Borsa: prudente l’immobiliare nella settimana delle banche centrali

Riflettori su quello che è successo durante l'ultima settimana nel comparto immobiliare, partendo dalle aziende quotate a Piazza Affari e dai dati di settore

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato:

Si chiude una settimana cautamente positiva per i mercati azionari globali, inclusi gli indici immobiliari, con l’attenzione degli investitori catalizzata dalle varie banche centrali che si sono riunite durante l’ottava, dopo il meeting della Federal Reserve, avvenuto in precedenza. Le decisioni sui tassi di interesse influenzano direttamente il costo del credito e, di conseguenza, la domanda nel mercato immobiliare.

La settimana delle banche centrali

In occasione dell’ultima riunione di politica monetaria, la scorsa settimana, la Federal Reserve, in linea con le attese degli analisti, ha optato per un nuovo taglio da 25 punti base, segnalando che il livello attuale dei tassi di interesse si trova “all’interno di un ampio intervallo di stime del livello neutrale”, il che equivale ad escludere ulteriori riduzioni nell’immediato.
Questa settimana si sono espresse sui tassi BCE, BOE e BOJ.
La Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse, rivedendo al rialzo le stime sulla crescita del PIL e confermando un approccio data dipendent sulle prossime mosse di politica monetaria. La Bank of England ha tagliato di 25 punti base i tassi di riferimento per la sterlina. Infine, la Banca del Giappone ha compiuto un passo epocale: i tassi d’interesse sono stati portati allo 0,75%, il livello più alto dal 1995, dopo decenni di sostegno straordinario e denaro quasi gratuito.

L’andamento del settore in Borsa

Il settore immobiliare sulla piazza milanese ha chiuso l’ottava in territorio leggermente positivo con l’indice FTSE Italia All Share Real Estate che sale appena dello 0,06%. Bene l’andamento del comparto, a livello europeo, con l’indice Stoxx 600 Real Estate che guadagna lo 0,5%.

Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, IGD sale dello 0,4%, mentre dal lato opposto Aedes cede 3 punti percentuali. Giù dell’1% anche Brioschi e Risanamento. Frazionale il calo messo a segno da Gabetti (-0,3%).

I dati macroeconomici

Scendono le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 12 dicembre, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un calo del 3,8%, dopo il +4,8% registrato la settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso del 3,5%, mentre quello relativo alle nuove domande è calato del 3,7%. La Mortgage Bankers Associations (MBA), ha indicato che i tassi sui mutui trentennali sono aumentati al 6,38% dal 6,33% precedente.

Studi di settore

Il 2025 ha rappresentato per il mercato immobiliare un anno di stabilizzazione dei trend, avviati nella seconda metà dell’anno precedente: dopo una lunga fase di crescita, la domanda di affitti ha rallentato, mentre le compravendite hanno ripreso vigore, sostenute da un progressivo miglioramento delle condizioni di accesso al credito.

Quali scenari si aprono ora per il nuovo anno? A delinearli è Immobiliare.it Insights, la proptech company guidata da Luke Brucato e specializzata in analisi di mercato e data intelligence, parte del gruppo Immobiliare.it, il portale immobiliare leader in Italia, che ha analizzato le prospettive dei prezzi al metro quadro delle abitazioni a livello nazionale e nelle 12 principali città italiane in vista del 2026. Secondo le stime, anche il prossimo sarà un anno di aumenti, sia per le compravendite che, soprattutto, per le locazioni: a fine 2026 i prezzi di vendita a livello nazionale risulteranno superiori del 3,1% rispetto a quelli attuali, ma i canoni cresceranno più rapidamente e segneranno un +8,1%. Guardando alle singole città, gli incrementi percentuali più rilevanti per la vendita sono attesi a Firenze (+6,8%), Catania (+6,6%) e Verona (+6,4%). Per gli affitti, invece, guiderà la classifica Bari (+9,3%), seguita da Torino (+8,5%) e Palermo (+6,8%). Analizzando le due grandi metropoli per antonomasia del nostro Paese, Milano e Roma, le previsioni indicano rialzi più significativi nel capoluogo lombardo rispetto alla Capitale: a Milano – che conserverà lo status di città più cara del Paese in entrambi i settori – i prezzi al metro quadro per l’acquisto aumenteranno del 2% entro fine 2026, mentre Roma crescerà di circa la metà (+1,1%). Sul fronte delle locazioni, la città meneghina registrerà un +5%, contro il +4,2% della Capitale. “Il 2026 si preannuncia come un anno di continuità rispetto alle tendenze emerse negli ultimi mesi del 2025 – commenta Paolo Giabardo, Direttore Generale di Immobiliare.it. – La domanda abitativa resterà sostenuta e continuerà a riflettersi sia sulle compravendite sia sulle locazioni. Sul fronte delle vendite, prevediamo una crescita più stabile e moderata, sostenuta da condizioni creditizie favorevoli. Per gli affitti, invece, i canoni cresceranno più dei prezzi di vendita, riflettendo uno squilibrio strutturale tra domanda e offerta nelle principali città”.