Grappa italiana falsa bloccata: sequestro di aromi e kit per produzione illecita

L'operazione condotta in Svezia per tutelare le eccellenze italiane da frodi e contraffazioni della denominazione Grappa e di altri simboli del nostro Paese

Foto di Federica Petrucci

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 22 Gennaio 2025 08:00

Un’importante operazione a tutela del patrimonio enogastronomico italiano è stata portata a termine dall’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari). In Svezia, le autorità hanno individuato e bloccato la produzione e la distribuzione di aromi e kit destinati alla produzione fai-da-te di una falsa Grapp”.

Il sequestro della Grappa falsa bloccata in Svezia

I prodotti sequestrati in Svezia utilizzavano in maniera impropria della denominazione geografica protetta “Grappa”.

Nel dettaglio, l’operazione, condotta dall’Icqrf, in collaborazione con le autorità svedesi e Amazon, ha sventato la produzione e la distribuzione di aromi e kit per la produzione illecita di una bevanda che falsamente era presente la dicitura “Grappa”. I prodotti bloccati erano progettati per permettere ai consumatori di creare una presunta Grappa fai-da-te.

Oltre a riportare impropriamente il nome di Grappa, le etichette riportavano anche nomi fuorvianti come Gran Riserva Superiore e una Indicazione Geografica Protetta (Igp) riservata esclusivamente al distillato prodotto in Italia secondo rigidi standard di qualità.

Come venivano distribuiti i prodotti contraffatti

La vendita dei prodotti avveniva anche attraverso canali online, rendendo la distribuzione potenzialmente capillare. Grazie a un protocollo di intesa tra il Ministero dell’Agricoltura e Amazon, la piattaforma ha agito tempestivamente per interrompere le vendite, contribuendo a limitare la diffusione del prodotto contraffatto.

Con il supporto delle autorità svedesi, poi, la produzione degli aromi incriminati è stata bloccata sul territorio locale. L’operazione è stata resa possibile grazie al protocollo di intesa tra più fronti.

La lotta al fenomeno dell’italian sounding

Questo caso si inserisce nella più ampia battaglia contro l’italian sounding, una pratica che sfrutta nomi, simboli e diciture riconducibili all’Italia per commercializzare prodotti che non rispettano gli standard qualitativi o l’origine certificata. Il danno derivante da queste frodi non è solo economico, ma colpisce anche il prestigio dei marchi italiani.

Non è la prima volta che il falso Made in Italy nel settore alimenti e bevante viene bloccato, eppure i prodotti contraffatti che usano le denominazioni protette impropriamente continuano a circolare, soprattutto all’estero.

Il danno di queste frodi, però, non si limita all’aspetto economico, benché questo sia significativo: secondo stime recenti, il mercato dell’italian sounding supera di gran lunga il valore delle esportazioni autentiche dei prodotti agroalimentari italiani.

Basta pensare che, secondo il Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa, il mercato della grappa in Italia ha registrato un fatturato di circa 102,6 milioni di euro nel 2023, con la vendita di circa 9,4 milioni di bottiglie attraverso la grande distribuzione organizzata. Questa sottrazione indebita di valore quindi penalizza i produttori italiani onesti, che investono in qualità e rispetto delle normative, e riduce la competitività dei prodotti autentici sui mercati internazionali.

Il danno, però, è anche culturale e reputazionale. L’italian sounding mina la percezione del marchio Made in Italy, un simbolo di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo. Quando i consumatori acquistano prodotti contraffatti pensando che siano italiani, il rischio è che associno il nostro Paese a prodotti di qualità inferiore. Questo indebolisce il prestigio delle denominazioni originali, erodendo la fiducia del consumatore verso i veri prodotti italiani.

Ad essere colpiti, infatti, sono anche i consumatori stessi, che vengono ingannati e privati della possibilità di godere della vera qualità e autenticità dei prodotti italiani.