Con 1.412 miliardi di masse al 2026, il Private Banking italiano si conferma un settore in espansione, con un incremento atteso del 6,6% medio annuo nel prossimo biennio (più che triplicando il +1,8% degli altri operatori): L’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) ha presentato il rapporto “Il Private Banking in Italia: previsioni al 2026” che, nella prima parte realizzata assieme a Prometeia, elabora le previsioni a due anni sull’andamento dell’industria, mentre nella seconda si concentra sulle aspettative dei Responsabili Private degli istituti associati.
Private Banking accelera
Nel commentare il report, il Presidente AIPB, Andrea Ragaini, ha evidenziato: “Le previsioni per il 2026 confermano il peso crescente e il ruolo del Private Banking nelle scelte d’investimento delle famiglie italiane. Un percorso di crescita che si fonda sulla consulenza professionale e la centralità del Private Banker. L’industria, oggi, si pone un obiettivo ancor più rilevante, quello di accrescere nel tempo il valore dei patrimoni in gestione, guidando le scelte della clientela all’interno di un contesto in continua evoluzione”.
Lo scenario macroeconomico e finanziario
Nonostante un rallentamento della crescita economica globale, dal report emergono segnali di stabilità, in cui saranno gli USA a mostrare una dinamica più positiva tra il 2024 e il 2026 (rispettivamente del +2,6%, +1,5% e +2,1%), mentre il Pil italiano è visto in crescita tra lo 0,8%, nel 2024 e 2025, e lo 0,7% nel 2026, e quello dell’eurozona tra lo 0,7% e l’1,1%. Le prospettive di recessione vengono infatti allontanate dal calo dell’inflazione e dalle condizioni del mercato del lavoro.
La politica monetaria delle banche centrali, invertitasi nel corso 2024, apre la strada ad ulteriori misure espansive di qui al primo semestre 2025; e l’abbassamento dei tassi della BCE rende possibile uno scenario di “soft landing” per l’economia italiana e dell’eurozona.
Nel nostro Paese, il rapporto debito/Pil è previsto aumentare a seguito degli effetti dei bonus pubblici, che porterà ad un aumento del rischio sui titoli pubblici, con lo spread BTP-Bund atteso crescere fino a circa 185pb entro il prossimo anno.
Passando ai mercati azionari, si prevede che la dinamica positiva, in coso da inizio anno, prosegua durante il prossimo biennio, con ritorni medi annui attesi attorno al 7-8%. Nell’anno in corso il rientro dell’inflazione si è tradotto in una ripresa del potere d’acquisto, con un recupero del reddito disponibile delle famiglie (+3,0%) che, nei prossimi due anni, invece, è previsto avere una dinamica inferiore all’1%. I consumi, molto deboli nel 2024 (+0,1%), sono visti in leggera ripresa nel biennio 2025-2026. Ciononostante, il tasso di risparmio resterà su livelli bassi (attorno all’8,5%), in un contesto di crescita del PIL moderata. Ne consegue anche che i nuovi flussi investiti in attività finanziarie nel triennio ‘24-‘26 sono visti calare a 210 miliardi di euro (erano 240 miliardi nel triennio precedente).
Nell’ultimo biennio (‘23-’24) le componenti positive del risparmio e dei mercati finanziari hanno contribuito ad un aumento della ricchezza finanziaria investibile delle famiglie italiane, soprattutto mediante il recupero dei mercati (+3,4%), ma anche grazie ai nuovi flussi positivi (+1,7%). Nel prossimo biennio (‘25-’26) tale trend è previsto proseguire, ampliando la ricchezza finanziaria investibile degli italiani da 3.689 a quasi 4.000 miliardi. Il contributo verrà prevalentemente dai flussi (+1,9%) e da un andamento positivo dei mercati (+1,5%).
Evoluzione delle preferenze di investimento
Dall’indagine condotta da AIPB tra i leader del settore, si prevede un crescente interesse verso gli investimenti di lungo periodo (come i private markets; 22% delle preferenze). Al secondo posto, nonostante il forte calo (dal 41 al 22%) gli investimenti a capitale garantito. In sostanziale crescita le soluzioni assicurative per l’ottimizzazione fiscale (dal 3 al 9%), mentre si conferma la propensione a mantenere una parte di liquidità per scopi precauzionali (13%).
Le asset class previste crescere maggiormente sono quelle legate alle strategie alternative (come private equity, infrastrutture, real estate; per quasi l’80% dei rispondenti) e quella azionaria (oltre il 70%). Sull’obbligazionario le aspettative sono più tiepide (per oltre la metà rimarrà stabile o decrescerà), mentre per il 54% dei leader Private la liquidità diminuirà. Passando ai prodotti d’investimento, le attese
verso performance migliori vanno alle polizze vita e gestioni patrimoniali (62%), seguite dai fondi ESG (54%). Titoli di Stato e Depositi sono visti decrescere per il 38%.