Acquisti sull’immobiliare: c’è ancora lo zampino delle banche centrali

Il punto su quello che è successo durante l'ultima settimana nel comparto immobiliare. Sotto i riflettori le aziende quotate a Piazza Affari

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Redazione

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Ancora una settimana in rialzo per il mercato immobiliare, con le banche centrali che continuano a catalizzare l’attenzione degli investitori, poiché una politica espansiva favorisce il mercato dei mutui e dunque anche il settore del Real Estate.

Dopo il taglio ai tassi di interesse operato dalla Banca centrale europea, la scorsa ottava, è arrivata un’altra boccata d’ossigeno dalla Federal Reserve, che ha annunciato una maxi-riduzione al costo del denaro, negli Stati Uniti, rafforzando le aspettative di un atterraggio morbido per l’economia americana. Si è trattato del primo taglio in quattro anni. Il presidente della banca centrale, Jerome Powell, nel corso della consueta conferenza stampa post riunione, ha aperto alla possibilità di ridurre ancora il costo del denaro dello 0,5% entro la fine dell’anno. Sempre in settimana, come da attese, la Bank of England ha lasciato il costo del denaro al 5% e, la Norges Bank, ha mantenuto invariato il tasso d’interesse di riferimento al 4,50%, ai massimi da 16 anni. La Bank of Japan, nell’ultima seduta dell’ottava, ha lasciato invariato il costo del denaro, come nelle aspettative.

L’andamento del settore in Borsa

Il settore immobiliare ha vissuto anche questa settimana in rialzo. A livello europeo, l’indice Stoxx 600 Real Estate ha segnato un +0,5% su base settimanale, anche se la decisione della Fed era attesa dai mercati, ma gli addetti ai lavori non erano certi sull’entità del taglio, 25 punti base oppure 50. Performance positiva anche in Italia, dove l’indice FTSE Italia All Share Real Estate ha portato a casa un incremento dello 0,5% circa, anche se inferiore all’indice FTSE MIB che ha chiuso la settimana con un rialzo dell’1,5%.

I titoli immobiliari quotati a Milano

Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, si è registrata una settimana positiva per Aedes (+10%), seguita da Risanamento (+1,33%) e IGD (+0,59%). Le peggiori performance, invece, sono quelle di Brioschi (-3,8%) e Gabetti (-1,4%).

I dati macroeconomici

Settimana ricca di spunti dal fronte macroeconomico. I nuovi cantieri avviati negli Stati Uniti hanno registrato un aumento del 9,6% ad agosto dopo essere crollati un mese prima.

Le domande di mutuo negli Stati Uniti hanno registrato un incremento del 14,2% nell’ultima settimana, mentre i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 6,15% dal 6,26% della settimana precedente.

In miglioramento la fiducia del settore immobiliare USA, sintetizzata dall’indice NAHB, che interrompe una serie di quattro cali mensili consecutivi.

Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato ad agosto un decremento del 2,5%, secondo quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il +1,5% riportato a luglio. Sono state vendute 3,86 milioni di abitazioni rispetto ai 3,96 milioni di luglio e contro i 3,92 milioni di unità previsti dagli analisti.

I prezzi abitazioni accelerano

Secondo le stime preliminari dell’ISTAT, pubblicate in settimana, l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento è cresciuto del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,9% nei confronti dello stesso periodo del 2023 (era +1,6% nel primo trimestre 2024). Il maggior contributo è dato dai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano dell’8,1% su base annua (in forte accelerazione rispetto al +5,3% del trimestre precedente) e, in misura più contenuta, a quelli delle esistenti che salgono dell’1,9% (in rafforzamento rispetto al +0,8% del primo trimestre). A livello territoriale, la crescita su base annua dei prezzi delle abitazioni è diffusa in tutte le ripartizioni geografiche: la crescita più alta si registra nel Sud e Isole con un +3,9%, trainata dai prezzi delle abitazioni nuove che registrano un aumento del 9,5%. Seguono il Nord-Est (da +1,6% a +3,7%), il Nord-Ovest (da +1,9% a +2,5%) e il Centro (da +0,6% a +2,2%).