Si chiude una settimana positiva per i mercati azionari globali, inclusi gli indici immobiliari, con la maggioranza degli analisti che si aspetta almeno un altro taglio, entro fine anno, dei tassi di interesse americani, da parte della Federal Reserve. Le decisioni sul costo del denaro influenzano direttamente il costo del credito e, di conseguenza, la domanda nel mercato immobiliare.
Il FOMC appare frammentato
Tuttavia, la frammentazione interna e le pressioni politiche rendono difficile una previsione univoca. In sostanza, la banca centrale guidata da Jerome Powell si muoverà con cautela, bilanciando inflazione e occupazione, senza impegni predefiniti.
A riaccendere le aspettative di un taglio dei tassi, già a dicembre, sono state le parole del presidente della Federal Reserve di New York, John Williams, affermando che la banca centrale può ridurre il costo del denaro “nel breve termine” senza compromettere l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2%. Anche il Governatore della Fed, Christopher Waller si è detto favore ad un taglio dei tassi di interesse a dicembre. “La mia preoccupazione riguarda principalmente il mercato del lavoro, in relazione al nostro doppio mandato. Quindi propongo un taglio dei tassi alla prossima riunione”, ha affermato Waller, che viene indicato come il più papabile successore di Powell. Altri funzionari, come ad esempio Lorie Logan, Fed di Dallas preferiscono mantenere i tassi stabili.
L’andamento del settore in Borsa
Il settore immobiliare sulla piazza milanese ha chiuso l’ottava in territorio positivo con l’indice FTSE Italia All Share Real Estate che sale del 2,3%. Bene, anche, l’andamento del comparto, a livello europeo, con l’indice Stoxx 600 Real Estate che guadagna il 2%.
Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, Abitare IN segna la migliore performance e sale del 6,4%. Su anche IGD che avanza del 3,2%. Timida salita per Brioschi (+0,3%). Dal lato dei ribassi, troviamo Gabetti (-4,2%), Aedes (-1,7%) e Risanamento (-1%). Frazionale la discesa di Next Re (-0,6%)
I dati macroeconomici
Aumentano le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 21 novembre, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un incremento dello 0,5%, dopo il -5,2% registrato la settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso del 5,7%, mentre quello relativo alle nuove domande è salito del 7,6%. Secondo quanto resto noto dalla Mortgage Bankers Associations (MBA), i tassi sui mutui trentennali sono aumentati al 6,40% dal 6,37% precedente.
Aumentano le compravendite di abitazioni negli Stati Uniti, secondo i numeri che emergono dai compromessi per l’acquisto, un indicatore dell’andamento prospettico del mercato immobiliare e dei mutui. Nel mese di ottobre, l’indice pending home sales (vendite case in corso), pubblicato dall’Associazione degli operatori immobiliari (NAR), ha registrato un incremento dell’1,9% su base mensile, portandosi a quota 76,3 punti dopo il +0,1% registrato a settembre. Il dato si confronta con il +0,5% atteso dagli analisti.
Frena la crescita dei prezzi delle case negli USA, a settembre. L’indice S&P Case-Shiller, che misura l’andamento dei prezzi nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti, ha evidenziato un incremento su base annua del 1,4%, in frenata rispetto al +1,6% del mese precedente e al +2,9% atteso dal consensus. Su base mensile si registra un calo dello 0,5%. L’indice destagionalizzato ha riportato una salita dello 0,1% su base mensile.
Studi di settore
Il primo semestre del 2025 vede a livello nazionale una crescita dei volumi del 9,5%, rispetto allo stesso periodo del 2024, secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate analizzati dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa. Si sono registrate 373.395 transazioni residenziali. Il mercato conferma il suo momento positivo. Il ribasso dei tassi e l’aumento dei canoni di locazione stimolano le compravendite. Le città capoluogo hanno registrato un aumento degli scambi del 9,2%, quelle non capoluogo del 9,6%. Fra le grandi città svetta Verona con un aumento delle transazioni del 13,8%, segue Torino con +11,7%. Milano chiude con +6,8%, la capitale con +7,0%. L’unica città con un leggero calo è Firenze (-0,9%).