Mps in bilico dopo l’offerta di Unicredit per Bpm, cosa succederà alla banca toscana

Bpm stava per entrare in Mps ma l'offerta di Unicredit potrebbe cambiare tutto: cosa succederà nei prossimi mesi

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 29 Novembre 2024 14:48

L’offerta di Unicredit per Banco Bpm ha causato una reazione molto dura del Governo, in particolare del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha anche minacciato l’utilizzo del golden power, pur senza la certezza che questa misura sia legittima visto che Unicredit non è una società estera.

La ragione dietro a questa reazione è Monte dei Paschi di Siena (Mps). Il Tesoro detiene ancora alcune quote della banca toscana, salvata dallo Stato nel 2017, e ne ha vendute una parte consistente a una cordata di imprenditori che ruotava proprio attorno a Bpm. Cosa potrebbe succedere a Mps se Unicredit comprasse Bpm?

Perché il Governo tiene così tanto a Bpm

Tra le prime reazioni all’offerta pubblica di scambio di Unicredit su tutte le azioni di Banco Bpm, c’è stata quella del ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Il leader della Lega si è dimostrato subito ostile nei confronti dell’operazione, definendo Unicredit una “Banca straniera”. Anche il ministro dell’Economia Giorgetti, sempre leghista, ha attaccato l’offerta, invocando anche il golden power, la possibilità del governo di fermare operazioni finanziarie che potrebbero riguardare aziende strategiche a livello nazionale.

La possibilità di utilizzare questo strumento in questa particolare operazione è già stata messa in dubbio e sarebbe senza precedenti sia per il settore in cui sarebbe utilizzato, quello bancario, sia perché riguarderebbe un’operazione di due entità italiane. La ragione di questa reazione degli esponenti della Lega, secondo Salvini, sarebbe derivata dalla volontà di proteggere l’indipendenza di Bpm e di impedire la creazione di un monopolio bancario in Italia. Comunque difficile dato che ha sede in Italia anche uno dei più grandi gruppi bancari europei, Intesa Sanpaolo.

L’ira della Lega riguarda però, secondo molti osservatori, anche Monte dei Paschi di Siena (Mps). Il Governo infatti considererebbe Bpm come un ottimo candidato per l’acquisto delle quote della banca toscana rimaste in mano allo Stato dal salvataggio del 2017. Un’operazione che fa parte dell’ambizioso piano di privatizzazioni da cui l’esecutivo vuole ricavare diversi miliardi di euro.

Cosa succederebbe a Mps se Unicredit acquisisse Bpm

Se Unicredit acquistasse Bpm, probabilmente lo Stato dovrebbe trovare un altro acquirente per Mps. La banca toscana rimarrebbe indipendente e salterebbe anche l’idea di creare, attorno al conglomerato Bpm-Mps, un terzo polo bancario italiano di dimensioni rilevanti. Secondo quanto riporta Milano Finanza però, questa potrebbe non essere una prospettiva così negativa per il Tesoro.

In questo momento lo Stato possiede l’11% di Mps. Molto, ma non abbastanza per causare una reazione da parte dell’Unione europea, che ha regole molto ferree contro l’eccessiva partecipazione pubblica nelle banche. Monte dei Paschi ha già un ampio capitale privato, con partner, come la famiglia Del Vecchio o Francesco Gaetano Caltagirone, che potrebbero supportarla senza la necessità dell’intervento di un’altra banca.

Difficilmente spiccherebbe come il terzo polo bancario italiano, in grado di paragonarsi a Unicredit o Intesa Sanpaolo, ma rimarrebbe indipendente. Potrebbe anche finire per assorbire una parte degli inevitabili esuberi che si creeranno dall’operazione di acquisizione di Bpm, soprattutto a livello delle filiali locali.