefano, i futures sull’oro con consegna a febbraio hanno raggiunto quota 4.561 dollari l’oncia, per poi assestarsi a 4.547 dollari, in rialzo dello 0,98% rispetto alla seduta precedente. Sul mercato spot, il prezzo si è attestato a 4.515 dollari l’oncia, con un incremento dello 0,81%.

Già nei giorni precedenti il metallo giallo aveva mostrato una forte accelerazione, superando i 4.400 dollari e arrivando fino a un massimo di 4.420,35 dollari sul mercato londinese. Dall’inizio dell’anno, il rialzo complessivo si avvicina al 70%, ben oltre il precedente massimo storico che resisteva da ottobre.

Platino e palladio in forte rialzo

Anche il platino ha segnato movimenti significativi, dopo aver toccato un massimo storico a 2.448,25 dollari l’oncia. Nelle ultime quotazioni il metallo tratta intorno a 2.368,30 dollari, con un rialzo superiore al 6%. Per il platino si tratta dei livelli più alti degli ultimi 17 anni.

In forte recupero anche il palladio, che è salito oltre il 5% fino a 1.810,50 dollari l’oncia, riportandosi su valori che non si vedevano da circa tre anni. Entrambi i metalli sono influenzati sia da fattori finanziari sia dalle prospettive della domanda industriale, in particolare nel settore automobilistico.

Il ruolo della finanza e delle politiche monetarie

Al di là degli aspetti industriali, il movimento dei metalli è guidato soprattutto da dinamiche finanziarie. Gli stessi fattori che stanno sostenendo le Borse globali, in particolare l’aspettativa di ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, alimentano la domanda di metalli preziosi. Il mercato sconta almeno due riduzioni dei tassi nel prossimo anno, ipotesi che rende l’oro più attraente in un contesto di rendimenti reali più bassi.

Anche le tensioni geopolitiche continuano a giocare un ruolo rilevante, rafforzando l’appeal dei beni rifugio. A questo si aggiungono gli acquisti delle banche centrali e il forte afflusso di capitali negli ETF legati a oro e argento, con volumi tali da creare una competizione diretta per risorse considerate limitate.

Inoltre, secondo il Silver Institute, nel 2024 la domanda industriale ha toccato 680,5 milioni di once (+4%), segnando il quarto record consecutivo. A spingere la richiesta è l’utilizzo dell’argento per la costruzione di pannelli solari, smartphone, veicoli elettrici e componentistica elettronica.

Conviene investire ora?

Non mancano però elementi di cautela. All’inizio del nuovo anno è attesa una fase di maggiore volatilità, legata al ribilanciamento degli indici sulle materie prime. Oro e argento, dopo i forti rialzi del 2025, potrebbero essere temporaneamente oggetto di prese di profitto, anche in vista delle operazioni di aggiustamento del Bloomberg Commodity Index. Il quadro complessivo resta comunque caratterizzato da prezzi elevati e da un forte interesse per i metalli, che chiudono l’anno su livelli storicamente rilevanti, riflettendo un equilibrio complesso tra fattori economici, finanziari e geopolitici.

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