Solo 1 italiano su 4 investe: ampie differenze di genere, istruzione e territorio

XTB approfondisce i comportamenti finanziari degli italiani e offre webinar gratuiti per avvicinare tutti al mondo degli investimenti

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Redazione

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In occasione del Mese dell’Educazione Finanziaria, XTB ha presentato i risultati di una ricerca, condotta da YouGov, sul comportamento finanziario degli italiani, mettendo in luce un quadro che, pur mostrando segnali di dinamismo tra i più giovani e tra i cittadini con più elevata alfabetizzazione finanziaria, conferma un persistente ritardo strutturale nel rapporto con il risparmio e gli strumenti di investimento.

Solo 1 italiano su 4 investe

Secondo quanto rilevato, solo il 25% degli italiani ha effettuato un investimento negli ultimi 12 mesi, mentre oltre due terzi della popolazione – pari al 75% – dichiara di non essersi avvicinata ad alcun prodotto finanziario. Un dato che testimonia come l’Italia resti un Paese fortemente ancorato alla liquidità e alla bassa esposizione ai mercati, nonostante il contesto macroeconomico caratterizzato da inflazione persistente, evoluzione dei tassi di interesse e crescente complessità dei mercati globali renda più che mai strategica la capacità di pianificare, diversificare e proteggere il proprio patrimonio.

Il quadro si fa ancora più evidente osservando le differenze di genere: solo il 19% delle donne dichiara di aver investito, contro il 32% degli uomini. Questo gap – radicato nella bassa fiducia nelle proprie competenze finanziarie e nella persistente disparità nell’accesso a informazioni e formazione – evidenzia l’urgenza di programmi educativi dedicati, inclusivi e mirati a rafforzare l’autonomia finanziaria femminile.

ampie differenze di genere, istruzione e territorio

La geografia, inoltre, continua a riflettere differenze significative: il Nord Italia si conferma l’area più attiva, con il 29% di investitori, mentre la percentuale si abbassa al Centro (26%), e al Sud e nelle Isole (21%). Anche in questo caso, i dati suggeriscono un legame stretto tra ecosistemi economici più dinamici, maggior disponibilità di servizi finanziari e maggior sensibilità verso la pianificazione patrimoniale.

Anche l’istruzione gioca un ruolo chiave: tra chi possiede una laurea, la percentuale di investitori sale al 39%, mentre si ferma al 26% tra i diplomati e crolla al 19% tra chi ha un titolo di scuola media o elementare. L’alfabetizzazione finanziaria emerge quindi come fattore determinante e discriminante, rafforzando l’idea che la capacità di prendere decisioni consapevoli e accedere ai benefici dell’investimento resti prerogativa di chi possiede maggiori risorse culturali, e non solo economiche.

La ricerca di XTB

Sul fronte degli strumenti utilizzati, emergono preferenze precise: obbligazioni (32%), azioni italiane (28%), fondi comuni (26%) e piani di accumulo (25%) guidano la classifica, seguiti da investimenti in ETF (18%) e criptovalute (16%), con particolare concentrazione nella fascia 18–34 anni. La crescente presenza di PAC e ETF sottolinea l’interesse di una parte crescente della popolazione verso soluzioni di lungo periodo e approcci graduali di costruzione del patrimonio, anche se il dato generale rimane contenuto rispetto agli standard delle principali economie occidentali.

Gli obiettivi di investimento riflettono la tensione tra presente e futuro: integrazione del reddito (26%), risparmio per la pensione o per il futuro (25%) e protezione del capitale (18%) emergono come priorità chiave. Tra i più giovani, si afferma con forza l’aspirazione all’indipendenza finanziaria, mentre nelle fasce più mature prevale la protezione del patrimonio e la ricerca di stabilità.