Alla Borsa piace lo slancio verso la creazione del terzo polo bancario, che riaccende il risiko a livello nazionale, aprendo un ventaglio di ipotesi sul futuro del settore. Tutto è iniziato nella serata di ieri con l’annuncio della vendita di una ulteriore quota di Banca Monte dei paschi di Siena da parte del MEF.
Una operazione servita su un piatto d’argento in una fase delicatissima: è di alcuni giorni fa l’annuncio dell’OPA di Banco BPM su Anima Holding, che aveva messo in fermento il settore bancario, coinvolgendo anche Montepaschi , che infatti era già in fibrillazione sul mercato. E, infatti, l’ulteriore tranche messa in vendita dal Tesoro è stata acquistata proprio da Banco BPM ed Anima, con la complicità di Caltagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio.
Uno scenario che si fa più chiaro e che il mercato mostra di gradire, poiché le banche coinvolte hanno avviato gli scambi in rally questa mattina a Piazza Affari.
MPS e Banco BPM svettano in Borsa
Le azioni di Banca Monte dei Paschi questa mattina hanno avviato gli scambi in rally, arrivando a sfiorare l’11% di rialzo a 6,112 euro per azione. Volumi sempre molto intensi per oltre 17 milioni di pezzi passati di mano in poco più di mezz’ora tra trattazione.
Anche Banco BPM schizza in Borsa, con un vantaggio del 4,5% a 7,062 euro per azione. Anche in questo caso i volumi sono in aumento con 8,6 milioni di azioni scambiate.
Il MEF cede il 15% di MPS
Tutto è iniziato nel tardo pomeriggio di ieri, quando il MEF ha annunciato l’avvio di una operazione di book-building accelerato, mettendo in vendita, inizialmente il 7% di Banca Monte Paschi. Una operazione durata un paio di ore e che si è conclusa con un aumento della quota messa in vendita dal Tesoro al 15% del capitale della Banca.
Un bel colpo per il governo, che è riuscito a spuntare un premio del 5% sui prezzi di chiusura del titolo della seduta di ieri, incassando 1,1 miliardi dalla vendita di 188.975.176 azioni ad un corrispettivo di 5,792 euro. Questo porta gli incassi complessivi del MEF a 2,7 miliardi a fronte di 1,6 miliardi impiegati per la sottoscrizione dell’aumento di capitale della Banca. A seguito dell’operazione, la partecipazione detenuta dal MEF è scesa all’11,7%.
Spunta Banco BPM che non intende superare il 10%
Il primo a farsi avanti, dopo la chiusura dell’operazione, è stato il Banco BPM, che ha annunciato di aver acquistato il 5% del capitale di MPS. Una operazione – precisa il Banco con una nota – che “si inserisce nel contesto più ampio dell’offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni di Anima Holding“, annunciata lo scorso 6 novembre, e “coerente con la strategia del gruppo di rafforzamento delle proprie fabbriche prodotto”.
“MPS è infatti il primo distributore di prodotti del gruppo Anima, dopo Banco BPM, e rappresenta un partner strategico per la crescita futura di Anima e delle sue controllate”, ricorda ancora Banca BPM, esprimendo anche “apprezzamento” per “i risultati e i progressi realizzati negli ultimi anni dall’attuale management e dal Consiglio di Amministrazione di MPS”, ma precisa che “non intende” chiedere l’autorizzazione a “poter eventualmente superare la soglia del 10%” poiché “rimane focalizzato sugli obiettivi del piano 2023/26, confermando la propria strategia stand-alone“.
L’operazione MPS avrà un impatto sul CET1 ratio di Banco BPM al 30 settembre 2024 pari a -9 bps e non influirà sulla politica di distribuzione esistente. Sulla base delle ultime stime di consensus di MPS, l’investimento genererà un rendimento annuo del 14% circa sotto forma di dividendi, con un impatto positivo sull’utile per azione pari a circa il 2,5%.
Anima: acquisto rafforza relazioni strategiche
Nella tarda serata anche Anima Holding si è fatta avanti, annunciando l’acquisto di una quota del 3% di MPS, che sommata all’1% già in suo possesso, porta la partecipazione totale al 4%. Il corrispettivo per l’acquisto delle ulteriori azioni MPS è stato di circa 219 milioni di euro.
“Da sempre Anima ha come priorità il rafforzamento delle relazioni strategiche al centro del suo modello multipartnership”, afferma Alessandro Melzi d’Eril, amministratore delegato del Gruppo Anima, aggiungendo che la relazione con MPS “è fonte di grande soddisfazione per i traguardi raggiunti insieme ai colleghi della rete MPS in questi quindici anni, e di entusiasmo per le prospettive di crescita futura”.
“Avevamo già dimostrato il nostro supporto partecipando all’aumento di capitale del 2022; non poteva esserci occasione migliore di questo collocamento azionario per esprimere il nostro apprezzamento per la Banca e ampliare gli orizzonti di una proficua collaborazione“, conclude il manager.
Spuntano Caltagirone e Delfin
Un terzo acquirente è uscito alla scoperto. Secondo quanto riferito da fonti finanziarie in serata, anche il Gruppo Caltagirone ha rilevato il 3,5% di Montepaschi nell’operazione condotta dal Tesoro. Una operazione che riporta in casa una partecipazione che può essere definita storica per la famiglia Caltagirone, ma nello stesso tempo rafforza l’ipotesi di formazione del terzo polo bancario, dal momento che l’imprenditore romano è già azionista sia del Banco che dell’asset manager.
Da ultimo, anche Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, ha rilevato il 3,5% del capitale di MPS, secondo le ultime indiscrezioni della sta stampa finanziaria.