Fusione fra Rai Way ed Ei Towers, il governo punta al colosso delle telecomunicazioni

Il Dpcm che spiana la strada alla fusione fra Ray Way ed Ei Towers c'è. Il 40% della società privata appartiene a Mediaset

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il matrimonio fra le antenne di Rai Way e quelle di Ei Towers s’ha da fare: il governo spinge per la creazione di un colosso nazionale delle infrastrutture radiotelevisive. La creatura che vedrebbe la luce comporterebbe la collaborazione di pubblico e privato e porterebbe un’inedita intesa fra Rai e Mediaset, vista la composizione aziendale di Ei Towers (60% F2i, 40% Mfe-Mediaset).

Il Dpcm di Giorgia Meloni

È stato bollinato un nuovo Dpcm firmato dal pugno della premier Giorgia Meloni e recante le firme di Alfredo Mantovano (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) Giancarlo Giorgetti (Economia) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy).

L’attuale assetto

Attualmente la Rai detiene il 64,97% di Rai Way. Il nuovo Dpcm meloniano va a modificare il precedente emesso nel 2022 dall’allora premier Mario Draghi, il quale aveva autorizzato la Rai a scendere sotto il 51% di Rai Way. Ora la Rai è autorizzata a scendere fino al 30%. Ai fini della scelta delle modalità di alienazione, come spiega il governo, “sono privilegiate” quelle “operazioni funzionali ad assicurare l’aggregazione tra soggetti del medesimo settore”.

L’indicazione naturale è quella della fusione con Ei Towers, al fine di creare un colosso delle Tlc in cui la principale tv pubblica e la principale tv privata andranno a braccetto. “Eventuali operazioni di cessione di quote di minoranza” da parte di Viale Mazzini “possono avvenire solo se coerenti e compatibili” con il consolidamento del comparto. La Rai ha deciso la vendita del 15% di Rai Way per finanziare il suo piano industriale.

Quale futuro

Ma la Rai dovrà conservare “una partecipazione” nella società post-fusione “tale da consentire la definizione di accordi di gestione e di governance idonei a garantire i migliori standard di sicurezza e qualità per la diffusione dei contenuti del servizio pubblico radiotelevisivo”. E dovrà inoltre mantenere Rai Way in Borsa “al fine di garantire la massima diffusione dell’azionariato”.

La nascita di un super soggetto nazionale delle torri di telecomunicazione era stata auspicata più volte anche da Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mfe.

La notizia ha spinto i mercati a premiare Rai Way, che ha visto il suo titolo crescere in Borsa dal momento che dopo la fusione ci si attendono dividendi straordinari.

Sulla fusione stanno già lavorando alcuni advisor al fine di spianare il terreno, ma perché il piano si concretizzi occorre però attendere: serve un cda Rai nel pieno dei suoi poteri, mentre quello attuale è in scadenza. Il rinnovo dei vertici Rai arriverà dopo le elezioni Europee.

Da quanto trapelato, oltre al dividendo speciale che Rai Way dovrà distribuire ai soci (e quindi anche alla Rai), i soci privati di Ei Towers vorranno un ruolo e poteri di veto.

Dalla fusione, secondo le stime, deriverebbe un beneficio sulla gestione dei costi fino a 400 milioni di euro.