Inflazione, a settembre nell’Eurozona scende all’1,8%: taglio dei tassi sempre più vicino

Attesa in leggero ribasso l'inflazione in Eurozona. È quanto emerge dai dati preliminari dell'Eurostat, che ha pubblicato una stima flash

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il tasso di inflazione annuale nell’area euro è sceso al 1,8% a settembre, rispetto al 2,2% di agosto, secondo la stima flash di Eurostat. È la prima volta dall’inizio della discesa dell’inflazione che il tasso scende sotto il 2%, il target di riferimento della Bce per la politica monetaria. Si prevede che i servizi avranno il tasso annuale più elevato a settembre, seguiti da cibo, alcol e tabacco.

In attesa dei dati consolidati, attesi il 17 ottobre, si registra all’interno dei Paesi Ue un andamento che non potrà non essere considerato quando il Consiglio direttivo dovrà decidere se tagliare i tassi di interesse a ottobre.

I dati nel dettaglio

Dai dati di Eurostat emerge un particolare calo nei prezzi dell’energia e una stabilità nei servizi, che restano su livelli molto alti. Analizzando i vari componenti, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha registrato un tasso di inflazione di 1,8%. Escludendo i prezzi dell’energia, l’inflazione è salita al 2,6%, mentre, escludendo anche il cibo non trasformato, è arrivata al 2,7%. Se si considerano solo gli articoli esclusi energia, alimenti, alcol e tabacco, il tasso rimane ancora al 2,7%.

Nel settore alimentare, alcol e tabacco, l’inflazione si è attestata al 2,4%, con i cibi e gli alcolici trasformati che hanno registrato un tasso del 2,7%. D’altra parte, il tasso per i cibi non trasformati è stato dell’1,5%. Riguardo all’energia, si è osservato un significativo calo, con un tasso annuale di -6,0%. Infine, i beni industriali non energetici hanno mostrato un’inflazione dello 0,4%, mentre il settore dei servizi ha mantenuto un tasso stabile al 4,0%.

Tra le principali economie, l’Italia dovrebbe registrare un’inflazione allo 0,8% (rispetto all’1,2% di agosto), la Germania all’1,8% (da 2% ad agosto), la Francia all’1,5% (da 2,2% ad agosto), la Spagna all’1,7% (da 2,4% ad agosto) e i Paesi Bassi al 3,3%, rimasto stabile rispetto al mese precedente.

Taglio dei tassi in arrivo?

Si può quindi affermare che la battaglia contro l’inflazione è stata vinta, considerando che ad ottobre 2022 la crescita aveva raggiunto il 10,6%, mentre a settembre 2023 si attestava al 5,2%. Il costo della vita è tornato nell’obiettivo stabilito dalla Banca Centrale Europea, che potrebbe quindi procedere con ulteriori riduzioni dei tassi di interesse nelle prossime riunioni. Una situazione analoga si osserva anche negli Stati Uniti, dove l’inflazione è in calo e si dirige verso il target del 2% fissato dalla Federal Reserve.

Ieri, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha comunicato all’Europarlamento che “l’inflazione potrebbe aumentare temporaneamente nel quarto trimestre di quest’anno, poiché i precedenti cali bruschi dei prezzi dell’energia non saranno più considerati nei tassi annuali, ma gli ultimi sviluppi rafforzano la fiducia che l’inflazione tornerà rapidamente al target”. Nell’aprile 2021, il tasso di inflazione era all’1,6%, salendo poi al 2% a maggio e all’1,9% a giugno, prima di riprendere a crescere.