Banche, non solo benefici dai tassi: la rivoluzione nel funding

I tassi d'interesse più elevati fanno volare ricavi e utili, ma aprono sfide dimenticare sul fronte della raccolta

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Redazione

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Le banche europee continuano a macinare ingenti utili, soprattutto grazie agli aumenti dei tassi attuati da parte della Banca centrale europea (BCE), come si evince anche dalle trimestrali che sono state pubblicate in questi giorni. Ma l’aumento dei tassi ha tutta una serie di altri effetti sul funding, ovvero sugli strumenti a disposizione della banca per dotarsi delle risorse finanziarie necessarie per lo svolgimento della propria funzione di intermediazione creditizia.

Il cambio di paradigma

L’aumento dei tassi di interesse e la contrazione della liquidità, i due effetti più visibili della politica monetaria più restrittiva della BCE, stanno infatti avendo “un impatto notevole sui bilanci delle banche europee“, compreso il retail funding, poiché i clienti cercano prodotti meglio remunerati, secondo una nuova ricerca di Scope Ratings.

“Nel breve termine, riteniamo che le banche abbiano la capacità di adattarsi. Ma per le banche più esposte a questa tendenza, il modo in cui rispondono richiede attenzione – ha affermato Nicolas Hardy, Deputy Head of Financial Institutions presso Scope – La mancata stabilizzazione del trend potrebbe avere implicazioni strutturali sulla redditività e sulla gestione delle attività e delle passività, tra cui l’aumento del rapporto prestiti-depositi e una maggiore dipendenza dai finanziamenti wholesale“.

I flussi nei depositi

Secondo il report, i depositi delle famiglie hanno raggiunto un punto critico: per la prima volta in 20 anni hanno iniziato a contrarsi. Si tratta di un cambiamento fondamentale perché l’accesso a retail funding a basso costo è una componente chiave dei modelli di business e della redditività delle banche europee. I depositi delle famiglie rappresentano la maggior parte dei depositi utilizzati per finanziare i prestiti. A giugno 2023 i depositi delle famiglie rappresentavano il 30,3% del finanziamento totale delle banche europee. I depositi societari rappresentavano poco più della metà di quella cifra, il 16,2%.

Fiducia e pricing interessante sono condizioni vitali per trattenere i depositi dei clienti. C’è ben poco che le banche possono fare per prevenire l’esodo dei depositi. Ciò che caratterizza la tendenza attuale è la crescente attenzione dei clienti al pricing – ha affermato Hardy – Il repricing dei depositi è stato considerato un indicatore di equità e le banche sono state messe sotto i riflettori per essere state troppo lente nell’aggiustare i tassi sui depositi. Questo argomento viene utilizzato anche nell’agenda politica per giustificare la tassazione degli “extra-profitti” delle banche”.

La ricerca delle alternative

Secondo l’analisi di Scope, è probabile che le banche dovranno continuare ad affrontare l’erosione dello stock di depositi dei clienti principali. Per i clienti retail più fragili, i depositi compensano la diminuzione del reddito disponibile reale, pertanto è necessario tenere conto di un certo esaurimento del risparmio precauzionale. I clienti più ricchi possono ritirare i depositi bancari a favore di prodotti meglio remunerati che non sono necessariamente gestiti da gruppi bancari.

“Le banche potrebbero essere costrette a cercare fonti di finanziamento alternative, che probabilmente saranno più costose – ha aggiunto l’esperto – L’ottimizzazione delle strutture di finanziamento richiede una costante regolazione dei tassi di interesse. Le nuove dinamiche di finanziamento retail sono dirompenti per le banche perché si aggiungono ad altri cambiamenti significativi con un potenziale effetto composito, come l’accesso ai finanziamenti della banca centrale con il rimborso accelerato del TLTRO III”.