Banche: la view di S&P sul 2024 fra attese su tassi e frenata economia

L'outlook sui rating si conferma "stabile" ma in vantaggi in termini di redditività potrebbero essere controbilanciati da un aumento dei rischi legati alla crescita economica.

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Redazione

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Qual è lo stato di salute delle banche? Come è cambiata la situazione con le politiche più restrittive della Federal Reserve e della BCE? La recessione latente potrebbe generare una nuova ondata di crediti in sofferenza e mettere nuovamente in difficoltà gli istituti di credito? Una risposta viene offerta da S&P Global, che ha fatto il punto sullo stato di salute del settore bancario.

Una posizione “stabile”

L’outlook di S&P per le banche globali rimane stabile. Al 31 ottobre 2023, il 79% degli outlook suii rating bancari risultava stabile e questa tenuta è dovuta in gran parte alla solida capitalizzazione, al miglioramento della redditività, legata all’aumento progressivo dei tassi di interesse, ed alla solida qualità degli attivi.

L’impatto del quadro macroeconomico

Le deboli prospettive economiche per il 2024 – sottolinea S&P Global – metteranno alla prova i volumi di attività delle banche, la qualità degli attivi e le condizioni di finanziamento. Tuttavia, gli utili della maggior parte delle banche continueranno a beneficiare dei tassi d’interesse elevati e quindi a limitare l’impatto del rallentamento dell’economia globale.

I rischi principali però potrebbero intensificarsi. Sebbene non sia lo scenario di base di S&P, l’agenzia ritiene possibile che si verifichi un marcato deterioramento delle condizioni economiche in Europa, Stati Uniti e Cina, con un’inflazione che rimane elevata ed un rischio di spillover derivante dalle guerre Russia-Ucraina e Israele-Hamas.

Il mercato immobiliare inoltre sta subendo una significativa flessione in alcuni Paesi, Stati Uniti, Cina e in alcuni Paesi europei –  ed è caratterizzato da un calo della domanda e dei prezzi. Le relative perdite, seppur gestibili, potrebbero farsi sentire per alcuni anni.

Le non-banche sono più a rischio

S&P continua a prevedere una crescente divergenza nell’ambito del settore creditizio. In particolare, ritiene che la pressione delle favorevoli condizioni economiche sarà più marcata per le istituzioni finanziarie non bancarie (NBFI) che per le banche in senso proprio e per le realtà con profili di finanziamento deboli o direttamente esposte al rischio geopolitico.

Quale view per l’Europa e l’Italia?

Per l’Europa, S&P prevede che le condizioni di finanziamento si inaspriranno: i tassi di interesse potrebbero aver raggiunto il picco, ma rimarranno elevati più a lungo, mentre altre decisioni di politica monetaria potrebbero ancora essere assunte, ad esempio un’uscita più rapida dai programmi di acquisto di asset o requisiti di riserva obbligatoria più elevati per le banche.

L’attività economica sarà debole nel 2024: il PIL reale aumenterà solo dello 0,9% nell’Eurozona e dello 0,5% nel Regno Unito. Il mercato del lavoro perderà slancio ma dovrebbe rimanere abbastanza resiliente. La crescita dei prestiti resterà contenuta

Per le banche italiane, S&P vede una qualità degli attivi più solida per fronteggiare i rischi economici. La maggiore resilienza delle banche italiane sarà messa alla prova nel 2024 più di quanto sia avvenuto nel 2023. Le perdite su crediti aumenteranno, ma probabilmente meno di quanto previsto in precedenza e le differenze tra le banche diventeranno sempre più evidenti.