Borse, agosto inizia con pesanti cali. Pesano dazi e dati macro

Come è andata la seduta e a cosa guardare nei prossimi giorni

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Redazione

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listini azionari hanno iniziato il mese di agosto con pesanti cali, anche se bisogna considerare che nei primi sette mesi dell’anno avevano registrato performance positive a doppia cifra nella maggior parte dei casi (in Europa fa eccezione il mercato francese). I cali dell’ultima seduta portano in rosso anche il bilancio su base settimanale.

 

La seduta odierna

Tra i listini europei pessima performance per Francoforte, che registra un ribasso del 2,65%, preda dei venditori Londra, con un decremento dello 0,70%, e sessione nera per Parigi, che lascia sul tappeto una perdita del 2,91%.

A picco Piazza Affari in chiusura di seduta, con il FTSE MIB che accusa un ribasso del 2,55%; sulla stessa linea, giornata da dimenticare per il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 42.436 punti, ritracciando del 2,47%. In netto peggioramento il FTSE Italia Mid Cap (-1,58%); sulla stessa tendenza, pessimo il FTSE Italia Star (-1,69%).

Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, vola Campari, con una marcata risalita del 7,95%. Bilancio positivo per Nexi, che vanta un progresso dell’1,40%. Sostanzialmente tonico Inwit, che registra una plusvalenza dell’1,16%. Guadagno moderato per Hera, che avanza dello 0,64%.

Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Fineco, che ha chiuso a -5,80%. Si concentrano le vendite su Intesa Sanpaolo, che soffre un calo del 5,57%. In perdita Saipem, che scende del 4,69%. Pesante Banca Popolare di Sondrio, che segna una discesa di ben -4,49 punti percentuali.

 

I motivi dei cali in Borsa

nuovi dazi annunciati giovedì sera dal presidente statunitense Trump lasciano ancora ampio margine di incertezza sul definitivo impatto della mossa tariffaria innescata nei confronti delle varie nazioni. Dazi tra il 15% e il 50% entreranno in vigore dal 7 agosto per decine di Paesi (l’UE ha visto la conferma dell’accordo per il 15%), oltre ai dazi al 35% che colpiranno le merci prodotte in Canada, in quanto non è stato ancora trovato un accordo.

Inoltre, i dati pubblicati oggi negli Stati Uniti hanno evidenziato una frenata del mercato del lavoro che va oltre la semplice moderazione e che potrebbe pesare sui consumi. In particolare, il report sull’occupazione di luglio ha mostrato un brusco raffreddamento del processo di creazione di posti di lavoro: i nuovi occupati non agricoli si sono infatti attestati a 73 mila (contro 106 mila attesi), con una notevolissima revisione al ribasso del dato di giugno (passato a 14 mila da 147 mila, in parte a causa di posti pubblici meno numerosi), e il tasso di disoccupazione è salito al 4,2% dal 4,1%.

 

Gli appuntamenti dei prossimi giorni

Questa domenica, 3 agosto, si prevede che l’OPEC+ approverà un altro aumento della produzione per settembre, completando così la ripresa di 2,2 milioni di barili al giorno di offerta interrotta nel 2023. Il processo terminerà un anno prima di quanto previsto dal mercato.

La Bank of England dovrebbe ridurre il tasso di interesse di 25 punti base al 4,00% il 7 agosto. Ciò porterebbe i tagli cumulativi in questo ciclo a 125 punti base e manterrebbe il ritmo trimestrale.

 

Le mosse delle banche centrali

Dopo la decisione di lasciare i tassi invariati da parte di BCE e Fed a luglio, si prevede che la Reserve Bank of Australia che la Reserve Bank of New Zealand torneranno probabilmente a tagliare i tassi di 25 punti base nelle riunioni del 12 e 20 agosto, rispettivamente, dopo che le due banche centrali erano rimaste in attesa a luglio.

Il Presidente della Fed, Jerome Powell, dovrebbe illustrare le conclusioni della “framework review” della banca centrale statunitense al Simposio Economico di Jackson Hole, dal 21 al 23 agosto.