Il lusso è tornato sotto i riflettori la scorsa settimana sulla scia di due eventi che hanno mosso molto il settore: le misure di sostegno della Cina e le novità sul fronte M&A (Moncler). Ma il settore, da tempo in crisi a causa del rallentamento dell’economia mondiale, soprattutto della Cina, resterà in difficoltà anche nel 2024 e 2025.
La recente mossa cinese
La settimana è partita molto bene, con la banca centrale cinese che ha annunciato nuove misure di supporto all’economia, per rilanciare i consumi interni e la domanda, abbassando il tasso d’interesse di riferimento all’1,85% e immettendo liquidità per 234,6 miliardi di yuan. Una mossa cruciale anche in vista delle festività di inizio ottobre, che dureranno una settimana, dall’1 al 7 del mese (la settimana d’oro per la festa del lavoro).
La Cina ha un’importanza strategica per il settore del lusso, che realizza una larga fetta del fatturato presso la grande economia asiatica, che acquista molto oro e gioielleria, ma anche capi di alta moda.
Il fermento nel M&A
A restituire appeal al settore sono state le operazioni di M&A, che suggeriscono un certo interesse sul settore, in particolare l’avanzata della big francese LVMH sull’italiana Moncler (Louis Vuitton) di cui ha acquisito una partecipazione indiretta tramite un investimento in Double R, società veicolo di Remo Ruffini, amministratore delegato della società famosa per i suoi piumini
Come cambiano i giudizi su Moncler
Per gli analisti di Equita Sim, l’operazione ha “risvolti positivi per il titolo, sia da un punto di vista tecnico (acquisti nei prossimi 18 mesi fino al 2,7% del capitale) sia da un punto di vista sostanziale, in quanto questo deal conferma l’attrattività dell’investimento nella società e le solide prospettive di lungo termine del gruppo”. Tuttavia, vengono giudicati “prematuri nel breve/medio termine eventuali scenari speculativi sul titolo” e non si vedono “impatti per LVMH”, dal momento che, a valle dell’operazione, la holding francese verrebbe a detenere solo il 4% del capitale. Per Moncler si attende comunque una sovraperformance rispetto ai suoi peers (competitori)
Per Jp Morgan invece, l’accordo per Moncler ricorda l‘investimento di LVMH in Tod’s, che fu etichettato come “sostegno amichevole”. “Sebbene LVMH abbia una lunga esperienza nel promuovere il consolidamento del settore – spiega la banca d’affari – ha anche dimostrato di poter svolgere il ruolo di azionista di minoranza e partner anche a lungo termine”.+
Il lusso si trova ancora in un momento difficile
Al netto degli stimoli appena annunciati dalla Cina, il lusso sta attraversando un momento critico. All’ultima Luxury Good Conference di Mediobanca, evento che mette in relazione le principali società del lusso quotate con i principali investitori internazionali, tenutosi in coincidenza con la Milano Fashion Week, è emerso che il consumatore è diventato più sensibile al prezzo e la domanda di beni di lusso si rivela più elastica.
A livello geografico, la domanda in Europa appare resiliente, sostenuta dalla clientela locale e dal turismo, mentre la situazione peggiore si vede in Cina, poiché l’economia stenta a ripartire, la fiducia dei consumatori è a livelli molto bassi, il mercato del Real Estate è in una spirale negativa e il mercato azionario rimane sotto pressione. Ciò si traduce in un calo a doppia cifra del traffico negli shopping mall e nella ricerca di una estetica più sobria da parte dei consumatori cinesi. Hong Kong e Macau, dopo il recupero dell’anno scorso, continuano a soffrire il calo dei turisti, mentre una nota positiva arriva dal Giappone, oggi una destinazione turistica più attraente grazie al deprezzamento dello yen.
E gli analisti non vedono luci (per ora)
Le aspettative degli analisti non sono delle più confortanti. Gli analisti di Jefferies non vedono “alcun miglioramento apprezzabile per il mercato del lusso nella seconda metà dell’anno dopo la domanda fragile del primo semestre”, a causa del “rallentamento in Cina, della riduzione della spesa per i viaggi e dell’incertezza negli Stati Uniti”.
Per Bank of America la crescita modesta dei ricavi del settore lusso proseguirà nel 2024 e 2025 (-1% atteso nel secondo semestre 2024 e +3% nel 2025), inducendo una pressione sui margini e quindi una mancata crescita dell’EBIT. E questo perché ai segnali positivi che arrivano dagli USA, si contrappone la debolezza della Cina, che è solo al all’inizio di una fase negativa del ciclo. Per questo la banca d’affari ha abbassato l’EPS 2025 del settore del lusso al di sotto del consenso. La banca d’affari ha quindi declassato LVMH, Kering, Zegna a Neutral e Hugo Boss a Underperform per riflettere uno scenario più impegnativo nel 2024-25 e rischi sugli utili. Solo tre azioni restano con rating Buy: Hermes, Brunello Cucinelli e Pandora. Guardando alle aziende italiane, il TP di Brunello Cucinelli è stato tagliato a 100 euro per azione (-17%), quello di Zegna a 9,8 dollari per azione (-25%), quello di Moncler a 55 euro per azione (-21%), quello su Prada a 60 dollari di Hong Kong (-14%), quello su Salvatore Ferragamo a 5 euro per azione (-33%).