Mercati, cosa accadrebbe se Trump licenziasse Powell: lo scenario

Il tycoon nega, ma minaccia il licenziamento per frode

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Redazione

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Si tingono di giallo i contorni della vicenda legata alla possibile rimozione dal suo incarico, prima della scadenza, del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump è tornato a scuotere gli animi ribadendo ancora una volta la sua visione diversa sui tassi e, sulla politica monetaria in generale, adottata dal banchiere.

Penso che faccia un pessimo lavoro. Fortunatamente, potremo apportare un cambiamento nei prossimi, diciamo otto mesi circa, e sceglieremo qualcuno di valido”

ha detto Trump, riferendosi al mandato di Powell che terminerà l’anno prossimo.

Trump non vuole licenziare Powell: “Altamente improbabile”

L’inquilino della Casa Bianca di fronte alle prime reazioni degli investitori, con Wall Street passata in territorio negativo da un avvio di seduta in cauto rialzo, ha provato a dissipare i timori dichiarando durante la conferenza stampa della Casa Bianca con il principe ereditario del Bahrein che è “altamente improbabile” che licenzi il presidente della Fed, nonostante davanti a diversi deputati del GOP avesse dichiarato che stava considerando tale possibilità.

“Voglio solo un lavoro onesto. Vogliamo vedere tassi di interesse più bassi. Il nostro Paese se lo merita”. E, alla domanda di un giornalista: “Esclude completamente l’idea di licenziare Jerome Powell?”. Trump replica: “Non escludo nulla, ma penso che sia altamente improbabile”.

Il Tycoon nega, ma minaccia il licenziamento per frode

L’indiscrezione, rimbalzata sui media americani, poi smentita pubblicamente dall’inquilino della Casa Bianca, continua a porre interrogativi tra gli investitori. Trump ha affermato “E’ molto improbabile, ma non escludo nulla”. E, sono proprio queste ultime parole “non escludo nulla” che creano incertezza tra gli addetti ai lavori. Poi, l’inquilino della Casa Bianca, rincara la dose: “A meno che non lasci per frode. Credo sia già sotto indagine”. Il riferimento è ai controversi lavori di ristrutturazione della sede della Fed a Washington, costati 2,5 miliardi di dollari, ben oltre le attese.

Cosa cosa accadrebbe se Trump licenziasse Powell?

Vista già la reazione, seppur contenuta, di ieri dei mercati americani, alle sole voci, si potrebbe assistere, di fronte alla concretezza di un licenziamento, a un crollo del dollaro e dei titoli di Stato statunitensi. La vigilia, l’indice del dollaro statunitense, che misura la forza del biglietto verde rispetto alle sei principali valute estere, è sceso fino allo 0,8%. L’indipendenza della Fed è un pilastro fondamentale per i mercati finanziari statunitensi e la percezione di un’erosione di tale indipendenza potrebbe innescare una forte svendita del dollaro e dei titoli di Stato statunitensi, con conseguenti danni permanenti ai mercati e all’economia americana, nonché alla sua reputazione internazionale.

Il calo limitato di Wall Street alle voci di licenziamento, poi smentite da Trump, ha sostenuto che la probabilità che il presidente si muova effettivamente per estromettere il presidente della Fed, rimane bassa. “Trump vuole tassi di interesse più bassi: pensa che estromettere Powell farà la differenza, ma la maggior parte degli analisti di mercato ritiene che manderebbe il segnale che la Fed ha perso la sua indipendenza”, ha affermato Greg Valliere, responsabile della strategia politica statunitense di AGF Investments, in una nota.

L’indipendenza della Fed è fondamentale

I mercati finanziari favoriscono banche centrali indipendenti che possono concentrarsi sull’inflazione e sul mercato del lavoro senza temere interferenze politiche.

Negli ultimi giorni, i mercati non hanno “prezzato” la possibilità della rimozione di Powell, affermano gli analisti, il che lascia spazio a una forte reazione da parte dei mercati se Trump cogliesse gli investitori di sorpresa e procedesse con una mossa legalmente controversa per affermare il controllo sulla Fed.

George Saravelos, responsabile globale della strategia FX di Deutsche Bank, ha dichiarato, in una nota, che la rimozione di Powell rappresenta “uno dei maggiori rischi sottovalutati” per i mercati. “È ovvio che gli investitori interpreterebbero probabilmente un simile evento come un affronto diretto all’indipendenza della Fed, mettendo la banca centrale sotto estrema pressione istituzionale”, ha detto Saravelos. “Con la Fed al vertice del sistema monetario globale del dollaro, è anche ovvio che le conseguenze si riverbererebbero ben oltre i confini degli Stati Uniti“. Saravelos ha affermato, inoltre, di prevedere che il dollaro scenderebbe dal 3% al 4% in 24 ore se Powell venisse rimosso, il che rappresenta un’enorme mossa sui mercati valutari.