Fondi pensione, aumentano gli iscritti ma mancano i giovani

A fine 2023 sono oltre 4 milioni di lavoratori iscritti a 32 fondi pensione negoziali: i numeri nella relazione di Giovanni Maggi, Presidente di Assofondipensione

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 24 Aprile 2024 09:05

Numeri rilevanti, consistenza patrimoniale che testimoniano la solidità della categoria: sono oltre 4 milioni di lavoratori iscritti a 32 fondi pensione negoziali a fine 2023, con un risparmio accumulato destinato alle future prestazioni previdenziali superiore a 67 miliardi di euro: è la categoria di fondi pensione più rilevante sia dal punto di vista delle posizioni in essere, sia dal punto di vista patrimoniale.

Fondi pensione, i numeri

Giovanni Maggi, Presidente di Assofondipensione, l’associazione dei fondi pensione negoziali, nella sua relazione all’Assemblea 2024, ieri a Roma, ha messo i numeri nero su bianco: “Considerando la platea dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, quasi il 40% dispone di una posizione di previdenza complementare e tra questi il 48% ha scelto un fondo pensione negoziale. La previdenza complementare italiana raccoglie un patrimonio che a fine 2023 aveva un valore di 223 miliardi di euro e i fondi pensione negoziali rappresentano la quota più rilevante tra le diverse forme previdenziali, gestendo il 30,5% del totale. Nel corso del 2023 la previdenza complementare ha raccolto 14,6 miliardi di euro (senza considerare i fondi pensione preesistenti), di cui il 44% i soli fondi pensione negoziali”.

Nonostante nel 2022 si sia registrato un risultato negativo, per la crisi dei mercati finanziari determinata dalle politiche monetarie antinflazionistiche e dalle tensioni geopolitiche, l’analisi di lungo periodo (10 e 15 anni) mostra che i rendimenti dei fondi pensione superano la rivalutazione del Tfr. Risultati che beneficiano di una struttura dei costi particolarmente competitiva. Il Presidente di Assofondipensione ha portato ad esempio l’insieme dei comparti “Bilanciati”, che vede un costo annuo (fonte Covip) pari a 0,38% per i fondi pensione negoziali rispetto a 1,45% dei fondi pensione aperti e a 2,13% dei PIP-piani individuali pensionistici.

Modificare tassazione per  incentivare sistema

Per incentivare l’investimento dei fondi pensione in attività private italiane, ha sostenuto Maggi, “si potrebbe rimodulare la fiscalità di vantaggio che è stata concepita per i PIR e poi estesa agli investitori previdenziali, che permette di non sottoporre a tassazione i rendimenti degli investimenti effettuati in imprese italiane”. Si tratta di una normativa di non semplice applicazione e soggetta a incertezze normative.

“Una semplificazione dei criteri e un ampliamento dell’area di applicazione a classi di attività quali il private debt – affermato Maggi – incentiverebbero ulteriormente i fondi pensione negoziali a impegnarsi in questa tipologia di investimenti. Sempre sul fronte fiscale, ha aggiunto il Presidente di Assofondipensione, sarebbe utile una semplificazione con il superamento del meccanismo del pro-rata per gli iscritti ante 2007 e della tassazione dei rendimenti sul “maturato” in favore del criterio del “realizzato”. Sarebbe anche opportuno, secondo Assofondipensione, riflettere su una rimodulazione delle prestazioni pensionistiche disponibili per coloro che sono aderenti alla previdenza complementare, dal momento che il mercato delle rendite vitalizie si è rivelato poco efficace nell’offrire soluzioni adeguate ai bisogni del settore. Non ultimo si dovrebbe permettere ai lavoratori che hanno visto confluire il Tfr presso il Fondo Tesoreria dell’Inps, in quanto dipendenti di aziende con organico con più di 50 dipendenti, di poterlo versare ai fondi pensione come “Tfr pregresso”, in caso di successiva adesione, superando così la discriminazione ad oggi esistente con i lavoratori delle aziende con meno di 50 dipendenti.

Spingere su giovani

Assofondipensione, inoltre, “ritiene fondamentale una nuova campagna informativa, associata a una nuova finestra temporale di scelta che potrebbe vedere una rimodulazione e un aggiornamento del meccanismo del silenzio-assenso, con meccanismi che, nel rispetto della volontarietà dell’adesione, possano favorire maggiormente l’iscrizione e dei lavoratori più giovani sin dall’inizio del percorso professionale, anche nei periodi caratterizzati da una minore stabilità del rapporto lavorativo. Ad esempio, “si potrebbe prevedere come opzione di default una strategia di investimento coerente con l’orizzonte temporale del soggetto interessato, dal momento che un comparto garantito può risultare molto penalizzante per chi è molto lontano dalla pensione. E’ opportuno quindi favorire e semplificare, quanto più possibile, in piena trasparenza, l’avvicinamento dei lavoratori più giovani all’adesione ai fondi pensione che coprono un bisogno di cui i giovani troppo spesso non sono consapevoli e verso il quale non mostrano adeguato interesse”.