Evergrande può essere considerata la società simbolo delle alterne vicende vissute dal settore immobiliare cinese, protagonista di un boom negli anni della grande espansione economica del Dragone e poi vittima d una debacle annunciata, a causa dell’eccessivo sbilanciamenti finanziario del settore, che era stato letteralmente “drogato” da iniezioni di denaro a buon mercato – in gran parte volute da Pechino – per finanziarne lo sviluppo.
E rappresenta anche la storia di un self-made man cinese, Hui Ka Yan, salito ai vertici della finanza e poi ritrovatosi a fronteggiare una montagna di debiti che hanno schiacciato i suoi sogni di gloria. E così la società di sviluppo immobiliare cinese Evergrande ha alzato bandiera bianca e, dopo vari tentativi di ristrutturazione dei debiti, ha dovuto cedere al delisting dalla Borsa di Hong Kong dopo oltre 15 anni dall’inizio delle quotazioni nel 2009.
Il delisting dopo il boom
Il delisting dalla Borsa di Hong Kong efficace da oggi era praticamente stato già annunciato; un atto dovuto, a seguito della liquidazione decisa da un Tribunale cinese.
Il debutto del titolo in Borsa era avvenuto a fine 2009 ad un valore azionario di 9 miliardi di dollari, che negli anni del boom economico in Cina è più che quadruplicato, raggiungendo i 51 miliardi di dollari, prima dell’inizio del declino, scaturito dalla scoperta d una montagna di debiti del valore di circa 300 miliardi di dollari.
Dal successo al declino
Il declino è scattato dopo la pandemia, quando le autorità cinesi hanno irrigidito le regole per il trattamenti dei debiti, facendo emergere degli ammanchi, che hanno spinto Evergrande a vendere una serie di immobili a prezzi stracciati. Allo scoppio dello scandalo il Gruppo Evergrande aveva circa 1.300 progetti in fase di sviluppo in 280 città in tutta la Cina e controlla un gruppo diversificato dalle auto elettriche al sostegno ad una delle principali squadre di calcio cinesi.
La liquidazione imposta dal tribunale
A gennaio 2024, dopo aver peso atto di una serie di tentativi di ristrutturazione del debito andati a vuoto e delle pressanti richieste dei creditori, soprattutto quelli esteri, l’Alta Corte di Hong Kong ne ha ordinato la liquidazione.
Il Gruppo immobiliare cinese è andato in default a fine 2021, per non esser riuscita a pagare gli interessi di alcuni bond esteri. Da qui il tentativo di ristrutturazione l’enorme debito venuto a galla, ma senza grande successo. Ad inizio mese, i liquidatori avevano annunciato di aver venduto solo 255 milioni di dollari di attività su un ammontare del debito stimato di 45 miliardi di dollari. Si stima che ci vorranno almeno una decina di anni per chiudere la liquidazione, ma i liquidatori hanno già ammesso che il raggiungimento “si rivelerà irraggiungibile”.
Una storia di successo finita male
E che dire del proprietario di Evergrande? Hui Ka Yan è un uomo che si è fatto da solo: dalle sue origini rurali, praticamente un contadino, Hui Ka Yan è divenuto un uomo di successo nel mondo dell’alta finanza, gestendo un impero da 300 miliardi di dollari, prima della capitolazione finale. A marzo 2024, l’immobiliarista cinese è stato multato per 6,5 milioni di dollari dalle autorità cinese, per aver sovrastimato i ricavi di 78 miliardi di dollari, ed è stato anche radiato a vita dal mercato dei capitali.