Export italiano in calo e penalizzato dagli Stati Uniti, cibo e farmaci salvano l’economia

Nel complesso del 2024 l'export in valore registra una lieve flessione, -0,4% (stazionario nel 2023), che risulta in lieve crescita al netto dei prodotti energetici (+0,3%)

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 17 Febbraio 2025 13:14

A dicembre 2024, si prevede un congiunturale incremento delle esportazioni (+1,9%) e una diminuzione delle importazioni (-0,8%). L’aumento mensile dell’export è più significativo per l’area Ue (+3,5%) rispetto a quello verso i paesi extra-Ue (+0,3%).

È quanto riportato dall’Istat. Nel quarto trimestre 2024, rispetto al precedente, sia l’export sia l’import crescono dello 0,8%. L’avanzo commerciale dell’Italia è aumentato mese su mese a 5,98 miliardi di euro nel dicembre 2024 da 4,22 miliardi di euro registrati a novembre.

I settori in crescita

A dicembre 2024, tra i settori che maggiormente contribuiscono alla crescita tendenziale dell’export si evidenziano i seguenti articoli:

  • farmaceutici;
  • chimico-medicinali;
  • botanici (+35,5%);
  • alimentari;
  • bevande;
  • tabacco (+10%);
  • macchinari e apparecchi non classificati altrove (+4,2%);
  • computer, apparecchi elettronici e ottici (+18,2%);
  • sostanze e prodotti chimici (+9,7%).

In calo, invece, le esportazioni di mezzi di trasporto, esclusi gli autoveicoli (-33,1%), e degli autoveicoli stessi (-19,9%).

Nel 2024, l’export in valore registra una leggera flessione (-0,4%), principalmente dovuta alla diminuzione delle vendite di autoveicoli (-16,7%), mezzi di trasporto esclusi gli autoveicoli (-8,9%) e coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,4%). Tuttavia, i settori con un contributo positivo significativo includono le vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificabili altrove (+19,6%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+9,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,9%).

I dati dell’export e import

Nel 2024 l’export ha registrato una leggera flessione in valore, -0,4%, ma risulta positivo (+0,3%) escludendo i prodotti energetici. Il calo complessivo è il risultato di un aumento dei valori medi unitari (+2,1%) e di una diminuzione dei volumi (-2,4%), con dinamiche contrastanti tra le due aree: l’Ue segna una riduzione (-1,9%), mentre l’extra-Ue cresce (+1,2%). Le esportazioni di beni intermedi (-1,1%), beni strumentali (-4,3%) e energia (-18,7%) sono in calo, mentre quelle di beni di consumo aumentano (+5,6%).

Per quanto riguarda l’import, la diminuzione complessiva nel 2024, pari al -3,9%, interessa tutti i gruppi merceologici, a eccezione dei beni di consumo non durevoli (+6,1%). Registrata inoltre una significativa contrazione degli acquisti di energia (-22,6%). Il 2024 si conclude con una riduzione del deficit energetico rispetto al 2023 e un miglioramento significativo del saldo commerciale (+54,9 miliardi di euro).

I prezzi medi all’import hanno mostrato una flessione generale, più marcata per i prodotti energetici; al netto di questi, la riduzione è stata più contenuta (-0,8%, rispetto al -0,5% del 2023).

La guerra dei dazi peggiorerà i dati?

La politica americana sui dazi, l’America First Trade Policy, recentemente annunciata dall’amministrazione Trump, potrebbe avere gravi ripercussioni sull’industria europea e italiana, come rileva una recente nota di Confindustria (“La nuova politica commerciale degli Stati Uniti: scenari e canali“).

Nell’ambito dell’Ue, l’export italiano risulta essere il più esposto al mercato statunitense, con una quota del 22,2% delle vendite italiane extra-Ue, rispetto alla media del 19,7%. I settori maggiormente vulnerabili includono le bevande (39%), gli autoveicoli e altri mezzi di trasporto (30,7% e 34,0%, rispettivamente) e la farmaceutica (30,7%).

“I dazi degli Stati Uniti contro l’Europa sarebbero una vera iattura per l’Italia – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Analizzando i prodotti delle attività manifatturiere, ossia le voci che registrano un saldo commerciale positivo con gli Stati Uniti, il settore più colpito sarebbe quello dei Macchinari e apparecchi non classificati altrove con 10 mld e 756 mln, al secondo posto i Prodotti alimentari e bevande, con ben 7 miliardi a 244 mln, al terzo i Mezzi di trasporto con 6 mld e 146 mln. Appena fuori dal podio, i Prodotti tessili e dell’abbigliamento con 5 mld e 286 mln”.