Materie prime: il riarmo europeo traina la domanda di metalli industriali

Secondo gli esperti l’aumento della spesa militare dell’Eurozona potrebbe spingere in alto le quotazioni di rame, acciaio e nichel

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato:

Il riarmo europeo, stimolato dal conflitto russo-ucraino e dagli impegni assunti in sede NATO, che vedono una crescita delle spese militari sino al 3% del PIL, sta garantendo un inatteso sostegno alla domanda globale di metalli industriali. Storicamente, la difesa incide per circa il 2-3% sui consumi mondiali di rame, alluminio, acciaio e zinco, e per il 7% su quelli di nichel. Tuttavia, l’accelerazione degli investimenti militari in Europa potrebbe tradursi in un incremento molto più significativo, soprattutto a livello regionale. È quanto emerge da un nuovo report di Goldman Sachs.

La spesa militare nell’Eurozona è destinata ad accelerare

Gli economisti della banca d’affari americana stimano che la spesa militare dell’Eurozona passerà dall’1,9% del PIL nel 2024 al 2,7% nel 2027. Una parte consistente di questo aumento – fino al 40% – sarà destinata a equipaggiamenti ad alta intensità di metalli. In termini concreti, ciò si tradurrebbe in una crescita del 6% della domanda europea di metalli industriali e in un contributo alla domanda globale pari allo 0,4% per l’acciaio, allo 0,9% per il rame e all’1,3% per il nichel.

Domanda e quotazioni del rame attesi in crescita

Questa dinamica assume particolare rilevanza per il rame, considerato cruciale nella transizione energetica e nelle infrastrutture digitali. L’incremento della domanda legato alla difesa – stimato in 284 mila tonnellate entro il 2027 – potrebbe alzare il tasso annuo di crescita del fabbisogno globale dal 2% al 2,4%, con effetti rialzisti sui prezzi. Goldman Sachs prevede infatti un target compreso tra 10.000 e 10.750 dollari per tonnellata nel biennio 2026-2027, pur avvertendo che l’aumento delle scorte raffinate potrebbe attenuare la pressione al rialzo.

Un nuovo scenario potenzialmente rialzista

In prospettiva, la spesa militare europea non solo triplicherà il consumo di metalli da parte del comparto difesa (da 3 a 9 miliardi di dollari, ai prezzi 2024), ma contribuirà anche a rafforzare trend già in atto: dalla digitalizzazione militare, che favorisce la domanda di rame nei data center, fino al potenziamento delle reti elettriche e infrastrutture critiche. In questo quadro, difesa, intelligenza artificiale e rinnovamento della rete rappresentano i tre principali fattori di upside per il mercato dei metalli industriali, ridisegnando gli equilibri della domanda globale