Le società famigliari “in vendita”: numeri e caratteristiche dei deal

Una analisi di Pictet Wealth Management in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano, che copre l'arco di un decennio, segnala che gli investitori professionali hanno un ruolo cruciale nelle cessioni di aziende "familiari"

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Redazione

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Pubblicato: 27 Aprile 2024 10:30

E’ sempre più frequente che “aziende di famiglia” accedano al mercato per reperire i capitali necessari alla loro crescita organica (dimensionale) o internazionale e che, per farlo, aprano il capitale ad investitori professionali, ad esempio i fondi di private equity. Si parla in tal caso di “liquidity event“, sempre più frequenti in Italia, soprattutto per le piccole e medie imprese, che hanno più difficoltà ad accedere a canali di finanziamento di mercato diversi dal canale bancario.

A questo proposito, una ricerca realizzata da Pictet Wealth Management in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano, che copre l’arco di un decennio, segnala che  gli investitori professionali hanno un ruolo cruciale nelle cessioni di aziende “familiari” ed offrono garanzie di buona riuscita delle operazioni di reperimento della “liquidità”. E’ quanto emerge dalla ricerca.

La dimensione del mercato

Nel 2023 sono stati individuati 274 “liquidity event”, in calo rispetto ai 365 del 2022,che si aggiungono ai 2.365 del periodo 2013-2022, per un totale di 2.639 deal.  Il controvalore totale dichiarato nel 2023 è di 5,1 miliardi, che porta ad una stima di controvalore complessivo (disclosed e undisclosed), pari a 15 miliardi nel solo ultimo anno e di circa 315 miliardi nel periodo 2013-2023.

In Italia, si sono affermate soprattutto le operazioni di medie dimensioni ed il venir meno dei cosiddetti megadeal, che ha fatto scendere il valore complessivo delle operazioni realizzate. Osservando i valori delle operazioni note del 2023, il valore medio dei deal è infatti stato pari a 80,89 milioni, sensibilmente inferiore rispetto al passato (pari a134,3 milioni) , mentre il valore mediano è stato di 30 milioni, sostanzialmente in linea con quello del periodo 2013-2022, pari a 33,7 milioni.  Ciò a dimostrazione delle tenuta delle operazioni di valore più basso con traget piccole e medie imprese familiari italiane.

L’identikit delle società che aprono il capitale

Focalizzando l’attenzione sui 63 liquidity event con controvalore noto del 2023, si tratta generalmente di società non quotate, la cui maggioranza ha tra i 20 e 50 anni di vita. Nel 75% dei casi si tratta di aziende controllate da una famiglia, nell’11% da più famiglie e nel 14% da un unico imprenditore.

La cessione riguarda in media una quota pari all’80,5% dell’azienda, mentre nel 59% dei casi l’acquisizione è totalitaria, in crescita rispetto al 41% del 2022.

A livello territoriale, la Lombardia si riconferma al primo posto, con 20 operazioni (31,7% del totale), seguita da Veneto ed Emilia Romagna, rispettivamente con 11 e 7 operazioni. Una analisi settoriale evidenzia una spiccata concentrazione nell’ambito manifatturiero (codice ateco C) che assorbe ben il 57,1% del campione nel 2023 (36 casi).

Le società di private equity fanno la differenza

Il ruolo dei fondi di Private Equity al fianco degli imprenditori ha fatto la differenza: nel 2023, infatti, i fondi di private equity sono stati gli investitori principali nel 37% dei liquidity event di importo noto (disclosed), per un controvalore investito pari a 3,24 miliardi di euro (pari al 63,6% dei volumi), in crescita rispetto al 2022.

Il maggior protagonismo dei fondi di private equity mette in evidenza la loro resilienza e il loro ruolo sempre più centrale in qualità di partner ideali per accompagnare la crescita delle aziende familiari italiane. Più in generale, considerando anche le operazioni di importo undisclosed, nel 2023 i fondi di private equity sono stati protagonisti in 74 deal, pari al 27% del totale, di cui 49 guidati da investitori italiani e 25 da investitori esteri.

Possiamo quindi affermare che i fondi di private equity, sia italiani sia esteri, siano investitori ‘regolari’ nel mercato dei liquidity event e fungano sempre più da interlocutori cruciali per le aziende di famiglia in Italia.