Governo investe i 500mila euro dell’educazione sessuale all’insegnamento della fertilità

Il governo ha spostato i 500mila euro previsti per l'educazione sessuale alla prevenzione dell'infertilità. Una decisione che ha sollevato polemiche politiche e sociali

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 10 Gennaio 2025 18:58

Una vittoria festeggiata troppo presto quella di Riccardo Magi, che era riuscito a ottenere la promozione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole secondarie con un budget di 500mila euro dalla Manovra 2025. A legge di Bilancio approvata, arriva il colpo di scena: Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento di Fratelli d’Italia, ha spiegato che i fondi sono stati dirottati alla discussione del tema della fertilità.

Alla faccia dell’impegno per l’educazione sentimentale, proposta dal ministro Valditara, o alla richiesta da parte di famiglie e associazioni di un’educazione alla prevenzione di gravidanze indesiderate e malattie. No, a scuola gli insegnanti saranno aggiornati sui contenuti per la prevenzione riguardo la tematica della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento alla prevenzione dell’infertilità.

Addio al fondo per l’educazione sessuo-affettiva: 500mila euro alla fertilità

La domanda era semplice: come saranno impiegati i 500mila euro destinati all’educazione sessuale e affettiva? Lo scorso 8 gennaio, il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani di Fratelli d’Italia, ha spiegato che:

Il fondo verrà usato prioritariamente per moduli informativi per gli insegnanti delle scuole di primo e secondo grado riguardanti le tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione dell’infertilità.

Il tema non è certo lo stesso: da problemi di fertilità a problemi di prevenzione delle gravidanze indesiderate, la strada è lunga e tortuosa. Ma il governo Meloni ce l’ha fatta, in qualche modo, forse spinto dall’influenza di gruppi integralisti cattolici e anti-diritti (per usare la descrizione del segretario di +Europa Riccardo Magi).

Come si parlerà di fertilità è ancora poco chiaro. Sono previsti i moduli di aggiornamento per gli insegnanti, ma come saranno fruiti dagli alunni non è stato spiegato. Inoltre, non sono stati presentati all’attenzione di deputati e cittadini i dati di riferimento sull’utilità di parlare di fertilità per sconfiggere il calo demografico, il grande nemico del governo Meloni.

Pro Vita & Famiglia vince, il Paese intero perde un po’ di consapevolezza

Sono dure le parole dell’opposizione, che criticano non soltanto la decisione del governo, ma anche l’influenza di Pro Vita & Famiglia. Intervistato dal giornalista Simone Alliva, Riccardo Magi si è sfogato. Secondo il deputato si tratta di una brutta forzatura. “Quell’emendamento era passato nella legge di Bilancio con quella dicitura e con quella finalità. C’è una forzatura forte anche nel metodo oltre che nel merito”, ha spiegato.

Non a caso, come spiegato dal giornalista, dietro il dirottamento dei fondi si cela Pro Vita & Famiglia, una ONLUS che fa il lavoro di lobby contro i diritti e, in particolar modo, contro quelli riproduttivi, di scelta e delle persone LGBTQIA+. Infatti, dal 20 dicembre, con newsletter, petizioni, e-mail ai deputati, senatori e membri del governo, è stata fatta pressione affinché i 500mila euro dedicati all’educazione alla sessualità e all’affettività venissero spostati altrove.

“Hanno ceduto ai movimenti integralisti cattolici. Una mossa che annulla l’esistenza di un approccio liberale sul centro-destra su temi come le libertà individuali e sessuali”, ha continuato Magi.

Ha vinto ancora una volta l’ideologia degli anti-scelta e la passerella dei politici nelle giornate di memoria delle vittime e contro la violenza, mentre il Paese ha perso ancora una volta. Lo fa capire bene Monica Pasquino, presidente della rete nazionale “Educare alle differenze”. Secondo Pasquino, infatti, in 10 anni di attività nessun insegnante si è mai lamentato del problema di spiegare ai ragazzi come prevenire l’infertilità. “Tutto questo è davvero ridicolo”, ha concluso.