L’accordo raggiunto in Senato per la fine dello shutdown non risolve ancora l’impasse, poiché il compromesso trovato con i Democratici dovrà ora essere approvato anche dalla la Camera e ci vorrà ancora un po’ di tempo. Ci potrebbe volere un’altra settimana per chiudere l’iter normativo e questo lascia i mercati finanziari in uno stato di prudente attesa per l’esito finale. Ne dà testimonianza la performance dell’Oro, che recupera i 4.000 dollari l’oncia, nonostante lo scatto in avanti dei futures USA nella notte, quando si è diffusa la notizia dell’accordo pe la fine dello shutdown.
L’Oro torna a correre
L’oro questa mattina viaggia in forte rialzo sui mercati internazionali, recuperando la soglia dei 4mila dollari. Il metallo prezioso si è portato infatti a 4.084,47 dollari l’oncia, in crescita dell’1,86%, attorno ai massimi intraday. Il metallo prezioso prosegue così la performance brillante messa a segno quest’anno e si avvia a chiudere il 2025 con un rialzo di circa il 50%.
Dollaro ingessato
Anche l’andamento del dollaro evidenzia molta cautela, confermando che la valuta americana non si è apprezzata sull’aspettativa di una soluzione dell’impasse che ha bloccato l’economia USA a settembre. Il dollar index è pressoché ingessato a 99,410 (-0,06%), riflettendo l’andamento cauto dei principali cambi con l’euro a 1,1571 USD (+0,05%) e con il franco svizzero a 0,8053 (+0,02%); poco meglio il cross dollaro/yen a 153,98 (+0,36%).
Mercato future festeggia
Il rialzo dell’oro non ha però frenato l’entusiasmo del mercato azionario, come testimonia l’andamento notturno dei Future sugli indici statunitensi. Nella notte, dopo la notizia dell’accordo, i futures sull’S&P 500 sono saliti dello 0,7% a 6.800,25 punti ed i futures sul Nasdaq 100 dell’1,2% a 25.471,0 punti, mentre i futures sul Dow Jones hanno registrato un più modesto incremento dello 0,2% a 47.160,0 punti. Questo dopo che Wall Street ha registrato la scorsa settimana forti perdite, a causa delle vendite che hanno colpito i titoli tecnologici a causa delle crescenti preoccupazioni per una potenziale bolla alimentata dall’intelligenza artificiale.
Azionario USA ancora in una dinamica ribassista
- “I mercati azionari hanno chiuso la scorsa settimana con una dinamica principalmente ribassista, ossia con chiusure negative e con rotture dei minimi”
spiega David Pascucci, Market Analyst di XTB, aggiungendo
“una dinamica molto interessante che da spazio a interpretazioni nefaste sui mercati in quanto ci troviamo con dei fondamentali che potrebbero far pensare all’inizio di uno scoppio di una bolla, soprattutto nel settore tecnologico Usa. La situazione tecnica chiusa la scorsa settimana fa pensare a questa ipotesi ma il vero banco prova tecnico sarà questa settimana in quanto potremmo assistere a quella che viene definita una settimana interlocutoria dove una chiusura dei prezzi all’interno del range della scorsa settimana potrebbe confermare le vendite sui massimi. Questa settimana potrebbe essere fondamentale nello stabilire quali livelli di prezzo dovranno essere violati in corrispondenza dello shutdown per vedere dei movimenti direzionali”.
Conto alla rovescia: quando usciranno i dati macro?
Per la fine ufficiale dello shutdown – sottolinea l’analista di XTB – si parla del prossimo 17 novembre, data in cui la Camera potrebbe riunirsi per votare l’accordo raggiunto in Senato, dopo una pausa programmata fino al 16 novembre. Durante lo shutdown sono saltati una quarantina di dati macroeconomici, relativi al mese di settembre, che dovranno ora essere recuperati, prima dell’uscita dei numeri di ottobre. I dati dunque usciranno tutti insieme, ma non in blocco. Si prevede che i dati di settembre usciranno pochi giorni dopo il 17 novembre, mentre i dati relativi ad ottobre usciranno qualche settimana dopo e potrebbero anche non essere molto affidabili, dal momento che il blocco delle attività governative ha condizionato anche le rilevazioni effettuate ad ottobre.