Under 44 più poveri, il 60% della ricchezza è degli over 60: i dati del gap generazionale

In Italia, oltre il 60% della ricchezza è detenuto dagli over 60, mentre Millennial e Gen Z possiedono solo l’8,7%, penalizzati da salari e instabilità

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 19 Gennaio 2025 19:47

In Italia, il portafoglio è sempre più saldo nelle mani di chi ha superato i 60 anni. Secondo i dati della Banca d’Italia, raccolti e analizzati da Unimpresa, oltre la metà della ricchezza è appannaggio delle generazioni più mature. Una fotografia che racconta uno squilibrio destinato a far discutere e che lascia alle nuove generazioni solo le briciole.

Baby Boomer e Generazione Silenziosa dominano il patrimonio

I Baby Boomer, nati tra il 1946 e il 1964, si confermano i campioni indiscussi della ricchezza nazionale, con una media patrimoniale che supera i 360mila euro. A seguirli, con una quota importante, c’è la Generazione Silenziosa, nata prima del 1945, che insieme ai Baby Boomer controlla oltre il 60% del totale. Numeri che, messi nero su bianco, evidenziano quanto il peso economico si concentri su chi ha vissuto i decenni del boom economico.

La Generazione X mantiene un ruolo rilevante

Nati tra il 1965 e il 1980, i rappresentanti della Generazione X detengono una media patrimoniale di circa 300mila euro e rappresentano il 33,1% della ricchezza totale. Una posizione che, seppur lontana dai Baby Boomer, li pone in una situazione più favorevole rispetto agli under 44.

Prima di strabuzzare gli occhi per questo dato, vanno fatte delle doverose premesse. Il dato riflette il patrimonio totale medio: non solo risparmi liquidi, ma anche proprietà immobiliari (case di proprietà), investimenti in titoli, azioni, fondi pensione e altri asset finanziari. Detto questo, il dato medio può anche essere fuorviante perché nasconde forti disuguaglianze: una minoranza di persone con patrimoni molto elevati alza la media, mentre una gran parte della popolazione possiede molto meno. Per rappresentare meglio la situazione, sarebbe utile guardare la mediana (il valore al centro della distribuzione, non influenzato dai valori estremi), che risulterebbe sicuramente molto più bassa.

Millennial e Generazione Z: lontani dalla ricchezza

Anche senza dover ricorrere alla mediana, gli under 44, ovvero Millennial e Generazione Z, non brillano nel panorama patrimoniale italiano. Con solo l’8,7% del patrimonio totale, faticano a scalare la classifica economica. La loro media patrimoniale riflette difficoltà concrete: stipendi bassi, contratti precari e un mercato immobiliare che li esclude dai giochi.

Il risparmio come arma segreta

Ma gli italiani sanno come resistere. Nel 2024, secondo Unimpresa, il risparmio totale di famiglie e imprese ha toccato quota 8.306 miliardi di euro, con un aumento del 3,9% rispetto all’anno precedente. Un vero e proprio tesoro, quasi tre volte il debito pubblico, che rende le famiglie il vero baluardo dell’economia italiana. In questo totale spiccano i 5.727 miliardi di ricchezza mobiliare, cresciuti di 217 miliardi rispetto al 2023.

Guardando agli ultimi anni, la ricchezza finanziaria complessiva ha registrato una crescita significativa. Nel 2024 si è raggiunta la cifra record di 19.613 miliardi di euro, un balzo del 15,1% rispetto al 2019. Questo capitale, composto da conti correnti, obbligazioni, azioni, fondi comuni e polizze assicurative, racconta la resilienza degli italiani, capaci di accantonare risorse anche nelle tempeste economiche.

Famiglie al centro della tenuta economica

Le famiglie italiane, sempre più “formichine”, si confermano un pilastro della tenuta finanziaria del Paese. Come evidenziato da Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa, “la ricchezza privata è una componente fondamentale per il Paese. Incentivare e proteggere il risparmio degli italiani non significa solo preservare il patrimonio delle famiglie, ma anche offrire una leva per la crescita economica nazionale”. Tuttavia, Spadafora richiama l’attenzione su una necessità urgente: rivedere il sistema fiscale per incentivare gli investimenti di lungo periodo.

Mercato immobiliare e generazioni escluse

Gli over 60 non dominano solo i risparmi, ma anche il mattone. Il mercato immobiliare resta fuori portata per i più giovani, penalizzati da redditi bassi e contratti instabili. Questo squilibrio non è solo una questione economica, ma sociale, rendendo sempre più complesso spezzare il ciclo delle disuguaglianze generazionali. Il risultato? Una casa di proprietà diventa un miraggio per chi non ha eredità alle spalle.