Banca Monte Paschi si infiamma, ultimo passo per la privatizzazione

Il titolo continua a correre in Borsa da inizio anno ha fatto segnare +34% in vista della cessione dell'ultima tranche del capitale da parte del Mef e dell'arrivo di un eventuale partner bancario o assicurativo

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Redazione

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Banca Monte dei Paschi di Siena torna a correre in Borsa: il titolo è oggi il migliore del FTSE MIB con un rialzo di circa il 3% a 4,093 euro. La crescita da inizio anno è importante (+34%) e colloca la banca nella Top10 dei migliori titoli nel 2024. Una performance che fa riferimento ai progetti di privatizzazione della Banca guidata da Luigi Lovaglio, che fu nazionalizzata nel 2017 con una quota dello Stato che raggiunse il 68% del capitale.

Il progetto di privatizzazione

Il progetto di privatizzazione di MPS fa parte degli accordi assunti con la Bce per il salvataggio della Banca, cui è stata applicata la direttiva BRRD sulla gestione delle crisi bancarie.

La riduzione della partecipazione statale è stata avviata a fine 2023, prima con l’offerta di un pacchetto del 20% e poi con il collocamento di un altro 12,5%, che portato il Mef al 26,73% del capitale di Mps. L’ultima operazione, realizzata un paio di settimane fa nell’ambito del più ampio piano di dismissione di quote pubbliche nelle partecipate statali, vede Mps in dirittura d’arrivo.

Il Mef cederà un’ulteriore quota della banca, per scendere sotto il 20%, ma deve attendere novanta giorni dall’ultimo collocamento e quindi fino al mese di luglio.

Il tramonto del terzo polo?

Con un clamoroso passo indietro di Unicredit, il progetto “terzo polo” in Italia sembrava tramontato, anche se il mercato non si è dato per vinto e, a cadenze fisse, ha individuato l’uno a l’altro partner di una eventuale aggregazione. Da BPER a Banca BPM: è tutta linfa per la speculazione che sta premiando i corsi azionari del titolo.

Senza contare che si ragiona anche sull’ipotesi di un partner assicurativo, come Unipol, che darebbe all’operazione uno standing più europeo.

Il Ceo di MPS Luigi Lovaglio ha più volte  ribadito che la soluzione “stand alone” è la via maestra, avendo completamente risanato l’Istituto senese, riportandolo in utile (oltre 2 miliardi) ed a distribuire un dividendo (315 milioni).

Giorgetti convinto: il 2024 è l’anno “buono”

Ma il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non si rassegna e torna ad auspicare l’arrivo di un partner. “La scarpetta è pronta, il 2024 credo debba essere l’anno buono”, ha affermato il titolare del Mef, rispondendo ad una domanda sulla possibilità di trovare un partner quest’anno.

E dopo aver assimilato la banca senese ad una “Cenerentola” fra le banche, Giorgetti auspica un corrispettivo interessante per la vendita della restate quota del 26%.

Proprio la Banca, rispondendo ad una domanda degli azionisti in vista dell’assemblea a “porte chiuse” di giovedì 11 aprile , ha affermato che il “giusto prezzo di vendita” potrebbe essere individuato nel  corso di borsa con l’eventuale applicazione di “un premio di controllo”. Il management ricorda però che vi sono varie metodologie valutative, ad esempio quello dell’attualizzazione dei flussi di cassa futuri o l’applicazione di multipli di mercato o di multipli relativi a transazioni precedenti.