Azionario francese: pesa rischio politico ma le aziende restano attraenti

Mercati azionari penalizzati dall’incertezza politica in seguito alle elezioni europee e francesi. Attesa volatilità per l’aumento dell’incertezza politica in Francia e negli Stati Uniti, con l’approssimarsi delle presidenziali

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Redazione

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L’annuncio a sorpresa dello scioglimento dell’Assemblea nazionale da parte del presidente francese Emmanuel Macron a giugno, in conseguenza del risultato inatteso del voto alle elezioni europee, ha portato a un aumento dell’avversione al rischio sui mercati europei, quello francese in particolare. È quanto afferma Gilles Guibout, head of European Equities di AXA Investment Managers.

Di fronte a un possibile allentamento della disciplina di bilancio in caso di vittoria delle forze politiche francesi più estreme, sia a destra che a sinistra, i mercati azionari europei – sottolinea Guibout – hanno risposto con maggiore cautela, chiudendo il mese con il segno meno. Non hanno quindi beneficiato né del primo taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea (Bce), né della continua normalizzazione dell’inflazione e del calo della creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti che hanno permesso un allentamento del tasso a 10 anni americano e spinto l’S&P 500 su nuovi massimi.

Pesa il rischio politico

“Le elezioni europee e francesi hanno portato incertezza e fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sulla posizione del governo francese circa il contenimento del deficit, è probabile che la volatilità del mercato persista. In questo contesto, soffrono soprattutto i titoli più dipendenti dalle vicende domestiche e meno esposti a livello internazionale.

Nonostante la persistente incertezza, possiamo trarre due importanti indicazioni dai risultati elettorali dello scorso fine settimana. Le proposte macroeconomiche più radicali e potenzialmente sconvolgenti per il mercato sono arrivate dalle punte più estreme dello spettro politico, da RN (Rassemblement National) e da LFI (La France Insoumise). Nessuno di questi programmi potrà ora essere attuato integralmente, indipendentemente da chi ricoprirà la carica di primo ministro, poiché gruppi alternativi detengono la maggioranza e possono fermare queste proposte presentando mozioni di sfiducia. Inoltre questi partiti più estremisti non sono nemmeno in grado di bloccare le decisioni provenienti da un’eventuale coalizione centrista, poiché anche insieme non arrivano a formare una maggioranza.

La Francia non ha una storia di formazione di coalizioni (come avviene, per esempio, in Italia) e questo renderà ancora più difficile l’adozione dei compromessi necessari per formare un governo che funzioni. Ci aspettiamo quindi che questo processo di formazione del governo proceda per tentativi ed errori, fino al raggiungimento di una soluzione praticabile.

Le aziende europee restano attraenti

Le aziende francesi con una forte esposizione internazionale, come L’Oreal, LVMH, Publicis o Veolia – evidenzia Guibout – sono state meno impattate dalle vicende politiche.

E in generale le aziende europee rimangono attraenti grazie alla loro esposizione globale, con circa il 60% dei loro ricavi provenienti dai mercati mondiali e circa il 25% dal mercato statunitense Una maggiore incertezza politica in Francia e negli Stati Uniti – con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali – potrebbe alimentare una certa volatilità.

Dopo i messaggi contrastanti provenienti dalle aziende nelle ultime settimane, i risultati semestrali saranno esaminati con attenzione dai mercati per valutare la solidità del miglioramento economico atteso per la seconda parte dell’anno. La rivalutazione registrata da un piccolo numero di aziende che hanno contribuito in gran parte alla performance del mercato negli ultimi nove mesi costituisce un punto di particolare attenzione e lascia poco spazio alla delusione nelle pubblicazioni future da parte delle società.