Il prezzo del gas europeo torna a galoppare, sfondando nuovamente il tetto dei 50 euro al megawattora. Sul mercato di Amsterdam, i contratti Ttf mettono a segno un rialzo del 6%, toccando quota 51,1 euro, un livello che non si vedeva da quindici mesi. Il settore energetico si conferma un terreno di gioco instabile, tra rincari improvvisi e tensioni che sembrano non voler dare tregua.
Il rialzo del prezzo del gas si traduce in nuovi costi per famiglie e aziende, in una fase già segnata dall’aumento delle spese energetiche. Con l’inverno ancora in corso, la domanda resta elevata e il rischio di ulteriori rincari non è da escludere.
Temperature rigide e interruzioni nei flussi spingono il rialzo
Il prezzo del gas torna a correre, spinto da un intreccio di fattori che rende il mercato sempre più instabile. Il freddo ha fatto schizzare la domanda di riscaldamento, mentre problemi tecnici nelle infrastrutture chiave hanno complicato ulteriormente la situazione. La Norvegia, secondo fornitore europeo dopo la Russia, ha dovuto rallentare le esportazioni a causa di guasti imprevisti, mentre la Malesia ha ridotto le spedizioni di Gnl per lavori di manutenzione prolungati. Le scorte si assottigliano rapidamente, le forniture arrancano, e il peso di questi rincari ricade direttamente su famiglie e imprese, già alle prese con l’aumento del costo della vita.
Sul mercato di Amsterdam, il future Ttf con scadenza a febbraio ha chiuso con un balzo del 6,6%, sfondando i 51,4 euro per megawattora. Durante la giornata, il contratto Dutch Ttf ha toccato i 49,67 euro, con un incremento del 3%. Numeri che raccontano una realtà precisa: le scorte si stanno riducendo a ritmi preoccupanti e le incertezze sulla capacità di approvvigionamento continuano a far tremare il mercato.
Scorte in calo e instabilità geopolitica frenano il mercato
Secondo Gas Infrastructure Europe, le riserve di gas nell’Unione Europea erano al 55,5% della capacità totale all’inizio della settimana. I prelievi netti sono stati stimati a 4,8 terawattora, segno di consumi sostenuti nella fase più rigida dell’inverno. Nel breve periodo, è atteso un incremento delle importazioni di gas naturale liquefatto, ma resta il nodo della fornitura via gasdotto.
Uno dei punti più delicati riguarda il passaggio del gas attraverso l’Ucraina. L’accordo con la Russia per il transito è in scadenza e il futuro dei flussi resta incerto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina è pronta a consentire il transito del gas dall’Azerbaigian attraverso le proprie infrastrutture. Secondo Anz Research, un accordo potrebbe essere raggiunto rapidamente, ma la mancanza di dettagli ha lasciato il mercato pendente, in attesa di sviluppi concreti.
Un problema che si ripresenta
Non è assolutamente nuova questa situazione. Anche ai primi di gennaio 2025, il Ttf olandese, il contratto di riferimento per il gas naturale europeo, aveva superato i 50 euro/MWH, segnando un aumento del 50% su base annua e il livello più alto da ottobre 2023.
Le scorte europee di gas naturale sono rapidamente scese nei primi mesi dell’autunno/inverno, al di sotto del livello di riempimento medio decennale pre-guerra. Per ora l’Europa evita la crisi energetica, ma le scorte di gas stanno scivolando verso livelli più bassi rispetto agli ultimi due inverni. Questo significa una sola cosa: nei prossimi mesi bisognerà fare i conti con acquisti strategici per non farsi trovare scoperti nel 2025-2026.